Intervento di Franco Bayre nel Consiglio comunale dell’11 settembre 2007

Quant’è balla maggioranza che si fugge tuttavia!”. Questa parafrasi dei versi di Lorenzo de’ Medici, riteniamo possa essere sufficiente ed adeguato commento per l’inerzia di questa maggioranza che, la prima volta, causa lavoro, la seconda volta, causa ferie, ha disertato l’assemblea consiliare, sollecitata dalla minoranza cui apparteniamo.

Insulse e antitetiche scuse che, sul piano della serietà, equivalgono ad una fragorosa e sghignazzante risata nel bel mezzo d’un funerale.

Diamo abbrivo a questo nostro intervento affrontando tematiche che hanno un comune trait-d’union e, seppur cronologicamente datate, purtroppo risultano di estrema ed impellente attualità sul piano sostanziale.

Premettiamo, qualora taluno volesse perfidamente elucubrare in merito, che siamo contrari ad ogni forma di estremismo da qualsivoglia versante provenga: destra e sinistra, per noi, pari sono.

Moderati, per natura, cultura, e vocazione, riconosciamo e accettiamo che i limiti della nostra libertà personale coincidono nel punto esatto in cui ha inizio la libertà altrui e di conseguenza, pur nella fallibilità del nostro essere umani, ci adoperiamo a non travalicare detti limiti. Non sempre ci riusciamo.

Traiamo spunto, paradossalmente, dal raduno di gruppi, etichettati “naziskin”, che ha avuto luogo, nell’ultimo trascorso agosto, in prossimità del Rio santa Lucia, in un’area privata, ascritta catastalmente, salvo ns. errore, al territorio di Uta.

Mai, a memoria d’uomo, forse neppure durante gli eventi bellici, s’era vista la nostra cittadina cinta d’assedio da falangi della Polizia di Stato in assetto anti-sommossa, e mortalmente annoiate per l’incombenza di dover combattere, oltre la spossante canicola, solo assenti fantasmi di dittature e dittatori attualmente, per civica coscienza e imperio di storia, improponibili e inattuabili sul nostro presente di cittadini liberi.

Di là da quel fiume, che, peraltro, territorialmente non ci appartiene, stando a quanto riferitoci da fonti attendibili, un fulvo fiume di spremute d’orzo in tale piena torrentizia, da far impallidire di vergogna il rinsecchito “Santa Lucia”, inondava le secche fauci della “milizia nera” fiaccando, per eccessivo esubero di sorsate, le oltremodo remote o financo inesistenti velleità di assedio e guerriglia urbana che, a tinte fosche, avevano paventato per la nostra comunità capoterrese i locali Paladini della Resistenza.
Chi ben ci conosce sa che siamo equidistanti dal nero-fascismo e dal rosso-comunismo e che, da moderati, preferiamo i concilianti colori dell’arcobaleno della Pace, di quella pace che va costruita, quotidianamente, con le armi della tolleranza e del buon senso, piuttosto che con asfittici slogans di facciata o di appartenenza partitica.

Pertanto risultiamo, o perlomeno, tenuto conto che la madre dei cretini è pur sempre incinta, dovremo essere inattaccabili in rapporto a faziosità o ideologie preconcette.

Alla luce degli ultimi accadimenti, ovvero del nauseabondo vomito dalla trachee industriali della Syndial di venefici fumi di gran lunga più neri e pestiferi della milizia che allegramente ha bivaccato sul Santa Lucia, i Paladini del politico Graal capoterrese, gli intemerati “cavalieri delle tavole rotonde”, in quali certami erano impegnati o perché hanno deposto subitaneamente le pacifiche armi?

E’ ammissibile, sul piano della responsabilità amministrativa, che, chi di dovere, come è stato fatto, possa liquidare una problematica di così ampia e deleteria portata con la semplice constatazione di una impossibilità di intervento diretto perché la struttura industriale, fautrice del vomito di ammorbanti nocivi vapori, non ricade catastalmente e per giurisdizione nel nostro territorio?

Perché pur ricadendo, entrambe le vicissitudini accennate, extra moenia capoterresi, ovvero fuori le mura del nostro territorio, non hanno fruito della medesima preoccupata vigilanza?

Esecriamo qualsiasi forma di estremismo, democraticamente rispettiamo coloro che hanno considerato opportuno manifestare avverso l’happening montano della “milizia nera”, ma riteniamo – pur sempre cavalcando il paradosso – che oggi il pernicioso “fascismo” da combattere, senza risparmio d’energie, con autentica passione e partecipazione, sia, soprattutto, quello tecnologico-industriale, instaurato perfidamente e ad ogni costo, da dementi dittatori del Profitto, sotto casa nostra.

E’ inconfutabile dato di fatto: Capoterra, con subdola e deleteria strategia, è, sempre più, cinta d’assedio in modo asfissiante e l’aggettivo asfissiante non è casuale (vedasi le “puzzette industriali” di quest’ultimo week-end) da fetide truppe petrolchimiche e non, che attentano alla nostra incolumità e, in difetto d’una nostra pugnace e passionale resistenza, finiranno per annichilire il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli.

L’Architetto dell’Universo, di certo non per nostri meriti, ci ha concesso di abitare un eden di straordinaria bellezza, di poterne fruire al meglio per il nostro benessere psico-fisico, lasciando, a nostro carico, il solo obbligo di trasmetterlo in perfetta armonia ambientale ai nostri figli.

Qui non si tratta di sposare la causa dei Verdi ambientalisti, ma piuttosto di evitare, con tutte le nostre forze, di sprofondare nel Rosso-vergogna al cospetto dei nostri figli, causa la nostra ignavia, la nostra indifferenza e, Dio non voglia, la nostra passiva complicità nell’olocausto della nostra Madre Terra.

Sono certo che anche i colleghi della Sinistra, quelli intellettualmente normodotati, possano concordare che, più degli evanescenti e, grazie al cielo, superati ectoplasmi che hanno partorito l’eccidio dell’ultimo conflitto mondiale, oggi sia necessario preoccuparsi e conseguentemente adoperarsi fattivamente per la difesa e la corroborazione del nostro benessere psico-fisico, di quello dei nostri figli.

Benessere psico-fisico che è nel contempo padre e figlio del giusto equilibrio e del benessere ambientale e da questo non si può, in alcun modo, discindere.

La protervia del Dio-Profitto, con la suadente idolatria del benessere di facciata, ha instaurato, purtroppo rafforzandola quotidianamente, una dittatura di gran lunga più nociva, perché ormai radicata nell’intero pianeta, del vituperato fascismo post bellico: è la nouvelle dittatura del fascismo tecno-industriale.

Dittatura, ahinoi, viva, vegeta e tracotante e non mera nostalgia d’un passato ormai improponibile.

Questo è il nemico da combattere, nell’ambito che ci compete, con le armi della giustizia sociale, della solidarietà, della legalità, con tutte le nostre forze, ora, prima che assurga a invincibilità e ci renda inermi e di conseguenza letalmente e definitivamente sconfitti.

A questo, noi amministratori, per primi e in sommo grado, siamo stati deputati.

Pertanto, con umiltà e senso del dovere, mi permetto di invitare Codesto Consiglio ad una fattiva riflessione foriera di indispensabili, urgenti, ma, soprattutto, concreti provvedimenti per la salvaguardia del territorio capoterrese e dei suoi abitanti.

Nondimeno, ritengo, meriti da parte di Codesto Consiglio un’attenta e ponderata riflessione un accadimento, in modo eufemistico definibile increscioso che, puzza lontano un miglio, d’un vomitevole, antidemocratico e illegittimo tanfo dittatoriale.

Il 29 agosto u.s. con numero di protocollo 20328, ben 44 famiglie di nostri concittadini di diverse zone residenziali, interpreti d’un diffuso malessere, hanno inoltrato, all’attenzione del signor Sindaco e di tutti i Consiglieri di Codesta Amministrazione, una ironica e pungente geremiade nella quale evidenziavano molteplici disservizi derivanti, stando a quanto scritto, da negligenze ed omissioni di Codesta Amministrazione.

Tale lettera, è stata indirizzata e rivolta, – questo è bene evidenziarlo onde evitare “pernacchiabili scuse” di attacchi ad personam, – , non solo al Sindaco, alla Maggioranza, alla Giunta, ma indistintamente ai Consiglieri Comunali per la quota di responsabilità amministrativa che loro compete, e, pur essendo cronologicamente anteriore ad ulteriori comunicazioni pervenuteci nel frattempo dalla Casa Comunale, a tutt’oggi risulta notificata al Sindaco ma non a noi Consiglieri, come da espressa e legittima volontà dei firmatari.

Sollecitati da alcuni nostri concittadini che peraltro avevano sottoscritto il documento di cui trattasi e ce ne chiedevano commento, abbiamo ritenuto doveroso, di tale epistola, esperirne ricerca.

Eureka! Evase dal protocollo, le copie destinate a noi Consiglieri, giacevano – e, incredibili actu, ancora giacciono – neglette, nell’Ufficio dei Messi Comunali.

Nonostante il timoroso riserbo dei messi comunali, per pura accidentalità ma con assoluta certezza, siamo venuti a conoscenza che la mancata notifica non è ascrivibile a dimenticanza o negligenza dei Messi (peraltro sempre solerti e puntuali nell’espletare il loro compito) ma ad una precisa direttiva che, qualora non smentita e giustificata su basi certe, inconfutabili e documentali, dagli aventi responsabilità in merito, va immediatamente a ricadere e conseguentemente ad essere perseguibile nell’ambito del Codice di Diritto Penale, nella specifica configurazione di:
– Omissione di atti d’ufficio;
– Sottrazione e soppressione di corrispondenza;

Pertanto, nel precipuo ed inviolabile diritto dei cittadini firmatari e per il rispetto della legalità, stante l’apparente gravità dell’atto omissivo, viene rivolto un perentorio invito, agli aventi competenza e responsabilità diretta, per ottenere:
– l’immediata notifica ai Consiglieri dell’atto di cui trattasi;
– una altrettanto immediata, meticolosa e documentata giustificazione della anomalia su esposta.

In difetto di quanto richiesto, a seguito di pressanti e giuste sollecitazioni da parte degli stessi firmatari, si preannuncia l’inevitabile ricorso alle autorità giudiziarie competenti in merito.

Lì, 11 settembre 2007

Il Consigliere
Franco Bayre

P.S. La mattina successiva a questo nostro intervento ci è stata recapitata la lettera sottoscritta dai 44 cittadini cui dianzi abbiamo accennato. Come mai questo improvvisa retromarcia dai piani alti del Palazzo? A Voi cari concittadini la deduzione che ritenete, su basi legali e di raziocinio, più adatta.
Stiamo ancora attendendo, come da nostra specifica richiesta, che chi di dovere ci fornisca legali e documentate giustificazioni scritte a questa plateale omissione di atti d’ufficio. Appena ne otterremo comunicazione ve ne renderemo partecipi e agiremo di conseguenza.

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