Gianfranco Ghironi
Capoterra, 30 Luglio 2007
In una mia articolata proposta dal titolo “L’Associazionismo itinerante – Alla ricerca dei luoghi per lo svolgimento della vita sociale a Capoterra”, comparsa sull’URL di pagina del sito web http://nildejottinp.altervista.org/Articoli.html, in data 12/01/2007 e, in esso ancora presente, alla voce “Articoli”; illustrata anche nell’incontro-dibattito pubblico, svoltosi il giorno successivo c/o la Piazzetta artigianale/commerciale de “La Residenza del Sole”, avevo indicato a nome della mia Associazione, quali potevano essere le possibili “linee guida”, per una più efficace ed incisiva, duratura e continuativa, attività socio-culturale nel ns. territorio. Il tutto facendo molta attenzione a non “sperperare impunemente i denari pubblici dei contribuenti capoterresi e sardi”. In quell’occasione, alla presenza di molti cittadini e autorità, locali e non (per la Provincia di Cagliari: l’Assessore del Lavoro Maria Carla Floris, i Consiglieri Efisio Sanna e Giuseppe Palmas; per il Comune di Capoterra: Il Sindaco Giorgio Marongiu, gli Assessori della P.I. Oreste Pili e all’Urbanistica Efisio Arrais), era stato sviluppato e dibattuto un tema molto sentito nel contesto socio-economico capoterrese, ovvero “Il Ruolo dell’Ente Locale, nella Promozione delle Attività Artigianali e Commerciali, in funzione dello sviluppo di servizi di qualità da offrire al cittadino, nella prospettiva di realizzazione di nuove occasioni di Lavoro, stabili e durature, integrate nel territorio”.
Sono passati 7 mesi e da allora non si è più saputo nulla. Chi sembrava avere raccolto la proposta, dicendosene addirittura entusiasta, non se l’è poi sentita di svolgere quel ruolo istituzionale che gli appartiene, ovvero di carattere propulsivo, catalizzatore e velocizzatore insieme, per dare corpo ad una iniziativa che, sul fronte strettamente finanziario, non presentava spese per l’Amministrazione comunale. Cosa non da poco, viste le risicate risorse disponibili e da centellinarsi con oculatezza, onde farsele bastare per tutto il resto dell’anno solare. Abbiamo visto di recente, con il programma delle manifestazioni estive del cartellone-bazar “Estate insieme 2007 – Spettacoli a cielo aperto”, che non erano così poche come si diceva e non vi era tutta quella necessità di … centellinarle con oculatatezza. Sicuramente, nel frattempo, sono intervenuti altri elementi (assestamenti di bilancio, ‘sponsor’ privati e contributi R.A.S.), allora non disponibili e/o non conosciuti, che hanno fatto sì di stravolgere le prospettive iniziali e passare, dal certo a bassissime spese all’effimero ad alti costi. Sarebbe tutto opinabile, rientrante nel soggettivo “de gustibus”, se non fosse che il Comune non è un’Agenzia privata di Spettacolo “profit”, ma un Ente pubblico che amministra denari dei cittadini contribuenti. Una differenza di non poco conto, che doveva tradursi “in primis”, in un rivoluzionamento delle prospettive, ascolto e valutazione attenta delle proposte di attività, al fine di pervenire alla concertazione, alla condivisione e attiva partecipazione, delle iniziative da mettersi in campo, in accordo con TUTTE (nessuna esclusa) le associazioni riconosciute e/o gruppi locali, esistenti e funzionanti. Soltanto “in secundis”, si doveva aprire il “mercato” all’esterno, laddove consentito dalle disponibilità economiche ed a fronte, di attente considerazioni sull’impatto e sulle ricadute oggettive nel territorio. Ma tutto questo non è stato fatto o, meglio è stato inopinatamente invertito. E’ stato costruito un cartellone pasticciato di iniziative (in cui, per la verità, non tutto è da buttare …), intorno a Mango e Rita Forte, senza una tematica precisa, un filo conduttore unitario, un canovaccio logico e consequenziale, un reale decentramento territoriale, che ne precisasse il senso, l’utilità e le finalità che, purtroppo, mancano quasi completamente. Occasione sprecata per fare un figurone. Ma ora stop, discorso momentaneamente chiuso. I bilanci analitici e dettagliati li faremo a fine stagione. Riprendiamo lo sviluppo dell’argomento principale di questo intervento.
Stralciandoli dall’articolo citato in premessa, ecco i punti nodali della proposta di cui trattasi:
1. Istituzione di un’anagrafe ragionata delle associazioni private, regolarmente costituite e registrate, in possesso dei requisiti di legge, per essere configurate giuridicamente come “onlus” e/o “no-profit”. Non è ammissibile che, esistendo (giustamente) un’anagrafe canina, non sia stata ancora istituita quella comunale delle Associazioni. Si dovrà invitare, tramite bando pubblico, tutti questi organismi ad accreditarsi ufficialmente, fornendo i dati più importanti e/o significativi (data e n. di registrazione, codice fiscale, eventuale n. di CCP e/o CCB, indirizzo mail, sito web, etc.) in un apposito modulo pre-stampato, cui allegare copia autentica del Contratto di Associazione (Atto Costitutivo e Statuto Sociale), l’organigramma aggiornato delle cariche sociali, il “curiculum vitae” dell’associazione e gli eventuali progetti in corso o “in cantiere”.
2. Creazione di un Ufficio di Coordinamento centrale delle singole iniziative, un luogo fisico, non virtuale, ove i rappresentanti legali o delegati delle varie associazioni, possano periodicamente ritrovarsi, per informarsi, discutere, diffondere e socializzare idee ed esperienze, iniziative e attività, anche per concordare eventualmente possibili azioni sinergiche comuni, su determinati temi e/o per condividere competenze e professionalità, risorse e strumenti.
3. Realizzazione di un sito web, con annesso “blog” interattivo, del Coordinamento delle Associazioni accreditate, iscritte all’Anagrafe, da aggiornarsi costantemente, alfine di consentire l’informazione e la diffusione delle iniziative e delle attività a tutti i cittadini indistintamente. In questo caso, lo spazio fisico operativo, si coniugherebbe felicemente e strettamente, con quello virtuale informativo telematico.
4. Destinazione di fondi “ad hoc”, per finanziare o, comunque, per contribuire economicamente, alla realizzazione e allo sviluppo dei progetti e/o delle iniziative, che rivestono particolare interesse, utilità sociale e/o culturale per la comunità. promosse da questi organismi privati. Per la valutazione delle proposte, potrebbe esserne incaricata la Commissione comunale alla Cultura, magari integrata da rappresentanti di quella allo Sport e/o dei responsabili legali o delegati del Coordinamento delle Associazioni.
5. Attivazione “in proprio” da parte delle Associazioni, senza attendere interventi miracolistici dell’Istituzione pubblica (che non potranno mai arrivare), per progettare, discutere, approfondire e decidere, alfine di lavorare compiutamente su “cose” ben fatte, per proporle agli Enti Locali (Comune, Provincia e/o Regione) e alla comunità. Le medesime richiedono un’oculata programmazione, un’attenta articolazione, uno sviluppo progressivo, una fase di monitoraggio e verifica (iniziale, intermedia e finale), anche per effettuare le opportune valutazioni di sistema e le eventuali correzioni “in itinere”, per determinare le “ricadute” socio-culturali più efficaci possibili, a vantaggio della cittadinanza.
Come ben si vede, non si sta chiedendo o proponendo nulla di trascendentale o che sia al di là delle attuali possibilità dell’Amministrazione comunale e delle sue non certo rosee finanze.
Si sta rivendicando un ruolo attento della Istituzione locale, verso queste istanze e problematiche e, soprattutto, sollecitare un compito di promozione, coordinamento e aiuto, per il mondo dell’Associazionismo accreditato e operoso. I problemi logistici (di sede sociale) non sono risolvibili “tout court”, ed è quindi impensabile che il Comune ricerchi e trovi spazi operativi, per ogni singolo organismo, seppur accreditato, autorizzato e meritevole. E’, però, assolutamente necessario, anzi inderogabile, sviluppare una seria e articolata piattaforma politico-programmatica per il sostegno e lo sviluppo, concordato tra le parti, del settore socio-artistico-culturale. Ciò può anche avvenire attraverso la identificazione e il riattamento di qualche vetusto caseggiato, non utilizzato o da riconvertirsi nella destinazione di uso, oppure tramite la costruzione “ex novo”, di una struttura polivalente multifunzionale, da utilizzarsi anche nei modi e nei punti sopradescritti. In fondo, si è partiti col piede giusto, poichè le indicazioni già fornite dai cittadini di Capoterra, che hanno attivamente partecipato agli incontri decentrati nel territorio, nell’ambito della definizione del Piano Strategico Comunale (Progettiamo il Futuro), sono concordi nell’affermare la necessità non ulteriormente procrastinabile nel tempo, di ricercare o dare origine ai luoghi per lo svolgimento della vita sociale, intendendosi questa in tutte le sue poliedriche sfaccettature. La Cittadella della Cultura in località Sant’Angelo, non è affatto una cattiva idea e non è irrealizzabile. Tutti la vogliono, dagli abitanti del centro storico a quelli delle lottizzazioni. Un luogo dove incontrarsi, socializzare, integrarsi, fruire di spettacoli e manifestazioni, di ogni genere e natura e, soprattutto, per poter fare attività sul posto, “in proprio” o in compartecipazione, vedrebbe il sostegno di tutte le forze politiche, lungimiranti e sensibili (anche di quelle dell’attuale opposizione), nonchè delle Associazioni e dei cittadini. Non vi è dubbio alcuno: se c’è una cosa che si ha da fare è proprio questa. Certo ci vorrà del tempo, ma è indispensabile iniziare subito a perseguire questa strada, senza tentennamenti, in modo convinto e determinato. Nell’attesa ( … ), si dovrebbe dare avvio a quella parte della proposta di programma, che non costa niente o quasi, iniziando, ovviamente, dal primo dei 5 punti elencati nel presente intervento, senza ulteriori perdite di tempo”.
Che dire, poi, della Scuola Civica di Musica capoterrese?! Non si può che sostenere una inziativa del genere, validissima sotto tutti gli aspetti, già promossa in tanti altri Comuni della Sardegna (anche piccoli) e in cui la ns. cittadina è arrivata molto tardi, come spesso le capita, ma distinguendosi per originalità ed efficacia … politica e lottizzatoria, nel senso dell’equa distribuzione degli incarichi interni. A suo tempo, avevamo già avanzato come Associazione, tutta una serie di proposte e volontà di collaborazione fattiva, che sono rimaste “lettera morta”, forse neanche valutate, oppure molto attentamente vagliate e ritenute inopportune, perchè ormai il “disegno” era già stato tracciato e lo disturbavano non poco. Nessuno, comunque, ci ha risposto nemmeno per dirci “Grazie, ma non ci interessa”, anche se il galateo vorrebbe che ad una precisa domanda-proposta (regolarmente assunta, al protocollo generale comunale, in data 07/12/2006, col n. 28013), si debba necessariamente rispondere anche picche, perchè è dovere istituzionale di un Ente pubblico, nei confronti del cittadino contribuente e/o associazione proponente.
Recenti emendamenti di legge, introdotti in merito alla composizione degli organi interni delle Scuole Civiche di Musica (SCM), immediatamente recepiti (lampu!) dall’attuale esecutivo comunale (contrariamente ad altri: vedasi il disciplinare regionale sul Commercio), hanno fatto sì che gli organi costitutivi e statutari della nuova SCM, potessero essere composti anche da politici anzichè solo da tecnici del settore, operatori artistici e musicisti, come sarebbe stato più logico e giusto. Purtroppo, la logica e la giustizia non fanno parte di questo genere di politica e, quindi, ecco una SCM nuova di zecca, costituita da un C.d.A che è il clone diretto, gemello omozigote, fratello minore dell’attuale Giunta, ma che dico, dell’attuale Consiglio Comunale, ove sono rappresentati tutti i partiti, perfino quelli dell’opposizione (mi sembra corretto), ma non gli artisti, gli allievi ed i loro genitori (come capita in moltissime altre SCM). Nel mondo della Scuola in generale, questi Organismi di rappresentanza, si chiamano Collegiali, e sono in vigore dal lontano 1974, con i famosi Decreti Delegati, emanati con apposito D.P.R. del 31 maggio dello stesso anno, poi confluiti integralmente nel Testo unico delle leggi sulla scuola (D.Lgs. 297/94). Tutto ciò per una Scuola autenticamente democratica, ponte di passaggio tra la famiglia, primigenio nucleo formativo della persona, la società come luogo di integrazione con gli altri individui e di esplicazione della propria individualità (non individualismo). Ma tant’è, anche su questo fronte, chi dovrebbe rafforzare per sensibilità umana, professionale e politica, il ruolo degli Organi Collegiali (OO.CC.) o, quantomeno, le rappresentanze delle varie componenti nel mondo della Scuola (anche di quella Civica di Musica), con questi atti dimostra di volere indebolirli; ciò a favore di altre tipologie presenzialiste, smaccatamente partitiche e perchè no anche clientelari (gira e rigira, sono sempre quelle più praticate ed efficaci, nella politica italiana), strafregandosene delle competenze musicali effettivamente possedute in merito. Come si fa a nominare per “chiamata” diretta, i docenti dei Corsi di Musica della Civica capoterrese, senza sottoporli ad un concorso pubblico, se non per esami, almeno per meriti di servizio comprovati, per capacità possedute e titoli certificati?! Altrimenti si fa solo clientela pura, anche della peggior specie. In positivo, c’è sicuramente che, non facendo finta di fare svolgere gli esami, non si perde ulteriormente tempo, a tutto vantaggio dell’attività didattica, che può partire più speditamente! Chissà perchè, ma nella mente mi risuonano le note e le parole dell’inno sardo “Procurade’ e moderare, Barones sa tirannia” che, per il momento, cercherò interiormente di tacitare per continuare il discorso.
Sig. Assessore, cosa ne è stato della ns. articolata e documentata proposta di istituzione della Banda Musicale cittadina? Perchè il Prof. Alessandro Ragazzini (che non è tesserato, purtroppo, alla ns. associazione), non avrebbe potuto svolgere il ruolo di Direttore della Scuola Civica o, quantomeno, quello di Coordinatore della Cattedra di Chitarra classica?! Perchè il Maestro Stefano Cui, non poteva fare parte della Classe di Canto corale e/o Direzione orchestrale? Siamo sicuri che al loro posto, avete comunque scelto il meglio che ci fosse in circolazione (perlomeno nei dintorni)? Ci auguriamo di sì, anche se noi siamo arciconvinti del contrario, visti i “curricula” di servizio e dei titoli in possesso delle persone/musicisti prima citati. Sig. Assessore, nel chiederle venia per la sincerità, Le ricordiamo, comunque, che stiamo ancora attendendo risposte scritte che, a distanza di oltre sei mesi non ci sono ancora pervenute. Lo faccia almeno per “netiquette” informatica, ci dia la soddisfazione di ricevere un suo scritto di riscontro, anche se negativo. L’importante, lo ricordiamo, è che sia ben motivato e giustificato, culturalmente, socialmente e politicamente, perchè non siamo degli sprovveduti qualsiasi, che si fanno prendere a pesci in faccia impunemente, soprattutto quando siamo convinti di avere subito diversi “torti” ingiustificati, a fronte di molte valide “ragioni” da difendere e portare avanti a testa alta! A si intendi e a si biri allestru. Forza paris!
Gianfranco Ghironi
Associazione Culturale “Nilde Jotti” no-profit
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