Intervento del Consigliere Giacomo Mallus nel Consiglio Comunale del 5 novembre 2008

Il 22 Ottobre 2008 sarà ricordato dai Capoterresi come il giorno della catastrofe e del dolore.
In pochi minuti, abbiamo capito quanto grande sia la forza della natura e come essa esiga il dovuto rispetto.

Il mito che vede l’uomo capace di contrastare con la scienza e la tecnologia ogni evento della natura è caduto miseramente davanti ai nostri occhi, e ci siamo ritrovati inermi a constatare la nostra stoltezza e fragilità umana.

Tre ore terribili durante le quali nel nostro territorio si sono riversati oltre 370 mm di pioggia ( alcuni pluviometri hanno segnato 460 mm), evento mai registrato per la sua intensità in Sardegna.

Alcuni esperti hanno calcolato la probabilità dell’evento. Il numero che ne è scaturito è impressionante: la probabilità che accada un simile evento è 1 ogni 20.000 anni. Purtroppo la teoria dei grandi numeri insegna che l’evento potrebbe ripetersi anche domani.

In pochi minuti strade, infrastrutture, case, interi quartieri costruiti in oltre quarant’anni di laborioso e faticoso lavoro sono stati spazzati via da un’onda nera che ha lasciato dietro se morti e distruzione. Ad essi, a queste vittime quasi predestinate, va il nostro commosso ricordo.

E’ cosi’ che il 22 Ottobre diventa il giorno dei tragici bilanci e della resa dei conti tra uomo e natura. Dopo poche ore le televisioni mandavano in onda le immagini dei nostri concittadini sofferenti e in sottofondo commenti , dichiarazioni, interviste di coloro che. …l’avevano annunciato

Unione Sarda e Videolina ripetevano in continuazione che la colpa di tutto questo era della cementificazione selvaggia e di chi aveva rilasciato le concessioni in zone ad alto rischio idrogeologico. I mezzi di informazione puntavano impietosamente il dito su chi si è ritrovato il cerino in mano ed ha applicato le leggi vigenti negli ultimi anni rilasciando concessioni, dovute per legge.

Rio S. Girolamo è una lottizzazione Convenzionata nel 1977, con regolari autorizzazioni, nulla osta e collaudi, rilasciati da tutti gli organi regionali competenti. La destinazione urbanistica dei lotti è quella di aree fabbricabili C3 super estensiva, conforme al Piano di Fabbricazione del 1969.

Le concessioni che furono rilasciate a condizione che il futuro quartiere di Rio S.Girolamo non interferisse con la futura s.s. 195 Cagliari Pula. Prescrizione che è fu rigorosamente rispettata tanto che già da allora il tracciato Anas della s.s. 195 venne licenziato con una “gobba” .

I lotti 48-E, 49-E, 44-E, 41-E confinano praticamente con l’alveo del fiume. In alcuni di questi lotti si capisce che non bastavano i mq reali rispetto ai mq catastali. Il problema fu risolto in modo geniale, aggiungendo un po’ di terra su l’ argine destro e sottraendone all’argine sinistro, ottenendo un percorso tortuoso, che la mattina del 22 Ottobre il torrente si è rifiutato di seguire, esondando rovinosamente

Le recenti opere di salvaguardi realizzate sul Rio S.Girolamo furono pesantemente condizionate dal rispetto di queste proprietà di privati cittadini (aree fabbricabili costate centinaia di milioni). La sezione idraulica calcolata per la piena dei 500 anni ( la legge impone il dimensionamento per la massima piena degli ultimi 200 anni) fu a mala pena rispettata, sollevando gli argini, per riabbassarli in corrispondenza del ponticello che ha campata di 6 metri e luce max di 3 metri. Un esempio di come non deve essere costruito un ponte, da portare all’attenzione degli studenti della facoltà di idraulica.

Sulla sponda opposta una scuola materna a costruita a 10 metri dal Rio a norma di legge in area che non è stata considerata a rischio del PAI Piano di Assetto Idrogeologico del 2004 elaborato dalla Università di Cagliari.

Anche La Sovrintendenza ai Beni Culturali ci mise del suo. Il vecchio ponte sulla ex-195 ormai dimesso, non puo’ essere toccato. Che importa della Signora Speranza, di Antonello, il ponte risale agli anno 20. E’ un bene storico di gran valore. Non per noi cittadini alluvionati e sfollati di Rio S. Girolamo.

Nel settore E (vie Barcellona Lisbona Madrid Berna) l’evento è stato particolarmente catastrofico. In passato ci furono frequenti allagamenti causati da un altro corso d’acqua individuato nelle vecchie mappe IGM degli anni 60, che fu deviato per realizzare i lotti.

La messa in sicurezza di questo affluente del Rio S. Girolamo realizzata dal Consorzio di Bonifica nel 2006 è costata oltre 1,5 miliardi delle vecchie lire. I lavori hanno retto e limitato la portata del disastro. Probabilmente senza quei lavori noi staremmo oggi a ricordare altri morti.

Oggi i media che per anni per anni hanno ingiustamente accusato il Presidente della Regione Renato Soru (unica voce fuori dal coro) di limitare lo sviluppo e l’economia del mattone, paradossalmente invocano un etica da anteporre allo scempio ambientale, al saccheggio del territorio.

A Capoterra, da oltre dieci anni, si è cercato di dire basta a scelte urbanistiche scriteriate, anche a costo di pesanti ritorsioni. I colleghi del centro sinistra che stoicamente si sono opposti ad un Piano di Fabbricazione dimensionato per 60.000 abitanti, riducendo l’edificabilità di vaste aree C3 di espansione localizzate nella fascia costiera, sono stati oggetto di ogni tipo di pressione, e hanno dovuto sperimentare sulla loro pelle che la coerenza e il coraggio di scelte impopolari non pagano.
Noi Consiglieri insediati nel 2006 per la prima volta abbiamo ereditato questa cultura e condiviso queste scelte. Abbiamo posto al primo punto del nostro programma la sicurezza idrogeologica del territorio, ma cio’ non è bastato ad evitare il disastro causato da 40 anni di gestione scriteriata del territorio.

Ai colleghi dell’opposizione oggi chiedo uno sforzo di coerenza. Domani potreste essere Voi ad essere chiamati ad amministrare questa città di 25000 abitanti. Vi invito a condividere almeno questa che oramai è una certezza: il territorio non puo’ reggere altre spinte antropiche e speculative, non puo’ essere saccheggiato per l’avidità di pochi.

Dobbiamo pensare ad un’altro futuro per i nostri figli, altri modelli di sviluppo economico che non si identifichino nel mattone. Almeno oggi vorremmo che riconosceste e affermaste con forza, con noi, queste ragioni.

Cosa sarebbe accaduto alla viabilità, se Capoterra fosse stato un paese di 60.000 abitanti. Nelle ore immediatamente successive al disastro abbiamo assistito a uno spettacolo surreale. Strade intasate. Turnisti della super centrale Sarlux trasportati con i barconi. Alti Funzionari trasportati con mezzi di emergenza ed elicotteri. La Sardegna bloccata da 370 mm di pioggia.

Voglio concludere pensando che il 22 Ottobre non è stato solo questo. E’ stato il giorno della solidarietà. Dopo poche ore siamo stati coccolati, abbracciati, da tutta l’isola, da tutta l’Italia. Il ricordo che mi portero’ dentro sarà questo. Una esperienza che mi ha umanamente arricchito e che non dimentichero’. Grazie ai migliaia di volontari e mezzi di soccorso, ai giovani, scout, alpini,militari italiani e stranieri, venuti da chissà dove a portare conforto a chi soffre.

Grazie agli operai, impiegati, e i tecnici del Comune. Chi ha detto che i dipendenti pubblici sono fannulloni? I nostri sono stati eccezionali. La loro professionalità impagabile.

Grazie al nostro grande benefattore, la nostra luce, don Battista Melis infaticabile in queste ore a portare speranza e carità tra la gente.
Infine un personale ringraziamento non da capogruppo, ma da cittadino al Sindaco Giorgio Marongiu e alla sua squadra, impegnati dalle prime ore del mattino fino a notte fonda per coordinare la macchina dei soccorsi.
Grazie

Il Consigliere Comunale di Capoterra
Giacomo Mallus

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