Ombre INforme, personale di Ermenegildo Atzori

Sarà inaugurata mercoledì 17 ottobre alle ore 18.00 nella Sala della Torretta del Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà, la mostra Ombre INforme, personale di Ermenegildo Atzori, nell’ambito della rassegna altrArte. La mostra consta di sei sculture corredate da otto pannelli. Il percorso creativo di questo giovane artista sardo ha raggiunto nuovi importanti risultati dopo un lungo periodo di elaborazioni e sperimentazioni continue, sia per quanto riguarda l’elaborazione delle forme sia per il perfezionamento delle tecniche. Sua peculiare caratteristica è l’uso, nella fase scultorea finale, di utilizzare processi di combustione che alterano le superfici dell’opera conferendole un aspetto particolare. Il nuovo oggetto di indagine è l’ombra: le sculture sono esili rispetto a quelle della precedente produzione e si concentrano sull’idea e sul concetto piuttosto che sulla fisicità. Attratto da aspetti fortemente contrastanti della vita, l’artista si muove su binari riconducibili tanto al mondo della fantasia quanto alla più industrializzata delle realtà, spesso mescolando le due dimensioni in apparenza inconciliabili. Per questa mostra insieme a Samuele Dessì, ha composto anche una colonna sonora originale, parte integrante del progetto Ombre INforme. La mostra sarà aperta al pubblico dal 17 al 31 ottobre. Per informazioni telefonare all’Exmà allo 070.666399. Gli obiettivi di altrArte, progetto a cura di Carla Rubiu e Giacomo Pisano, sono contribuire alla promozione dell’arte contemporanea in Sardegna e coinvolgere i giovani con iniziative mirate. Opere e allestimenti sono stati concepiti appositamente per la rassegna nello spazio espositivo della Torretta.

Comunicato Stampa

A seguire il testo critico della mostra a cura di Paolo Marongiu

Al primo impatto con le ultime creazioni di Ermenegildo si prova un duplice sentimento: uno sereno e giocoso, frequente da bambini quando a naso in sù si cercava di attribuire forme note a nuvole informi, l’altro è più straniante, acre, sfuggente, di forte impatto emotivo, come vedere calchi di figure umane Pompeiane.
Entrambi i sentimenti ci portano al nostro vissuto ma il secondo insinua un futuro non troppo lontano. Scolpendo e dipingendo, offrendoci un’istantanea di un tempo da era geologica remota, Ermenegildo squarcia la dimensione temporale.
Permettendoci una visuale all’interno e all’esterno dello spazio scenico (installazione) anche la dimensione spaziale è violata.
Le proiezioni geometriche delle ombre dalle sculture si propongono come una modalità e non come un codice di lettura.
Le ombre sulle tele appaiono composte di sostanze una volta liquide e ancora liquefabili che rapprendendosi vanno a ricostituire le stesse figure scolpite.
C’è un rapporto biunivoco tra ombra-assenza e corpi-presenza e non s’intuisce più quale sia causa e quale effetto: potrebbero essere le ombre che come in un ologramma provocano le figure tridimensionali oppure potrebbero essere le sculture che colpite da un’inspiegabile
luce nuova lasciano sulle pareti ombre come orme fossili.
Con l’ombra-fossile si lancia la sfida a fermare il tempo, infatti, cos’è più fugace di un’ombra?
E’ così che ci troviamo immersi in mezzo ad esseri cristallizzati,
esseri al limite del fantastico, forse mitici come draghi e chimere, ed è evidente che si consegna alla memoria dei tempi non un’immagine da carta d’identità riconoscibile nei suoi connotati ma si vogliono consegnare i sentimenti che le gli esseri hanno provato, espresso e che ora troviamo rappresentati.
Sono sentimenti percepibili al di là dei tempi, sentimenti extratemporali.
Ermenegildo si dimostra artista a tutto tondo pregno d’influenze classiche, nello studio prospettico delle ombre, delle luci, dell’armonia compositiva, e contemporanea ricca di sfumature espressive e
concettuali.
Conferma quest’aspetto anche la composizione dell’originale intervento musicale che facilita l’immersione dello spettatore nell’atmosfera della mostra.
Fondendo materia e contenuto artistico Ermenegildo sembra elaborare una propria filosofia di vita basata sulla percezione, sulla sua elaborazione e rappresentazione.
Il potenziale espressivo dei materiali emerge da un loro continuo studio e sperimentazione e tutto questo dà un ulteriore elemento sensoriale all’osservatore.
Manipolazioni, pitture, innesti, trattamenti ignei ci fanno pensare ad un atto creativo adrenalinico dove al piacere euforico della scoperta si unisce la capacità e potenza dell’invenzione
.

Paolo Marongiu

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