Pino Baire: Consiglio Comunale del 24/02/2010 – Esposizioni e…. “Pillole” su Abbanoa

Quando si sente “l’esigenza di chiarire” qualcosa già definita, soprattutto su argomenti abbondantemente discussi in Consiglio Comunale, poi addirittura oggetto di interessante e costante confronto sul web, risulta palese la volontà di voler goffamente legittimare decisioni adottate superficialmente, che poi razionalmente si vorrebbero in qualche modo quasi disconoscere. Al “collega” Giannetto Soi, ribadisco (in modo conclusivo) dopo averlo puntualmente già fatto nel dibattito Consiliare, che la delibera del C.C. n. 47 del 05/11/2008 con la quale è stato ratificato il passaggio del servizio unico integrato al gestore unico “Abbanoa”, votata dalla Maggioranza cui Egli appartiene, non può essere giustificata con labili teoremi sofistici, pur riconoscendo l’esigenza del momento, la particolare situazione e l’indisponibilità di somme subito spendibili. (Peraltro congetturate senza una concreta ed approfondita valutazione dei danni) Era forse opportuna una riflessione più attenta su una possibile mediazione con le Istituzioni preposte ed un approfondimento su altre possibilità d’intervento? “I pensieri che vengono in un secondo tempo, di solito sono i più saggi”, enunciava Cicerone. Inoltre, sappiamo perfettamente che “Abbanoa” è una società di capitale pubblico, nessuno ha mai asserito che è un’azienda privata, ma conosciamo altrettanto bene quale sia il suo passivo cronico a pochi anni dalla sua nascita. Una gestione inconfutabilmente fallimentare, (lo stesso collega Soi dice: “memori delle esperienze negative raggiunte in altri centri dell’isola dove il gestore già operava”… ecc…) anche alla luce di una gestione di appalti che stanno ormai favorendo esclusivamente le imprese del Continente a scapito delle realtà lavorative locali. Questa condizione si sta mostrando molto peggiore di quanto si potesse ipotizzare, molte ditte della Penisola si aggiudicano le gare per poi subappaltare ai Sardi, costretti ad accontentarsi pur di lavorare, di “grattare il barile”. Sono spesso i Siciliani a tenere banco in questo “business”, aggiudicandosi fra l’altro, anche la gestione del servizio di Cagliari hinterland. Il risultato è che mancano le sedi operative in loco con conseguente penalizzazione delle manutenzioni, una pessima gestione delle prestazioni ed il rischio reale di aumenti esponenziali delle tariffe idriche per i cittadini. Altro che lo spauracchio delle privatizzazioni !!!… Siamo sicuri sia stata una scelta giusta???

Il Consigliere Comunale
Pino Baire

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