Comunità montana, la denuncia di Casula (PD): raid teppistici e abbandono, la Corte dei conti intervenga

Assemini, il leader del Pd Casula: la porta d’ingresso del futuro Parco del Sulcis e sede per lo sviluppo turistico tra lo stagno di Santa Gilla e il mare non decolla perché i Comuni interessati non dialogano.

Qui c’è un enorme danno al patrimonio e qualcuno dovrà rispondere.

L’imponente struttura che potrebbe diventare il centro turistico e culturale del territorio è in balia dei raid vandalici.
Da troppo tempo è presa di mira.
Non si tratta di un’incompiuta, ma piuttosto non ci sarebbe la volontà politica per farla partire.
Il problema sarebbe Assemini. Prima ha temporeggiato la giunta di Paolo Mereu, caduta anzitempo.
Arriva il commissario governativo e il tempo è passato senza che la questione fosse affrontata.
Sette mesi di amministrazione grillina di Mario Puddu e la situazione resta al punto di partenza, nonostante gli uffici comunali di Capoterra abbiano più volte sollecitato. Ultimo il mese scorso.
Ma hanno priorità le emergenze. I 200 ettari e una struttura da far invidia, ai piedi del Wwf e futuro parco del Sulcis, restano sempre in coda. Poi si vedrà.
Se si va avanti di questo passo, non resta che attendere che resti pietra su pietra.
I Comuni coinvolti a far decollare la XXIII comunità montana, Is olias sono Capoterra e Assemini, da quando la legge regionale dello scorso anno ha avviato il riordino degli enti locali.
“Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti – ha detto il leader del Pd, Luciano Casula, mercoledì scorso in Consiglio comunale, presentando un’interrogazione – qui ci sono inadempienza che sicuramente saranno sotto la lente di ingrandimento della Corte dei conti per danno erariale. Non esiste che un immenso patrimonio resti in balia dei vandali perché non c’è accordo tra i Comuni interessati a farlo partire.
Di questo immobilismo qualcuno dovrà risponde. Non stiamo parlando di un territorio di conquista ma della porta d’ingresso del futuro Parco del Sulcis e sede per lo sviluppo turistico tra lo stagno di Santa Gilla il mare – conclude Casula – chiedo quali azioni intende muovere il sindaco, prima che sia troppo tardi”.
Struttura alberghiera e un patrimonio di 200 ettari in totale abbandono.
Recentemente con i finanziamenti europei sono state realizzate le area attrezzate che rischiano di essere distrutte.
Le amministrazioni non dialogano e non decidono.
Intanto, si perde tempo e il turismo tra mare, stagno e montagna stenta a decollare.

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