Capoterra, uno stagno in pieno degrado, almeno quello visto dagli ecologisti che lanciano una nuova allarmante denuncia. La piccola zona umida chiamata “Stagno di Capoterra”, territorio comunale di Cagliari, è una parte della più ampia zona umida dello Stagno di Santa Gilla Stagno di Cagliari , estesa ben 2.940 ettari. “Nonostante la ridotta estensione (70 ettari)- scrivono gli ambientalisti- è di grandissimo interesse sul piano vegetazionale[1], faunistico[2], ambientale Piano di monitoraggio ambientale S.Gilla.
Una piccola “cooperativa di pescatori” (la cooperativa “Su Castiau”) ha la “concessione regionale di pesca” (rep. n. 9/2007 del 25 giugno 2007). Proprio per le caratteristiche naturalistiche lo Stagno è stato oggetto del progetto LIFE Natura “Gilia” (1996)[3], con piano di gestione (1 dicembre 1998) e un finanziamento di ben 2.885.445,00 euro di fondi comunitari (regolamento LIFE) in favore del consorzio intercomunale fra Cagliati (capofila), Assemini, Elmas e Capoterra, appositamente costituito (1997)”. Ma cosa è successo? “Fra i vari interventi è stato realizzato un percorso naturalistico di visita dello Stagno di Capoterra. Lo stato del percorso è semplicemente desolante: le canne di protezione sono in gran parte divelte, le postazioni di ricezione e la recinzione sono state semi-distrutte, l’altana per l’avvistamento dell’avifauna, è stata cannibalizzata, le auto percorrono gli argini senza alcun controllo, soprattutto argini e acque sono diventati luogo di scarichi illeciti di rifiuti di ogni genere. Nessuno cura la benché minima vigilanza. Da non dimenticare è comunque la recente adozione del Piano Urbanistico Comunale e Valutazione Ambientale Strategica di Capoterra, da analizzare con attenzione visti i reiterati tentativi di pesante urbanizzazione delle sponde dello Stagno e del Rio Santa Lucia che lo alimenta”.
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