Le Primarie organizzate dal Pd pugliese in cui però il Pd ha clamorosamente perso, dimostrano la distanza sempre più siderale tra il gruppo dirigente nazionale e il proprio elettorato, incapace di leggere gli umori dei militanti.
Quanti iscritti del PD hanno votato per Nichi Vendola e quanti per Francesco Boccia, sono gli interrogativi che dovrebbero far riflettere seriamente Bersani, e come non dimenticare che nelle ultime settimane ben dodici sigle partitiche del centrosinistra pugliese suggellavano la candidatura dello sfidante del Governatore.
Questa cecità si coniuga con lo schema, tutto politicistico, che voleva trasformare la Puglia in un laboratorio dell’alleanza con l’UDC, come se bastasse la somma algebrica tra i due partiti per vincere un’elezione, dimenticando l’esperienza tragicomica dell’Unione del 2006, in verità rivolta a sinistra, ma la logica è sempre la stessa: mettere insieme gli oppositori a Silvio Berlusconi, dimenticando l’importanza di un programma ed un metodo di Governo condiviso.
Ma il successo di Vendola è anche la vittoria di una personalità complessa e ben radicata nel suo territorio che sovverte alcune regole della politica, un carisma che lo fa stravincere anche nella mitica Gallipoli dalemiana, con un risultato quasi bulgaro.
Resta difficile comprendere se la vittoria di Vendola è merito esclusivo del Governatore uscente o ci hanno messo di proprio anche D’Alema e Bersani non comprendendo la realtà, favorendo un successo che nessuno aveva previsto in questi termini.
Le primarie hanno certificato ancora una volta la loro potenzialità, soprattutto quando non sono preconfezionate per ratificare scelte fatte a tavolino dai gruppi dirigenti nazionali o locali, gli elettori del PD e del centrosinistra sfogano così la loro frustrazione verso dirigenti che mostrano di essere distanti dagli interessi reali.
L’elettorato ha dimostrato di non sopportare più le ingerenze nazionali nelle dinamiche territoriali, ma anche di appassionarsi alle Storie e di non essere più interessata agli Scenari.
Vendola, conferma che anche un’altra regola della politica bipolare degli ultimi decenni è forse da mettere in soffitta, si è sempre pensato che per vincere bisognasse candidare chi era più vicino al Centro e che il candidato migliore fosse quello in grado di saper far scolorire i tratti più marcati della propria identità politica, non so se è la fine della ricerca del moderatismo a vantaggio di scelte più chiare anche a rischio di apparire radicali, questo lo scopriremo a marzo e non solo in Puglia, certamente si apre una fase nuova che sarebbe sbagliato non guardare con attenzione.
Ora sarà compito di Vendola ricostruire sulla sua candidatura l’unità di tutto il centrosinistra pugliese per vincere a marzo, ma questo è il futuro della politica regionale pugliese.
E’ augurabile che Bersani faccia tesoro di questa esperienza per aggiustare la strategia tesa a riportare il centrosinistra al Governo, forse il PD dovrebbe riprendere a fare semplicemente la Sinistra, conquistare nuovi elettori e non perdere quelli che ha già, a volte le cose più semplici sono anche le più efficaci.
Forse mi illudo, ma le primarie di domenica non sono solo una vittoria della Politica sulle alchimie di alcuni leader politici, mi auguro che sia anche l’inizio di una novità che riporti il centrosinistra a vincere non solo in Puglia, sempre che i gruppi dirigenti dimostrino di aver capito la lezione e cambino la strategia , o che dopo le elezioni vengano cambiati i gruppi dirigenti a causa di una sconfitta che si può ancora evitare.
Efisio Demuru