Pennelli a mare, variante del progetto: barriere emerse

CAPOTERRA, Demuru: il direttore ai lavori Montaldo ha chiesto una variante all’intervento sul litorale. Continua la ricerca dei massi.

La priorità resta la messa in sicurezza e attualmente proteggere le case dall’erosione che avanza inesorabilmente.

I residenti: paura e rabbia.

Cittadini delusi e inferociti in seguito alle mareggiate dei giorni scorsi. L’acqua avanza e mina le fondamenta delle case.
Sono rimasti di stucco perché vedono che i pennelli, le barriere a mare non fermano la furia del mare.
È sufficiente una mareggiata perché le onde arrivino siano alle prime case a ridosso dell’arenile a Frutti d’Oro II.
Le preoccupazioni, in primis da Luca Salvetti, vice presidente dell’associazione “22 ottobre” e dei residenti che non perdono d’occhio neppure per un attimo il moto ondoso del litorale e soprattutto sin dove si spinge la mareggiata.
Ieri mattina, il presidente della commissione Lavori pubblici era sul posto e nel pomeriggio è arrivato il direttore ai lavori l’ingegner Nicola Montaldo con il dirigente del comune Enrico Concas.
Una ricognizione per dire che per i pennelli, le barriere a mare occorre al più presto fare una variante.
Si cambia: “Il progetto iniziale prevedeva le barriere sommerse ma è stato bocciato in Regione dalla tutela del Paesaggio – chiarisce Demuru – ora ripresenteremo il piano con i pennelli emersi.
Inversione di marcia urgente perché il moto ondoso cambia in continuazione.
In questo momento, resta comunque la salvaguardia delle case che a Frutti d’Oro danno proprio sulla spiaggia.
Non appena il tempo sarà più mite riprenderanno i lavori sul terzo pennello”.
Insomma, le barriere sommerse hanno meno impatto ma considerati i risultati sarebbero inefficaci.
Più volte, i tecnici hanno ripetuto che prima di fare una valutazione occorre attendere la messa in opera delle quattro barriere.
A quanto pare la modifica del progetto sarà chiesta nei prossimi giorni a metà dell’opera.
È inutile ripeterlo, al momento si tratta di risolvere problemi su problemi, massi in granito e poi in basalto, le cave prima ad est di Cagliari e poi verso Sarroch magari confidando nella ripresa della diga di Monte Nieddu, prevista in primavera.
E ancora lo stop per il pagamento per l’avanzamento lavori dovuti al patto di stabilità.
A metà gennaio la Ragioneria comunale ha fatto il bonifico per pagare la fattura di 195 mila euro alla Ciro Menotti che ora sono arrivati alla Manservigi che ha ottenuto i lavori in subappalto.
Magari serviranno altri soldi per l’avanzamento ai lavori. I lavori riprenderanno? Per ora, no. Magari si attende che le condizioni meteo siano clementi
“L’erosione avanza e occorre sempre più materiale.
Questo significa che al capitolato d’appalto bisognerà aggiungere tra le 50 e 100 mila euro proprio per venire incontro all’azienda che ha maggiori costi. Chiudere l’intervento, mettere in sicurezza il litorale e fare il ripascimento è una nostra priorità”, conclude Demuru.
Al momento c‘è uno stop.
Probabilmente sarà necessaria una perizia di variante e magari una variazione del capitolato d’appalto perché più i tempi si allungano, più i costi lievitano e l’azienda non rientrerebbe più nelle spese stabilite qualche anno fa.
L’erosione era ben oltre le previsioni, si sta mangiando la spiaggia e avanza verso le case.
Allora si passa dalle barriere sommerse a quelle emerse.
Magari saranno meno belle da vedere, ma i tecnici scommettono che questa soluzione sia più efficace.
In questi giorni, i residenti hanno avuto paura che l’acqua del mare arrivasse sino al salotto di casa, come purtroppo è successo il 4 e 5 marzo scorso.
Gli abitanti delle zone a mare osservano tutti i giorni e sperano che la ruspa accenda i motori. Quotidianamente vanno in riva al litorale e contano da quante settimane i mezzi son fermi.
Preoccupati sollecitano gli uffici comunali che risolvano problemi ed ostacoli burocratici.

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