Capoterra, polemiche per il bilancio e i fondi per le opere pubbliche

Rischiava di saltare anche stamattina l’approvazione del Bilancio Consuntivo, in un Consiglio comunale in cui non sono mancate le polemiche dentro e fuori la Coalizione di Francesco Dessì.
La minoranza ha abbandonato l’aula e Giuseppe Cabiddu ha votato contro.

“Chiedo di rimandare l’approvazione del Bilancio, perché deve rimanere in pubblicazione altri sessanta giorni”, ha detto Pino Baire della lista civica “Alleanza Cittadina”. Inghippo risolto dal Segretario comunale che ha messo per iscritto l’iter corretto e non c’era nessuna irregolarità.

Stavolta l’introduzione al Bilancio è stata scritta anche in lingua sarda: “Un Piano finanziario caratterizzato dai tagli che lo Stato fa nei confronti dei Comuni per una sorta di federalismo municipale che porta inevitabilmente all’autonomia finanziaria – ha detto il sindaco Dessì – ma i cittadini continuano a chiederci servizi efficienti. Per questo abbiamo tagliato inutili sprechi”.

E Giacomo Mallus, presidente della Commissione Bilancio aggiunge: “Abbiamo calcolato in base ai tagli e dall’incertezza normativa dell’Imu sulla prima casa che al momento abbiamo inserito. Nonostante la famosa coperta corta, siamo riusciti a garantire 5 milioni 897 mila di euro nelle politiche sociali oltre ai 247 mila di interventi nel Piano socio assistenziale dell’area Ovest Plus.
Le spese correnti sono pari a 21 milioni e 148 mila e gli investimenti intorno ai 4 milioni euro. Di questi, 500 mila per il rispristino delle strutture sportive distrutte dalla alluvione del 2008 e 375 mila per realizzare la pista ciclabile lungo la strada Provinciale che collegherà la Residenza del Sole sino al Centro Commerciale I Gabbiani. Infine, è previsto anche l’ampliamento delle gradinate del campo da Rugby”.

Maretta perfino per l’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche: “La relazione dell’Assessore era più che altro un confuso ed incomprensibile Zibaldone. Un Piano vecchio e ripetitivo. Non c’è nessuna innovazione – ha lamentato, ancora una volta, Pino Baire – in questi anni non sono emersi nuovi progetti e non è stata realizzata alcun opera. Capoterra è la decima città della Sardegna e qui abbiamo solo una scatola vuota”.

Di tutt’altro avviso l’Assessore ai Lavori Pubblici, Armando Farigu: “Senza risorse finanziarie non si può fare nulla. Il piano si porta avanti se ci sono soldi. Intanto, per quei pochi quattrini che abbiamo progetteremo la pista ciclabile, le rotatorie lungo la provinciale a S’ovu Mannu, gradinate campo da Rubgy, la sistemazione fognaria a Frutti d’Oro II. Faremo interventi nelle strutture scolastiche e degli impianti sportivi devastati dal nubifragio. Per quest’anno abbiamo a disposizione quasi 3 milioni di euro”.

Sull’acceso dibattito è intervenuto pure il presidente dell’equipe Lavori pubblici, Efisio Demuru del Pd: “Il Piano triennale risente della situazione di blocco della spesa pubblica regionale, abbiamo comunque mantenuto un buon livello di manutenzione e miglioramento delle strutture esistenti, intervenendo con fondi propri. I lavori per gli impianti sportivi e la Scuola dell’Infanzia di Rio San Girolamo sono partiti ed in via d’esecuzione.
Ora la sfida è utilizzare al meglio le opere esistenti e pensare ad un nuovo utilizzo di alcune strutture, per esempio le scuole visto il calo della popolazione scolastica.
Resta la grande attesa per la messa in sicurezza del territorio da parte della Regione Sardegna, sono necessari interventi di messa in sicurezza, a Santa Rosa, Baccu Tinghinu e lungo la costa.
Nonostante il lungo iter burocratico si sta procedendo alla ultimazione del secondo pennello a mare a Frutti d’Oro. Chiediamo di finanziare anche il tratto di Torre degli Ulivi assai compromesso dall’erosione del mare.
La sfida dei prossimi anni sarà, per realizzare tutte le opere programmate, reperire le risorse necessarie non toccando le Casse comunali, sempre più vuote”.

Presenti, all’Assemblea gli atleti della piscina comunale, preoccupati per il proseguo della stagione sportiva, in seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato che sancisce il cambio di gestione. Hanno chiesto al Sindaco di mediare e sciogliere l’inghippo per non compromettere le attività.

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