Raccolta di firme per discutere in consiglio comunale della centrale a biomassa

Un gruppo di cittadini, chiede che la questione della realizzazione della centrale a biomasse a Macchiareddu nel territorio di Assemini sia discusso in Consiglio comunale. Questo pomeriggio ha protocollato la lettera con 275 firme, raccolte in due giorni. «Il fatto sorprendente è che nessuno era a conoscenza della costruzione della centrale – fanno sapere i promotori – tutti si meravigliano del perché tanto silenzio su un fatto così significativo per il paese. Da pochi giorni è iniziata la costruzione della Centrale e sappiamo che la Regione ha aperto una procedura di Valutazione d’impatto ambientale senza che i cittadini siano stati informati in quanto non interessati dalla realizzazione degli impianti. Tutto ciò nonostante mille ettari di territorio agricolo di Capoterra siano stati inclusi nel Sin per le ricadute delle emissioni nocive provenienti proprio da Macchiareddu.
Per questo chiediamo – scrivono nella richiesta presentata al palazzo municipale di via Cagliari – se la procedura di approvazione della Centrale, e in particolare nella Valutazione dell’impatto ambientale, il Comune sia stato informato o coinvolto a qualsiasi titolo.
Inoltre, vorremo che sia il Consiglio che ciascun rappresentante dica se è interessato alla questione e sia garantita, nel più breve tempo possibile, una piena informazione e il diritto di ciascuno cittadino di prendere visione degli atti relativi a tutta la procedura d’impatto ambientale. Domandiamo ancora, l’esposizione all’albo pretorio del Comune di tutti degli atti citati.
Infine, invitiamo il Comune a seguire ogni via, inclusa quella legale, al fine di consentire il diritto di intervento nella procedura Via qualora non sia stato ritenuto uno dei Comuni interessati.
In tutti i casi – conclude il comitato cittadino – abbiamo presentato al Savi, la richiesta di poter accedere alla documentazione».
Questa la richiesta scritta nei fogli depositati nell’ufficio del Sindaco Francesco Dessì, del Presidente del Consiglio Giorgio Marongiu e di tutti i rappresentanti dell’Assemblea. Chiedono che sia squarciato il velo del silenzio e finalmente sulla questione si apra un dibattito.
Bisogna, dire che l’impianto ha tutte le carte in regola. Proprietaria è la Società PowerCrop “Alle radici dell’energia” di Sesto San Giovanni in provincia di Milano. Sarà costituito da una centrale a biomassa di 73 megawatt, un generatore a biogas di 5,6 megawatt e un generatore a olio vegetale di 27 megawatt. L’energia prodotta il 12 per cento sarà destinata ad alimentare l’impianto, il resto dovrebbe essere immesso nella Rete Nazionale. I motori a pieno regime dovrebbero lavorare quasi 340 mila tonnellate l’anno di biomassa per sviluppare 50 megawatt. Tutta energia verde.
Leggendo quanto è scritto nello studio di Impatto ambientale, l’impianto, dovrebbe rientrare in un Accordo di Programma denominato: “Progetto di Riconversione di Villasor”. Dopo la fine della bieticoltura che faceva capo agli zuccherifici dismessi della Eridania Sadam, Gruppo Maccaferri. Insomma diventerebbe, una sorta di rilancio del settore agricolo e delle barbabietole da zucchero che d’ora in poi serviranno per produrre energia. Non solo, ma sarà bruciato tutto ciò che è biodegradabile, quindi anche scarti di animali.
Intanto, il mese scorso, ad Assemini il segretario cittadino di Fortza Paris, Massimo Carboni ha chiesto «Ci rivolgiamo alla neo Amministrazione comunale per sapere se sono al corrente della realizzazione di questo impianto e se sono state disposte, a suo tempo, tutte le azioni legalmente necessarie. Precisiamo subito che non è nostro intendimento impedire lo sviluppo, ma capire quale utilità abbia per le aree coinvolte. In Sardegna si produce già energia in quantità superiore al fabbisogno, seppure i sardi la pagano ben il 40 per cento in più rispetto al resto d’Italia».

www.hinterlandcagliari.it

Immagini collegate: