IRRESPONSABILI

Sono le 18.30 di mercoledi 8 aprile. Come ogni giorno infrasettimanale sto percorrendo la strada che da Macchiareddu porta a Poggio dei Pini, passando prima per la dorsale consortile e poi per le stradine interne delle campagne capoterresi.
Una pioggia fitta e battente in un cielo grigio mi fa pensare che questa stagione, la più piovosa che memoria d’uomo ricordi da queste parti, non vuole proprio finire e continua piovere. Da un certo punto di vista, come ho scritto in un pezzo di qualche mese fa http://poggiodeipini.blogspot.com/2009/01/speriamo-che-piova.html, questa pioggia ha anche un effetto positivo. Mischiandosi con gli scarichi fognari che confluiscono nel Rio San Girolamo, posticipa il disastro a cui assisteremo molto presto se, come appare evidente, le reti fognarie non saranno riparate prima dell’arrivo del caldo. Presto il rio scomparirà, lasciando solo …..
Nella strada che percorro le pozzanghere sono ampie e profonde. Devo stare attento all’acquaplaning perche al mio passaggio si alzano due muri d’acqua. Rallenta Giorgio. Poi mi viene da pensare: e il guado? Come sarà quel guado scalcinato sotto il ponte crollato? E’ un rischio, certamente. Non devo andare a Pauliara ma voglio dare un’occhiata.
In una bella giornata di sole, con il fiume ridotto a un ruscello, capisco che la gente passi di la. E’ molto comodo. Le altre strade sono lunghe e pericolose: 3 o 7 km. Il comune di Capoterra, impegnato nel gioco dello scaricabarile, non ha mai sistemato lo stradello che conduce al guado che si trova in quella valle di lacrime che cono i campi sportivi.
Buca per buca, tanto vale passare sotto la diga. Ma oggi non si può, arriva molta acqua dal cielo e verrà rilasciata per ore dalle pendici scoscese del S. Barbara e dell’arco montano che circonda la valle del S. Girolamo. Non si può rischiare che, a un certo punto, il livello e la forza dell’acqua, che come abbiamo visto è imprevedibile, arrivi al punto di trascinare l’automobile. Come è possibile correre un rischio del genere sei mesi dopo quello che è successo; quelle auto e quelle persone trascinate via a pochi metri da dove oggi si continua a sfidare la sorte anche in una giornata di forte pioggia.
Mi avvicino alla zona del ponte crollato e guardo l’accesso al guado, provvisorio e incustodito, APERTO.

Una Smart scura, minuscola, si appresta a scendere verso l’acqua. Ma all’autista il S. Girolamo deve essere sembrato l’Acheronte. Inverte la marcia e torna indietro. Bravo! Chi passerà dopo?
Ma come è possibile, mi chiedo, che nessuno abbia pensato di chiudere questo passaggio, perlomeno in una situazione simile? Il terreno è della Cooperativa Poggio dei Pini. Provo a chiamare, 725218. Niente. Faccio il numero di telefono delle guardie giurate per chiedere se avessero ricevuto indicazioni, in caso di pioggia, di transennare quel passaggio. Nessuna risposta.
A casa il computer mi dice che per oggi e domani è stata diramata una allerta meteo per la Sardegna meridionale e vedo nella foto satellitare un grosso ammasso nuvoloso che si trova tra la Tunisia e la Sardegna. Non dobbiamo tutti improvvisarci meteorologi, non dobbiamo sostituirci alla protezione civile e soprattutto non dobbiamo più giocare alla roulette russa passando sopra i fiumi in piena. BASTA!
Chi ha le responsabilità della gestione delle infrastrutture faccia la sua parte. Non mi sembra un impresa ciclopica mettere una transenna nei giorni di pioggia. Quel guado è utile a molti, inutile negarlo. Il nuovo ponte arriverà tra un anno o forse anche dopo, ma se ci si comporta come bambini con un giocattolo pericoloso, c’è anche la possibilità che quel passaggio venga chiuso anche quando, in primavera, il rischio sarà cessato.
Sulla scrivania prendo in mano un foglietto arrivato l’altro giorno con la posta (snail mail). E’ della Parrocchia locale. Leggo “si deve riconoscere che si sta lavorando alacremente, soprattutto da parte della Cooperativa, a ripristinare il territorio e a rimetterlo in sicurezza, nonostante la limitatezza dei mezzi e del personale disponibile”. Alla faccia della sicurezza.

Giorgio Plazzotta

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