La verità nascosta oltre le ciminiere: è troppo chiederla almeno adesso?

Domanda: è troppo chiedere la verità sulle industrie e sull’aria che respiriamo attorno a Cagliari? Quali sono i rischi concreti per la salute delle popolazioni? La verità, attenzione, per chi abita a ridosso delle ciminiere è sempre stata una chimera. Proprio oggi la commissione Servizi Tecnologici di Cagliari farà un sopralluogo allì’impianto di compostaggio di Macchiareddu, che rende decisamente poco salubre l’atmosfera per chi abita nella costa di Capoterra. Da quelle parti, il silenzio ha spesso fatto rima con le assunzioni. Il pericolo di malattie assorbito in cambio dei posti di lavoro: parliamo di Sarroch, Assemini, Villa San Pietro, Capoterra, Pula. Non c’erano mai state indagini epidemiologiche certe sull’incidenza di tumori e leucemie nelle aree industriali, sino a quelle venute fuori di recente. Viene un sospetto: probabilmente il film Oil aveva davvero ragione, qualcosa di strano non poteva non esserci. La verità, dovrebbe essere un diritto ma per decenni è stato un sogno proibito. Anzi erano loro, le stesse industrie, a fare le inchieste sull’inquinamento atmosferico per poi dichiarare che era tutto in regola. Nel frattempo le industrie si sono divorate tutto. La costa, i pontili, i pezzi di mare e di terra, e gran parte dell’aria che finisce nei nostri polmoni. Oggi viene fuori la notizia che i Comuni di Sarroch e Assemini rischiano addirittura la bancarotta, perché lo stop all’Imu interrompe anche il gettito fiscale nelle casse dei Comuni. Quindi vanno a scomparire pure i servizi garantiti dalla presenza delle industrie, un altro tornaconto che scompare. E il sindaco di Sarroch Tore Mattana scrive una lettera allarmata al premier Letta, per sottolineare che la costa rischia anche il tracollo economico. In pochi si sono mai chiesti come sarebbe stata bella la costa sud occidentale senza la raffineria più grande del Mediterraneo. Non si è pensato a quanti posti di lavoro avrebbe dato lo sviluppo alternativo, quello del turismo in un paradiso incantevole. Il resto lo hanno fatto le costruzioni selvagge a Capoterra, quell’orrendo pontile dell’ex Rumianca, il degrado di Giorgino. Come se per scelta le industrie dovessero per forza mangiarsi il nostro territorio. Eppure, chiedetevi un’altra cosa: come mai si sono sempre lamentati davvero in pochi? La verità: è troppo chiederla almeno adesso?

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