Il 19 settembre 2010 sull’Unione Sarda a pag 46 usciva un articolo, il cui titolo era “Lo sfogo della consigliera Roberta Marcis – In aula contro le donne allusioni e parole offensive”.
Innanzitutto, questo titolo è stato inserito dalla Redazione del giornale e non dalla giornalista Maria Grazia Marilotti che ha riportato non un mio sfogo, come gli uomini in Redazione hanno scritto… ma una denuncia vera e propria della situazione politica per la parità di genere in Italia. In quanto unica consigliera donna eletta e Presidente della Commissione Pari Opportunità a Capoterra…dopo 4 anni e mezzo ho voluto fortemente fare un bilancio e parlare della solitudine di una donna contro 19 consiglieri uomini e di quanto, talvolta, il linguaggio e gli atteggiamenti, in politica, siano così lontani dalla mia ottica di genere. Siamo diversi, nessuno pensa e dice che io sia migliore di qualsiasi altro mio collega qua dentro, non ritengo di avere la necessità di avere una corsia preferenziale…non voglio essere trattata da Principessa…non lo sono, viviamo nel 2010 e voglio esser trattata come una donna del mio tempo. Sono una donna che lavora, ho una famiglia, amici, interessi ecc…, voglio un rapporto alla pari e tante volte mi sono sentita sola a portare avanti punti di vista di genere che sono solo mie perché non ho una compagna donna con la quale fare fronte comune per portare avanti idee al femminile. Nessuno può dire che ciò che io ho detto sia vero o no…perché nessuno qua dentro vive e sente quello che vivo e sento io, perché nessuno dei miei colleghi è donna dunque non ragiona con la mia testa e non vede con i miei occhi… ecc…non ha gli stessi sguardi addosso, non le vengono rivolte le stesse domande… a nessuno io ho mai chiesto a chi avesse lasciato i figli, né tanto meno come si arrangiasse la famiglia nello stare tutta la serata senza la loro presenza maschile in casa o se prima di venire in comune avessero rassettato casa o fatto la spesa e preparato la cena per la famiglia…
Il mio discorso partiva dalla realtà politica locale (sono l’unica donna eletta) per parafrasare un libro molto importante… mi sento come un numero primo…e mi sento sola nell’esserlo…. (La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano)…non vi era un attacco al singolo consigliere…anche perché con molti di voi ho dei rapporti d’amicizia che vanno al di là anche degli schieramenti politici e degli incarichi di ognuno di voi, per arrivare ad un discorso molto più ampio e più profondo che arrivasse alla risicata rappresentanza politica delle donne in Italia.
Credo che ciò che io volevo dire non sia stato compreso fin in fondo…se qualcuno pensa di “essersi sentito ferito” o si sia in qualche modo offeso, mi rincresce…non volevo offendere la sensibilità di nessuno…e chiedo scusa se così è sembrato…non era nelle mie intenzioni.
Sin dall’inizio del mio mandato ho portato avanti idee che spazzassero via stereotipi oramai radicati nella società italiana attraverso anche convegni…
vorrei ricordare che uno dei primi convegni organizzati dalla Cpo al quale il sindaco e il vicesindaco avevano tra l’altro partecipato, è stato l’occasione di confronto in cui abbiamo parlato della difficoltà delle donne di affermarsi in politica e in altre cariche dirigenziali all’interno delle Istituzioni e delle grandi Aziende…ci sono pochissime Primari donne, pochissime dirigenti di multinazionali donne…ecc.
Servono piu’ donne in politica. A dirlo i cittadini, soprattutto donne (quasi il 70%) mentre gli uomini che si pronunciano in questo senso non arrivano nemmeno al 50% (44,6%). La rappresentanza femminile in Parlamento pone l’Italia in fondo alla graduatoria europea, che include anche i Paesi dell’ex Unione Sovietica recentemente integrati all’Ue. Ma secondo l’indagine multiscopo dell’Istat, che ha realizzato una ricerca su incarico della commissione per le Pari opportunita’ tra uomo e donna su ‘partecipazione politica ed astensionismo secondo un approccio di genere’, solo il 27% della cittadinanza conosce la realta’ della situazione, mentre il resto sopravvaluta la presenza femminile.
‘E’ responsabilita’ della televisione e dei media questa carenza d’informazione -dice il direttore centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini- visto che piu’ del 90% s’informa di politica attraverso la Tv. Il problema e’ di dispari opportunita’. Tra i motivi che fanno emergere la richiesta di piu’ donne in politica, il giudizio che esse debbano avere le stesse opportunita’ degli uomini (64,1%), che conoscono meglio alcuni problemi (38%), che devono essere maggiormante rappresentate (34,6%), ed infine che portano piu’ idee nuove (33,5%).
‘Le statistiche di genere -sottolinea la vicepresidente della commissione Pari Opportunita’, Lucia Borgia- permettono d’indagare nella struttura sociale. Per questo dobbiamo essere implacabili nella razionalita’ delle nostre rivendicazioni, facendoci forti di questi dati e spingendo per una legge sulle statistiche di genere, in quanto viviamo in un monopolio, ed i monopoli non si rinnovano mai da soli. I numeri nella loro perentorieta’ rendono ragione di una discriminazione non in termini giuridici e legali, ma di fatto’.
‘Meno donne significa meno democrazia -commenta la coordinatrice della Commissione, Maria Teresa Coppo Gavazzi- Un Parlamento formato da uomini e donne e’ piu’ democratico, perche’ si avvale di un dato strutturale della societa’. ‘Il problema sociale della scarsa presenza femminile nelle Istituzioni -continua Coppo Gavazzi- non e’ conosciuto, percio’ non affrontato, e la responsabilita’ e’ dei mezzi di comunicazione. Rivendichiamo delle liste rappresentative del contesto sociale’.
Dunque, i dati ISTAT ci raccontano cose diverse da quelle che i miei colleghi hanno reputato non vere ed addirittura deleterie per un’amministrazione, mentre invece Capoterra può dire di essere stata oggetto di un argomento attuale e di massimo interesse per la società….le donne ne sono l’asse portante eppure nelle sedi elettive non sono rappresentate in modo paritario né tanto meno equo… Perché fare come gli struzzi e nasconderci sotto la sabbia? La civiltà di un comune si vede anche dagli argomenti di cui parla. Capoterra ha finalmente spezzato le catene dell’ipocrisia e sono fiera del fatto che si sia aperto un dibattito che ha fomentato animi ed acceso polemiche…questo è solo lo specchio della società nella quale viviamo…fatta a misura d’uomo, nella quale una donna che esprime una propria idea, vaneggia.
Ringrazio tutti i colleghi che hanno evitato di esprimere giudizi e pensieri in argomenti non di loro competenza anche perché vorrei ricordare che difficilmente entro nel merito delle decisioni prese da altri, per il mio bene e per il bene del paese per cui sono stata eletta per amministrarlo, anche da sola. Volevo solamente chiedere un’attenzione maggiore nei confronti del mio diverso punto di vista …al femminile…diverso…ma non meno importante. Grazie.
Roberta Marcis
Consigliera Comunale di Capoterra