Capoterra: quale emergenza ordine pubblico

Il recente articolo pubblicato sul sito Capoterra.net a firma dei Verdi Provincia di Cagliari, suscita alcune riflessioni che vorrei condividere con i concittadini frequentatori dello spazio web.

Prima riflessione. Leggendo tra le righe, la prima domanda che sorge spontanea è la seguente: di quale emergenza ordine pubblico si parla? Crediamo realmente che il territorio di Capoterra sia controllato da associazioni malavitose e chi vi risieda non abbia certezza di legalità e diritto? Ovviamente la penso diversamente e non credo che il mio giudizio sia offuscato dal mio far parte della maggioranza che governa il nostro Comune. Penso realmente che a Capoterra la qualità della vita sia buona anche sotto il profilo della sicurezza pubblica. La gente è buona e chi è preposto a garantire la sicurezza ai cittadini assolve il suo compito con grande senso di responsabilità.

Seconda riflessione. Altra domanda che Vi invito a formulare è questa: siamo realmente convinti che ogni qualvolta scoppi un incendio di origine dolosa, anche grave, come quello recente nella vallata del Rio S. Girolamo, si debba parlare di emergenza ordine pubblico? In Sardegna ogni anno migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea sono percorsi dal fuoco, ma non credo che la nostra amata terra, la Sardegna, viva una stagione di emergenza ordine pubblico.

L’articolo impone anche doverose precisazioni.

Prima precisazione.

Da anni (Legge 21/11/2000 n. 353) esiste una legge che vieta di modificare per almeno quindici anni la destinazione urbanistica delle zone boscate e dei pascoli percorsi dal fuoco. Nei comuni sprovvisti di piano regolatore è vietata per dieci anni ogni edificazione e la realizzazione di edifici, strutture e infrastrutture finalizzate a insediamenti civili ed attività produttive. I funzionari comunali (non il politico) che rilasciano licenze e autorizzazioni senza rispettare la legge rischiano pesanti sanzioni penali. Ipotizzare che dietro i noti atti vandalici di piromani senza scrupoli si nascondano interessi speculativi è a mio avviso riduttivo.

Seconda precisazione.
Il Programma di fabbricazione vigente a Capoterra è stato redatto negli anni ’60,
Le aree destinate ad espansione ed a zone turistiche hanno una estensione complessiva di oltre 43 chilometri quadrati, pari ad oltre metà (più del 63%) della superficie dei circa 68 del territorio comunale.
Di tali aree sono pianificati poco più di 8 chilometri quadrati, quasi interamente come zone di espansione costiere, mentre residuano più di 38 chilometri quadrati inedificati e privi di pianificazione. L’attuale amministrazione che governa Capoterra con le Delibere Consiliari 8 e 9 del 2004, cosiddette “norme di salvaguardia”, ha praticamente azzerato gli indici di edificabilità decretando di fatto l’inedificabilità di queste zone. Non capisco a quale “mattone selvaggio” si riferiscano i Verdi Provincia di Cagliari.

Capoterra è un paese cresciuto troppo in fretta. Le amministrazioni che negli anni si sono succedute alla guida del Comune hanno sempre dovuto affrontare mille problemi e difficoltà conseguenti la mancanza di pianificazione urbanistica. Il nostro paese è disperso fra decine di quartieri e case sparse. Prendere atto di questo “peccato originale “ è stato il punto piu’ importante del nostro programma amministrativo.

Colmare questo divario fra i veri quartieri, creare quei collegamenti che non sono mai esistiti, portare i servizi nei luoghi piu’ remoti del nostro territorio (anche quelli nati spontaneamente che diventeranno zone di risanamento) è la nostra grande scommessa.

Ma l’obiettivo piu’ importante, dopo più di quaranta anni, è quello di riuscire finalmente a dotare Capoterra di Piano Urbanistico degno di un centro di 25.000 abitanti.

Giacomo Mallus
Capogruppo Consiliare DL La Margherita

Comune Capoterra

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