Esigenze “ambientali” di ogni giorno o progettualità sostenibile di lungo periodo?

I commenti da parte di Gianleonardo Corda sul mio intervento in merito alla Registrazione EMAS del territorio sono assai interessanti e in larga parte da me condivisi; inoltre, mi danno lo spunto per fornire ulteriori elementi che possono essere utili nella discussione.
Prima di entrare nel merito, una doverosa premessa: in questa sede mi soffermerò solo sui punti oggetto della tematica EMAS, mentre evito, almeno in questa occasione, di pronunciarmi su altri temi, come ordine pubblico e sicurezza così come intesi da Gianleonardo, che sebbene siano altrettanto importanti, non rientrano nell’ambito in questione.
Premesso ciò, vado ora per punti per chiarezza di esposizione e facilità di lettura.
1. EMAS non è solo una certificazione ambientale, anzi essa contiene, include al suo interno la certificazione del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) e quindi l’analisi ambientale iniziale ad esso propedeutica; la certificazione dell’SGA è quindi solo un elemento, seppur determinante, per il raggiungimento della Registrazione.
2. EMAS contiene in sé altri elementi, altrettanto determinanti, che ne costituiscono i punti di sostanziale novità e concretezza.
Le novità di cui parlo sono le seguenti.
 La Dichiarazione Ambientale.
La dichiarazione ambientale ha carattere di obbligatorietà.
Si tratta di un documento informativo tramite il quale l’organizzazione, il Comune nel nostro caso, comunica al cittadino e ad altri soggetti interessati informazioni sulle sue prestazioni ambientali e sul continuo miglioramento delle stesse.
La dichiarazione ambientale nasce per promuovere la sostenibilità del territorio ed il suo sviluppo attraverso la ricerca dell’equilibrio tra aspetti ambientali, economici e sociali.
Il Regolamento 761/2001 ed in particolare l’Allegato 3.2 indica gli elementi informativi che la dichiarazione dovrebbe contenere. Essi sono:
• la descrizione dell’organizzazione, delle sue attività, prodotti e servizi;
• la politica, il programma e il sistema di gestione ambientale;
• l’identificazione e valutazione dei problemi che la caratterizzano;
• l’indicazione dei target ambientali;
• l’indicazione dei dati numerici riguardanti gli aspetti ambientali più significativi;
• l’indicazione del nome e del numero di accreditamento del verificatore ambientale (l’accreditamento avviene a valle di un audit ambientale da cui scaturisce un risultato positivo).
L’organizzazione potrà ottenere la registrazione solo se la dichiarazione ambientale è stata convalidata e si è accertato che essa ottemperi alla legislazione ambientale applicabile.
Nella dichiarazione ambientale, quindi, il Comune rende espliciti i suoi obiettivi concreti quali, ad esempio, come già fatto in altre realtà europee e italiane, inserire criteri ambientali nelle attività di pianificazione territoriale; promuovere ed incentivare il risparmio dell’acqua, la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della loro quota di differenziazione; favorire il risparmio e l’efficienza energetica; favorire una mobilità sostenibile, promuovendo ed incentivando mezzi e modalità di spostamento a basso impatto ambientale; coinvolgere le attività produttive e dei servizi presenti sul territorio tramite accordi che favoriscano un comportamento ambientale virtuoso;informare i cittadini in modo costante e trasparente sullo stato dell’ambiente del territorio comunale.
 La Contabilità Ambientale.
La contabilità ambientale è un sistema che permette di strutturare, organizzare e governare in maniera efficace ed efficiente gli obiettivi strategici attraverso una serie di indicatori misurabili che danno evidenza dell’avanzamento reale nelle politiche ambientali.

Un elemento importante in questo ambito è la compilazione del Bilancio Ambientale, da affiancare al bilancio economico dell’amministrazione, all’interno del quale vengono inserite le spese ambientali correnti per ambito di competenza.
La contabilità ambientale può anche essere un efficace strumento di rendicontazione e comunicazione esterna
 La Rendicontazione al pubblico
È questa la novità più importante in termini di trasparenza.
Una volta dichiarati gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli, ogni organizzazione che aderisce ad EMAS ha l’obbligo di confrontarsi col pubblico (cittadini e ogni altro soggetto interessato) sistematicamente e periodicamente sui risultati raggiunti.
L’organizzazione deve aggiornare i dati e ogni modifica deve essere convalidata ogni anno da un verificatore ambientale.
L’organizzazione deve poter dimostrare al verificatore ambientale che qualunque interessato alle prestazioni ambientali dell’organizzazione può avere libero accesso alle informazioni.
Gli indicatori scelti e resi pubblici devono inoltre essere in grado di:
• fornire una valutazione accurata delle prestazioni dell’organizzazione,
• garantire comprensibilità e assenza di ambiguità;
• consentire un confronto da un anno all’altro al fine della valutazione dell’andamento delle prestazioni ambientali dell’organizzazione;
• permettere confronti con risultati di riferimento a livello settoriale, nazionale o regionale, come opportuno.
3. Per quanto affermato nei primi due punti, posso arrivare a concludere che le “piccole cose” di cui parla Gianleonardo, che poi tanto piccole non sono, quali la viabilità, il decoro pubblico, l’igiene e la salute, l’efficienza e la trasparenza sono temi che possono e devono rientrare, in maniera strutturata ed organica, nell’ambito della Registrazione.
Noi non dobbiamo scegliere tra l’occuparci delle “piccole” questioni ambientali quotidiane o il dotarci degli strumenti che garantiscano una progettualità sostenibile.
Dobbiamo semmai pretendere che ci si occupi allo stesso tempo di entrambe: esse possono e devono andare avanti di pari passo.
È in questo ambito che EMAS può essere una risposta ad una delle esigenze primarie che ogni amministrazione locale dovrebbe avere, ovvero quella di rispondere in maniera adeguata alle esigenze ambientali di ogni giorno senza mai però trascurare l’obiettivo di più lungo termine di uno sviluppo sostenibile del territorio.
È in questo stesso ambito, quindi, che dobbiamo considerare la registrazione EMAS, non come il fine a cui tendere quanto un importante mezzo per ottenerlo, non la meta ma un percorso strutturato per arrivarci, non l’obiettivo bensì lo strumento condiviso e partecipato per raggiungerlo.

Walter Cocco

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