Randagismo, perchè non adottare il cane di quartiere?

Che fine fanno i cuccioli di Garrì, una cagnetta randagia che bazzica nella zona di Liori, che per alcuni mesi seguono la madre ma che con il passare del tempo non si vedono più? La domanda, potrebbe sembrare retorica ma non lo è, perché sono l’emblema dei cani abbandonati. Non sono fatti sporadici che si registrano solo nel periodo estivo, perché nei paesi dell’hinterland, l’abbandono dell’amico a quattro zampe non conosce stagioni. Così in ogni rione si vede: Pluto, Fido, Layla e tanti altri alla ricerca di una casa, per questo capita che inseguano scodinzolando chi per un attimo li ha considerati amici offrendo loro del cibo. Intanto, Maria Rosaria Rattu presidente dell’associazione “Amici miei” che si occupa dell’adozione degli animali abbandonati a Cagliari, ha proposto al sindaco Giorgio Marongiu, di allargare l’associazione anche al comune di Capoterra: “Per ora nessun accordo, è stato solo un incontro – ha detto il presidente – ma auspico che si possa concretizzare a breve, così anche qui s’incomincerà a parlare e a sensibilizzare la gente sul problema del randagismo”. E non mancano certo le proposte, come l’anagrafe canina da registrare già dal primo vaccino dal veterinario, per evitare l’eccessiva burocrazia, e l’adozione del cane di quartiere in cui un intero vicinato si prende cura di Fido.

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