Seguo con interesse la discussione che si è creata intorno alla realizzazione della rotatoria al bivio di Su Loi, in particolare quanto dichiarato dal Sig. Copparoni nel
suo intervento pubblicato il 5 settembre in questo sito.
E’ opportuno approfondire il discorso su determinati aspetti, è fuori discussione che ancora oggi esiste una asimmetria nell’erogazione dei servizi tra il centro storico e
le periferie, sviluppatesi a macchia di leopardo nel territorio capoterrese. Servizi essenziali per la popolazione, per la mancanza dei quali infatti a quarant’anni dalla nascita delle lottizzazioni, si dipende ancora totalmente dal
centro . La lista dei servizi mancanti è lunga, quei pochi erogati sono di scarsa qualità, basti pensare che Capoterra è un comune dove nella stragande maggioranza delle famiglie lavorano entrambi i coniugi e nelle scuole comunali non è ancora attivo il servizio mensa o doposcuola creando non pochi disagi. Questa mancanza di servizi, però, non ha alcun legame con quanto affermato dal Sig. Copparoni in ordine agli ultimi eventi criminosi verificatosi nella comunità capoterrese.
Una comunità della quale facciamo parte anche noi e della quale per definizione ne condividiamo i valori.
Parlare di omicidi al plurale, attentati intimidazioni è puro terrorismo mediatico. Si vogliono sfruttare magie comunicative per attirare su di essi l’attenzione dell’opinione pubblica.
Nell’articolo in questione, si descrive una realtà non esistente nel nostro territorio, questo è anche confermato dall’integrazione, delle popolazioni appartenenti ad etnie diverse, con la comunità capoterrese senza che si registrino
fenomeni di xenofobia. I rari casi di devianza, non possono essere ascritti ad una cultura criminosa presente nella comunità capoterrese. E’ vero che in questi ultimi mesi si sono verificati eventi criminosi tra cui non ultimo l’omicidio di Tony, avvenuto a distanza di ventitre anni dall’ultimo caso di omicidio nella nostra comunità, ma siamo ben lontani dai modelli di società improntate su valori di omertà, faide e criminalità organizzata presente in altre aree dell’Italia, Sardegna compresa. Se uno ha a cuore il benessere della comunità, dovrebbe sempre mandare messaggi positivi alla gente, in particolare quando si utilizzano i media per esternare le proprie visioni. Parlare di Capoterra come paese ad alto tasso di criminalità, non è corretto, è ingiusto, non da una buona e reale visione di ciò che siamo al mondo intero visto che si parla in rete a possibili milioni di utenti.
Giuseppe Pala