Proteste bollette, Corda: propongo un “condono” e il Comune trovi i soldi dal fondo emergenza

CAPOTERRA, Corda: propongo una sorta di “condono” e l’amministrazione guardi se c’è un fondo emergenza per venire incontro ai contribuenti. In questi ultimi 15 anni abbiamo avuto tre alluvioni, l’ultima il 22 ottobre del 2008 dove le persone hanno perso tutto. Rischiamo il caos.

Cabiddu: fatture già cadute in prescrizione.

Continua la protesta nel palazzo municipale di via Cagliari. L’ufficio tributi preso d’assalto quotidianamente dai cittadini imbufaliti perché hanno ricevuto, con raccomandata, il sollecito di pagamento di acqua, Tarsu e Ici del 2008 e in qualche caso anche del ’98.
In parecchi hanno aperto la lettera e con la bolletta tra le mani hanno iniziato la protesta. In arrivo sarebbero quasi 4 mila raccomandate. La questione è piombata anche venerdì scorso in Consiglio comunale, con un’interrogazione presentata da Giuseppe Cabiddu, da sempre spina nel fianco della coalizione di Francesco Dessì.
Oggi ritorna alla carica, Silvano Corda capogruppo della lista del sindaco: “Il caos Gema e il file non chiari non devono essere pagati dai cittadini.
Nei documenti dati dall’ex agenzia di riscossione non è indicato chi ha pagato e no. Intanto i solleciti arrivano e la gente sta impazzendo.
È assurdo chiedere le ricevute di 15 anni fa.
Propongo una sorta di ‘condono’ e l’amministrazione guardi se c’è qualche fondo emergenza per venire incontro ai contribuenti.
Non resta che guardare in cassa che cosa c’è.
In questi ultimi 15 anni abbiamo avuto tre alluvioni, l’ultima il 22 ottobre del 2008 dove le persone hanno perso tutto, figuriamo se oggi riusciranno a trovare la ricevute.
Poi ci sono gli anziani non abituati a conservare tutto dentro una cartellina.
Siamo in una situazione critica e dobbiamo venirne fuori, magari con un fondo di emergenza – conclude Corda – oppure utilizzando i soldi per le povertà estreme, se è possibile accettando l’autocertificazione”.
La situazione è esplosiva, un po’ com’è successo la primavera scorsa con le bollette pazze dell’acqua, dove la giunta in seguito alle numerose proteste è stata costretta ad annullarle e inviarne altre, stando attenti a non commettere ulteriori errori.
Nell’interrogazione Cabidu parla di situazione già caduta in prescrizione: “Nonostante l’avviso che “Il presente sollecito interrompe i termini di prescrizione”, a mio parere è già prescritta.
Lo dice anche sentenza 4283/10 del 23/02/2010 della Corte di Cassazione, forse ignorata dall’Ufficio tributi.
In tutti i casi, la Suprema Corte ha fissato in cinque anni il termine prescrizionale per la riscossione di diversi tributi, fra i quali la Tarsu, contributi, quelli consortili e canoni per l’uso di suolo pubblico, per la concessione d’uso per passo carrabile ed il canone acqua – continua Cabiddu – appare lampante a tutti che l’amministrazione di questo Comune non è in grado di effettuare le più elementari operazioni di contabilità quale la riconciliazione tra quanto accertato e quanto pagato dagli cittadini e recuperate le comunicazioni a suo tempo inviate o no dalla Gema?
Si dice di oltre 3 mila e 500 raccomandate spedite ma sono risultate dei doppioni in quanto indirizzate a cittadini che avevano già provveduto o ritornate indietro a causa dell’errata compilazione dell’indirizzo”.

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