Intervento Consigliere Giacomo Mallus nella seduta di Consiglio Comunale del giorno 12/03/2010

Sig Presidente, Colleghi

Oggi il Consiglio Comunale di Capoterra è chiamato a esprimere osservazioni sul progetto della Società Trevy Energy che vede la realizzazione di un parco eolico off –shore nel golfo di Cagliari.
Nel particolare si tratta di 33 torri eoliche, alte circa 90 mt sul livello del mare, che dovrebbero essere posate a 10 km dalla spiaggia di Maddalena e che produrranno circa 100 MW di energia verde.

E’ noto che la spiaggia di Maddalena è ritenuta strategica dalla Amministrazione di Capoterra che nel corso di questi anni ha investito ingenti risorse per valorizzare questa lingua di sabbia.

Contrariamente al resto del litorale Capoterrese che sta subendo grossi danni dall’erosione, a Maddalena Spiaggia è in corso una sorta di ripacimento naturale. L’amministrazione Comunale pur consapevole del lungo cammino da compiere per raggiungere risultati nel settore Turistico, sta cercando di cogliere le opportunità fatte proprie da centri come Pula, DomusDemaria, entrando a far parte del Consorzio Turistico Sulcitano

La nostra amata spiaggia ha una peculiarità che non è sfuggita ai praticanti del kite surf.( Capoterra si sono svolti campionati internazionali): i venti soffiano per lunghe ore/anno a una velocità e direzione costanti.

Questa caratteristica del vento è stata colta da coloro che nel vento intravedono una risorsa energetica e ragionano in termini utilitaristici. La producibilità di un impianto eolico nel nostro litorale è altamente remunerativa.

Cosi’ da oltre due anni (si ha notizia della realizzazione dell’impianto eolico già dal febbraio 2008 con la richiesta di connessione alla Rete Elettrica Nazionale) è pervenuta la richiesta alle autorità competenti per l’avvio dell’iter autorizzativo. La Trevy Energy ha inoltre presentato al ministero dell’ambiente la VIA (valutazioni di impatto ambientale) che ovviamente non è stata portata all’attenzione delle amministrazioni locali.

E’ bene precisare che i Sindaci brontoloni (come sono considerati le massima autorità dei territori) non potranno porre veti. Entro le 12 miglia le acque nazionali sono sotto controllo dello Stato.

L’eolico è un Business e lo si è capito. L’energia prodotta è oggetto di compravendita nel mercato elettrico dei certificati verdi e il Mwh prodotto è remunerato a prezzi elevatissimi.

Ma quali sono i benefici? Sono soprattutto benefici ambientali. L’Italia ha assunto l’impegno con la comunità internazionale di rispettare gli obbiettivi di Kyoto col raggiungimento della quota del 20% della sua produzione energetica con energie alternative, allo scopo di limitare le emissioni di anidride carbonica che influiscono negativamente sui mutamenti climatici.

GreenPeece e Legambiente hanno sostenuto la diffusione di campi eolici e dell’eolico off-shore. La Comunità Europea ha stanziato 500 milioni di euro destinati ai progetti off-shore, fondi che hanno come destinazione di bilancio la ripresa economica

In Danimarca uno dei paesi Europei piu’ attenti ai problemi dell’ambiente e del clima, le pale eoliche sono l’orgoglio del popolo Danese e sono oggetto di visite e gite turistiche. Gli insegnanti danesi considerano la realizzazione di un impianto off-shore come un vero e proprio modello educativo, oltre che un opportunità economica.

La domanda sorge spontanea: perché in Italia un po’ ovunque si sta assumendo questo atteggiamento negativo nei confronti dell’eolico e in particolare dell’ off shore?

Un motivo è sicuramente legato al fatto che in Italia le concessioni sono un privilegio elargito a pochi potenti delle lobby del vento.

Altra verità è che in Italia, come spesso accade, le cose vengono calate dall’alto. Il progetto ogetto di questa discussione, non è stato presentato nei modi e tempi giusti, non è stata coinvolta la popolazione e peggio si è venuti casualmente a conoscenza del progetto quando le concessioni sono state accordate.

Ritengo che la posizione del Consiglio Comunale di Capoterra debba essere una posizione a sostegno delle energie alternative . Dobbiamo spiegare con accortezza che l’eolico non è un mostro e neppure l’eolico off-shore.

Il vero problema è un altro: a un sacrificio collettivo (il “ paesaggio” è un bene collettivo) deve far riscontro una ricaduta positiva sulla collettività e non sulle tasche di pochi fortunati concessionari. Se sacrifico il paesaggio (ammesso che si possa accettare) la bolletta energetica deve diminuire non aumentare.

Dobbiamo precisare che nessuno al momento è in grado di spiegare se le correnti marine subiranno un cambiamento e se l’erosione del nostro litorale subirà una accelerazione: nessun obbligo e nessuno studio sulle correnti marine è stato richiesto alla Trevy Energy

E dell’impatto sui banchi di Posidonia nel Golfo di Cagliari ne vogliamo parlare?

La Sardegna ha una economia basata soprattutto sull’utilizzo turistico delle sue coste. Ci siamo dotati di un PPR Piano Paesistico Regionale che impone precisi vincoli allo sviluppo edilizio sulle coste dell’isola , finalizzato alla bellezza paesaggistica e all’equilibrio ambientale

Tuteliamo le nostre coste e localizziamo e vincoliamo aree dove ubicare le nostre centrali eoliche, le centrali eoliche dei Sardi. Abbiamo a disposizione centinaia di chilometri di aree da bonificare e riqualificare nel Sulcis Guspinese.

Il Consiglio Comunale deve essere in grado di spiegare le ragioni di questo dissenso, che non è pregiudizio nei confronti dell’eolico e in particolare dell’off-shore, ma dell’eolico senza regole.

Se non riusciamo a spiegare questo aspetto della nostra contestazione, rischiamo di essere considerati dei populisti che dicono sempre no a tutto : il criterio NIMBY (Not In My BackYard, “non nel mio giardino”, appunto).

Per queste ragioni votero’ a favore dell’ordine del giorno che esprime diniego alla realizzazioni del parco eolico off shore nel golfo di Cagliari.

Il Consigliere Comunale
Giacomo Mallus

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