Emergenza erosione costiera davanti a Frutti d’Oro, Picciau e Torre degli Ulivi

Di quella mareggiata del 1986 hanno ancora paura le famiglie della costa. Delle onde enormi capaci di ingoiare spiagge, buttar giù i muretti delle lottizzazioni che separano i viali del lungomare dagli arenili, spazzar via anche un campo sportivo. Hanno timore, a Frutti d’Oro, Torre degli Ulivi, a “Picciau” e Su Loi che quei marosi di scirocco possano ancora una volta riversarsi sul litorale. Perché lo scirocco batte forte, sulla costa sud occidentale dell’Isola, come ha fatto, sebbene in forma ridotta, in questi giorni. Facendo rammentare ai residenti non solo quell’autunno caldo di ventidue anni fa ma anche che qui, davanti alle spiagge sparite per colpa dell’erosione, si è arenato anche il progetto per salvarle, proteggerle e magari farle rinascere. «Mah, ogni tanto leggiamo di questa soluzione tecnica ma non vediamo mai nulla di concreto», dice il proprietario di una villetta in riva al mare di Torre degli Ulivi. «Il progetto esiste eccome, era stato finanziato nel 2000 e nel febbraio del 2006 era stato modificato secondo le indicazioni della Regione, ma nonostante questo giace ancora negli uffici dell’assessorato all’Ambiente in attesa della valutazione d’impatto ambientale», spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Efisio Demuru. «Ormai è un problema di protezione civile, dobbiamo proteggere le case e i residenti. Eppoi vogliano rilanciare il nostro litorale anche in chiave turistica ma nulla possiamo fare se resta in queste condizioni. Dopo gli errori del Poetto c’è forse il timore di commetterne altri, ma qui non ci sono spiagge da tutelare, qui c’è unica costa diventata di ciottoli e distrutta dall’erosione. Con il progetto delle barriere non solo fermeremo la violenza del mare ma potremo anche avviare un piano di ripascimento per riportare la sabbia spazzata via dalle mareggiate». Da un’erosione che ha precisi responsabili: il porto canale di Cagliari, “colpevole” di aver modificato sensibilmente le correnti marine. E quei corridoi subacquei scavati negli anni Sessanta davanti agli impianti della Saras per aumentare la profondità e consentire l’ingresso delle petroliere fino ai pontili della raffineria. I soldi ci sono tutti, almeno per i pennelli. Un milione e quattrocentomila euro da spendere per la sistemazione delle barriere davanti a Frutti d’Oro, lottizzazione Picciau e Torre degli Ulivi. «Rispetto a quello originario che prevedeva sedici pennelli, dopo una serie di incontri con la Regione abbiamo deciso di ridurli a undici. Con questo numero sottoporremo a un costante monitoraggio questo tratto di litorale », spiega l’ingegner Nicola Montaldo, responsabile del progetto e consulente di Acquatecno, la società che dovrà eseguire le opere. «Le barriere, lunghe fino a 150 metri, saranno disposte oblique rispetto alla linea di costa e ortogonali al moto ondoso per proteggere il litorale dallo scirocco». Solo in un secondo momento (il Comune di Capoterra sta cercando altri fondi) si procederà con il ripascimento vero e proprio, cioè l’apporto di nuova sabbia e la formazione delle nuove spiagge. Insomma, dal Comune riparte con forza la richiesta di celerità indirizzata alla Regione e in particolare all’assessorato all’Ambiente guidato da Cicito Morittu. «Ripeto, questo è un’emergenza di protezione civile, non solo, non più un problema semplicemente ambientale», conclude Efisio Demuru.

Andrea Piras
da L’Unione Sarda del 30/05/08

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