Inchiesta criminalità e bullismo

Il Dott. Giorgio Lecca entra a far parte del corpo della Polizia Municipale nel 1990. Ha sempre prestato servizio a Capoterra, a partire dal 2000 come agente semplice e dal 2001 come Comandante del Corpo. Insieme analizzeremo il binomio bullismo/criminalità all’interno del territorio capoterrese.
In questi anni è stato riscontrato un incremento della piccola criminalità nel nostro paese?
Per quanto concerne il corpo di polizia municipale i dati che abbiamo rilevano non un incremento della criminalità bensì un decremento. E’ importante chiarire che il nostro Corpo si occupa principalmente di reati minori. Non ci occupiamo di crimini efferati, quali omicidi o altro. In quel caso subentrano i colleghi del corpo dei carabinieri, anche perché non abbiamo i mezzi e la sede atti al fine di operare a quei livelli. È capitato però di dover affrontare rapine e addirittura il ritrovamento di un cadavere che poi si è scoperto essere morto per cause naturali. Il nostro Corpo è chiamato a rispondere per atti di vandalismo eseguiti al 99% da adolescenti che non sanno dire il perché dei loro gesti. Per questo invito le famiglie ad investire più tempo nell’educazione dei figli.
Come è organizzato il Vostro organico?
Il nostro organico è composto da 14 unità: poche per eseguire un controllo capillare del territorio. Accade così che le richieste da parte dei cittadini non posso essere eseguite tutte. Purtroppo questo problema è presente anche nelle altre forze dell’ordine: carabinieri e polizia. Inoltre il nostro corpo è limitato sia nell’organico che nelle risorse. Basti pensare che il nostro orario di servizio inizia alle 08:00 e termina alle 20:00, senza dunque coprire le ore notturne.
Giornali, televisione, internet ormai rivelano sempre più spesso casi di “bullismo” nelle scuole e atti vandalici. Capoterra come vive questo fenomeno?
Per fortuna non risultano casi eclatanti. Si sono verificati degli atti spiacevoli, ma si tratta per lo più di ragazzi con deficit mentali e non di bullismo vero e proprio.
Cosa consiglia ai commercianti e alle famiglie?
Consigliamo ai commercianti di adottare degli antifurti adeguati e alle famiglie di dedicare più tempo ai propri figli, anche se può capitare che non siano i genitori la causa di quel malessere ma il gruppo di amici che l’adolescente frequenta.

Criminalità giovanile in Italia: necessaria la prevenzione

In Italia, solo nella seconda metà degli anni ’90 si è cominciata a riconoscere l’importanza delle attività di prevenzione della criminalità. Le più interessanti ed innovative esperienze di prevenzione sociale della criminalità sono scaturite all’interno di singoli ambiti territoriali con la compartecipazione, a livello locale di soggetti diversi. Le Regioni che si sono pronunciate con una legge hanno definito come obiettivo “la promozione di un sistema integrato di sicurezza delle città e del territorio regionale” individuando il loro ruolo nella mediazione tra competenze e poteri dello Stato e quelle degli enti locali e riconoscendo il ruolo fondamentale da questi giocato. In Italia, attualmente, sono numerosi i finanziamenti disponibili per gli interventi di prevenzione in ambito educativo e per la prevenzione della criminalità. Con la legge 216/91 “provvedimenti a favore di adolescenti coinvolti nella criminalità” sono state potenziate le infrastrutture alternative al carcere per i minorenni; tale legge si rivolge tanto ai soggetti a rischio, quanto ai minori già inseriti nei circuiti criminali, prevedendo la possibilità di una promozione locale di intervento. Gli interventi promossi sono di tipo terziario, secondario e di promozione del benessere delle comunità locali: promozione di azioni di sostegno alla famiglia e alla genitorialità; promozione di azioni che favoriscano le aggregazioni, la partecipazione, la negoziazione progettuale; promozione di azioni mirate al miglioramento generalizzato della qualità della vita e formazione specifica di professionalità. Per essere efficaci gli interventi devono essere frutto della collaborazione e del lavoro congiunto di specialisti diversi (amministratori locali, esponenti delle forze dell’ordine, magistrati, sociologi, operatori del volontariato, insegnanti, imprenditori), impegnati in settori diversi (sociale, sanitario, educativo, giudiziario). Nella realizzazione degli interventi occorre privilegiare la dimensione locale; infatti è a livello di piccola città, di quartiere che si manifestano i bisogni di prevenzione spesso assai diversi anche tra realtà territoriali contigue. Una volta individuato un determinato problema è necessario coinvolgere l’intera comunità locale con continuità nel tempo in una logica sistemica. Ognuno deve collaborare alla riduzione dei reati dotandosi di sistemi di protezione individuali ed inoltre è chiamato a dare un contributo concreto (nelle scuole, nelle strade, nei centri sociali) alle attività di prevenzione. La prevenzione è il frutto di anni di lavoro da parte di equipe specializzate. Gli interventi di prevenzione devono sempre essere preceduti ed accompagnati dall’analisi della realtà locale finalizzata ad individuare i bisogni, le problematiche, i target e le azioni da privilegiare e operare nel rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo.

Bettina Camedda

LA VOCE DEI COMUNI Edizione Capoterra – Febbraio 2008
Archivio La Voce dei Comuni
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