Intervento del Consigliere Giannetto Soi nella seduta Consiliare del 5 febbraio 2010

Il seguente intervento è stato presentato nella seduta di consiglio del 05/02/2010 dal consigliere di Rifondazione Comunisti Italiani Giannetto Soi, e sottoscritto da tutta la maggioranza

PREMESSO CHE

L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi;

L’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti;

Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico;

L’accesso all’acqua per tutti significa pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la sua gestione va attuata attraverso gli articoli 31 e 114 del D.lg. n. 267/2000;

VISTO

Che la gestione del servizio idrico integrato in Italia è attualmente normata dall’art. 23bis della L.133/2008 che prevede, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, tra cui esplicitamente il servizio idrico, a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, imponendo forzatamente la presenza di privati;

Che il recente art. 15 del D.L. 135/2009 che ha modificato l’art. 23bis della L.133/2008 e in corso di conversione alla Camera dei Deputati, muove passi ancor più decisi verso la
privatizzazione dei servizi idrici e di altri servizi pubblici, prevedendo:
– l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%;
– la cessazione obbligatoria alla data del 31 dicembre 2011 dell’affidamento per qualsiasi altra forma di gestione che non si conformi alla disciplina di cui sopra e l’impossibilità di prevedere altre forme di gestione dall’entrata in vigore di tali disposizioni;

CONSIDERATO

che in tutto il territorio nazionale una rete associativa cui aderiscono più di ottanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, sta sottoponendo all’attenzione della cittadinanza e della società civile un appello al ritiro del decreto e una serie di proposte volte alla riappropriazione sociale del bene acqua e alla promozione, attraverso gli Enti Locali, di una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici;
Che l’entrata in vigore delle disposizioni normative di cui sopra rappresenta un chiaro scavalcamento dei poteri degli enti locali e in particolare dei propri organi eletti dai cittadini in merito alle forme di erogazione di servizi essenziali;
Che la gestione privatistica del servizio idrico comporta la violazione di un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, perché espropria l’acqua potabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini, perché consegna al mercato l’acqua con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

1) a intraprendere tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti previsti dall’art. 23bis della L.133/2008, come modificato dall’art. 15 D.L 135/2009 in corso di conversione alla Camera dei Deputati, che condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato ed alla obbligatoria presenza dei privati nella gestione del servizio idrico dal 2011;
2) a intraprendere tutte le azioni opportune nelle associazioni rappresentative degli enti locali e nelle sedi di confronto col Governo nazionale, al fine di affermare il potere degli enti locali e dei propri organi eletti dai cittadini di determinare le modalità di gestione di servizi essenziali alla collettività quale il servizio idrico secondo l’autonomia conferita dall’art.114 della Costituzione e dall’art.117 per le competenze regionali;
3) a riconoscere il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
4) a riconoscere il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica impegnandosi ad inserire questo principio nel proprio Statuto Comunale in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va quindi attuata attraverso un Ente di Diritto pubblico;
5) a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato;
6) ad aderire e sostenere le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” recentemente costituitosi nell’ambito della Campagna Acqua Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sta portando avanti da quasi tre anni;
7) a sensibilizzare i cittadini sull’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso
attraverso informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa tale
da garantire la gratuità di almeno 50 litri per persona al giorno, quantità minima vitale
definita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità );
8) a destinare un centesimo al metro cubo di acqua consumata per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione internazionale.
9) a sottoporre all’assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale le proposte sopra richiamate per valutare iniziative comuni;
10) a informare il Consiglio Comunale entro 30 (trenta) giorni.

Il Consigliere Comunale
Giannetto Soi

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