La figura storica di Santa Barbara Vergine e Martire cagliaritana compatrona di Capoterra

Nel 1997, nella chiesa di Sant’Anna a Cagliari, sono state riscoperte le sacre reliquie di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana (già tornate alla luce il 23 giugno 1620, nella cripta di Santa Restituta a Cagliari), che da cinquant’anni si credevano distrutte dai bombardamenti dell’ultima guerra. Del ritrovamento fu data comunicazione ufficiale nella seguente pubblicazione: Mauro Dadea, Le iscrizioni della cripta di Santa Restituta a Cagliari (scavi 1607-1614), in La Sardegna paleocristiana tra Eusebio e Gregorio Magno, Atti del Convegno Nazionale di Studi (Cagliari, 10-12 ottobre 1996), Cagliari 1998, pp. 81-136.

L’anno successivo, su base storica, archeologica ed epigrafica, fu riaffermata la realtà di Santa Barbara, Vergine e Martire Cagliaritana, nella monografia: Mauro Dadea, Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana. Materiali per la storia di un culto, Capoterra 1998.

Il culto, dunque, fino a prova contraria, dal punto di vista storico risulta pienamente fondato.

Non sembrerebbe esserne convinto, però, il viceparroco di Capoterra padre Giorgio Spadoni. Nella sua sconcertante omelia del 25 giugno u.s., primo giorno del triduo in preparazione alla festa, il religioso ha infatti negato questo assunto, sostenendo che siccome Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana non risulta nel calendario ufficiale della Conferenza Episcopale Sarda (per inciso: in questo calendario non risultano neppure Santa Greca, Santa Vitalia, Santa Vittoria, e tanti altri santi amatissimi dai Sardi), di conseguenza non sarebbe mai esistita, e che quella da venerare sia solo l’omonima di Nicomedia, la famosa patrona degli scoppi (cfr. Mariagrazia Marilotti, Preghiere, ma solo per pochi minuti. Padre Giorgio: “La vita di Santa Barbara è una leggenda”, «L’Unione Sarda», giovedì 26 giugno 2008, p. 23).

Equivoco vecchio, come si è visto già più volte chiarito in sede scientifica, ma tanto più sorprendente se si considera come proprio della Santa Barbara di Nicomedia, ormai da tempo, gli studiosi abbiano messo in dubbio la storicità, e che di conseguenza la stessa Chiesa, con la riforma del calendario liturgico del 1969, ne abbia declassato la memoria ai soli ambiti locali.

Quando poi all’aspetto giuridico e canonico della vicenda, pare strano che un sacerdote, incaricato della cura d’anime a Capoterra, ignori che Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, il 6 luglio 2003, sia stata ufficialmente proclamata Compatrona del paese, riaffermandone esplicitamente la storicità e invitando i fedeli a seguirne l’esempio. Il relativo decreto emanato dall’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti (già professore di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense, a Roma), in originale, è depositato presso gli archivi della parrocchia, in copia conforme presso l’Archivio arcivescovile, ed è stato regolarmente pubblicato anche sul bollettino ufficiale dell’archidiocesi di Cagliari (cfr. In onore di “Santa Barbara Scabitzada”, in «Per Cristo nella Chiesa. Notiziario Diocesano di Cagliari», XIII, 2/3, Settembre 2003, pp. 261-262).

Non manca, infine, la notazione a suo modo comica. Padre Spadoni ha tenuto una lunghissima omelia magnificando le virtù di Santa Barbara di Nicomedia, e relegando l’omonima cagliaritana tra le leggende: tuttavia, appena terminato il suo discorso, ha recitato le preghiere del triduo in preparazione alla festa che, essendo state estrapolate dal testo ufficiale già in uso a Capoterra, regolarmente approvato dall’autorità ecclesiastica (Imprimatur del 23 giugno 2003), facevano riferimento a elementi biografici propri della Martire sarda. Un atteggiamento, dunque, quello del viceparroco di Capoterra, del tutto privo di coerenza, al quale non si vede come poter dare una spiegazione logica.

Mauro Dadea

Si riporta di seguito il testo del decreto ufficiale con cui Santa Barbara, Vergine e Martire Cagliaritana, il 6 luglio 2003 è stata canonicamente dichiarata Compatrona di Capoterra:

OTTORINO PIETRO ALBERTI

PER GRAZIA DI DIO E DELLE SANTA SEDE
APOSTOLICA

ARCIVESCOVO METROPOLITA DI CAGLIARI

 

 

 

Al diletto Figlio in Cristo

Padre Luigi CONTU

Parroco di Sant’Efisio

e ai diletti Figli della Santa Chiesa di Dio

che è in CAPOTERRA

 

 

La presenza, nelle campagne di Capoterra, di un’antica
chiesetta eremitica dedicata a Santa Barbara, Vergine e Martire Cagliaritana,
testimonia l’esistenza anche di un antico culto a questa Martire locale, che
avendo rifiutato di rinnegare la fede venne giustiziata a soli trent’anni, nella
località che per questo motivo prese il nome di
Santa Barbara Scabitzada.

Il culto alla Martire, dopo un oblio secolare, prese
rinnovato impulso a partire dal 1620, quando il 23 giugno, nella cripta di Santa
Restituta a Cagliari, assieme a quelle della titolare vennero ritrovate le sue
ossa, in un loculo terragno contrassegnato dalla seguente iscrizione: ((croce))
// S(ancta) Barbara V(irgo) et / M(artyr),
q(uae) vixit an(n)is / XXX.

Per formulario e stile l’epigrafe deve farsi risalire ad
età medievale, presumibilmente all’XI-XII secolo. Se ne deduce come in questo
periodo la Chiesa
cagliaritana conoscesse e venerasse una Santa Barbara nettamente distinta da
quella di Nicomedia, più famosa, che secondo la
passio morì all’incirca sedicenne, mentre quest’altra subì il
martirio in età più matura.

A seguito dei bombardamenti del 1943 sulla città di
Cagliari, si riteneva che le reliquie della Santa Barbara fossero andate
distrutte, unitamente alla chiesa di Santa Restituta. Esse, invece, erano state
messe al sicuro, in un ripostiglio segreto nella vicina chiesa di sant’Anna,
dove in modo del tutto inaspettato sono state ritrovate nel 1997.

Era giusto che almeno una parte di queste sacre spoglie
ritornasse e fosse venerata nei luoghi in cui era avvenuta la loro
glorificazione terrena, nel segno del martirio. Per questo, due frammenti delle
ossa di Santa Barbara sono stati già utilizzati per consacrare gli altari delle
nuove chiese parrocchiali della Madonna di Lourdes, a Poggio dei Pini, e della
Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, a Frutti d’Oro, entrambe nel territorio
comunale di Capoterra.

Ora è a voi, cari cristiani della parrocchia matrice di
Sant’Efisio a Capoterra, che con una importante reliquia di santa Barbara,
Vergine e Martire Cagliaritana, viene riaffidato non solo il suo prezioso
ricordo, ma anche la missione di far sempre meglio conoscere il messaggio di
fede coraggiosa che da Lei ci viene e che, voi per primi, dovete fare vostro,
fedelmente osservandolo con la testimonianza di una vita rispondente all’esempio
da Lei lasciatoci.

Ed è con la speranza che si rafforzi in tutti voi l’impegno
di guardare a Santa Barbara – come del resto a Sant’Efisio, vostro patrono –
quale modello di vera vita cristiana, che, accogliendo la richiesta fattami dal
Parroco e confortato dal desiderio della Comunità parrocchiale di Capoterra, con
grande piacere, avvalendomi dell’autorità riconosciutami dai Sacri Canoni,
dichiaro SANTA BARBARA VERGINE E MARTIRE CAGLIARITANA Compatrona di CAPOTERRA.

 

 


X
Ottorino Pietro Alberti

Arcivescovo di Cagliari

 

Dato in Cagliari, dalla Sede Arcivescovile

il 6 luglio 2003

Santa Barbara a Capoterra

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