Relazione sull’esito del Convegno del 5 ottobre 2012

Relazione Convegno 5 ottobre 2012

Il 5 ottobre 2012, presso la struttura polivalente S. Maria Maddalena in via Serpentara a Capoterra, si è tenuto il Convegno sulle:
PROBLEMATICHE E PERICOLI DEL NOSTRO TERRITORIO FRA QUALITA’ DI VITA E NECESSITA’ PRODUTTIVE, SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO E RISCHI AMBIENTALI.
I numerosi partecipanti, che hanno quasi riempito il locale, hanno mostrato molto interesse agli argomenti illustrati dai relatori.
Dopo una breve presentazione di Carlo Carcangiu, Presidente del Movimento “Capoterra: solidarietà – pari dignità”, che ha ringraziato gli ospiti per la loro presenza e i relatori per la loro competente disponibilità, ha aperto i lavori il Dott. Prof. Roberto Copparoni, rappresentante dei Verdi della Sardegna, concittadino, residente a Su Spantu 3.
Nel corso del suo intervento Copparoni ha dichiarato che, anziché farsi condizionare dai facili allarmismi, anche se spesso giustificati, è socialmente più produttivo ragionare insieme e cercare di migliorare il nostro ambiente perché, in questi ultimi 42 anni (da quando lui è residente a Capoterra) molte cose sono cambiate. Da allora, infatti, si registra una popolazione quadruplicata a fronte di numerosi impianti industriali che sono stati costruiti all’interno o al limitare del territorio comunale. Ciò nonostante non si è potuto registrare un piano organico per il rispetto dell’ambiente, anche se questo sarebbe dovuto essere il primo obiettivo a cui avrebbero dovuto mirare gli amministratori pubblici. Pone ai presenti la domanda: cosa significa qualità della vita?
Cosa ci manca per poter affermare che la qualità della nostra vita è perlomeno accettabile?
Si chiede quale sia l’attenzione degli amministratori rispetto agli insediamenti industriali, quali iniziative hanno preso perché la SS 195 torni ad essere una strada statale e non un tratto della strada costiera che, purtroppo, continua ad essere una delle arterie più trafficate e pericolose della Sardegna. Sembra, invece, che tutte le scelte, talvolta scellerate, dei nostri amministratori siano passate sulle nostre teste, quasi che noi fossimo un terzo incomodo e non i primi fruitori di un servizio viario che agli occhi di tutti appare (per non definirlo altrimenti) almeno inadeguato. L’approccio sbagliato di tutte le scelte della nostra amministrazione comunale trova un compendio nel PUC appena approvato dal Consiglio Comunale. Infatti, anziché proiettarsi al futuro (infatti i comuni virtuosi si sono dotati di questo strumento proiettando le previsioni di sviluppo per i prossimi cento anni) i nostri amministratori, pur consapevoli delle infinite carenze di servizi che si registrano nel nostro Comune, hanno pensato esclusivamente ai nuovi insediamenti abitativi e ai vantaggi che si possono trarre dagli ipermercati senza dar peso ad un tessuto di piccolo commercio che caratterizza la nostra comunità. In pratica un PUC studiato contro gli interessi prioritari dei residenti. E questo è niente rispetto alla diffusa carenza di servizi, a cominciare dai trasporti, che non prevedono ancora Capoterra fra i Comuni serviti dal CTM dell’area metropolitana di Cagliari.
Dopo tanta miopia amministrativa è facile arrivare alla previsione di inceneritori e/o termovalorizzatori nel nostro territorio, quasi che non avessimo altri problemi di carattere ecologico, e pertanto potessimo permetterci di peggiorare l’ecosistema che ci circonda senza nessun altro tipo di problema. Sta, quindi, alla lungimiranza dei cittadini interrogarsi su:
LAVORO – SVILUPPO – CRESCITA ECONOMICA – SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE
per poter giudicare, criticare, ed attivarsi per pretendere modifiche ai modelli di sviluppo proposti dagli amministratori pubblici. Sta alle nostre coscienze uscire dalla logica che “senza lavoro (che inquina) non si può vivere”. Infatti, per non doverci pentire a posteriori delle scelte sbagliate, è necessario mirare ad un benessere che consenta, innanzitutto, una migliore qualità di vita. Come ultimo suggerimento invita i cittadini ad essere presenti agli incontri che il Comune ha indetto per discutere del PUC e a consoziarsi per l’acquisto di centraline per il controllo dei vari fattori inquinanti, perché i dati forniti dalle industrie non sono affidabili e le pubbliche amministrazioni, nonostante i loro proclami, tutto fanno fuorché dotarsi di strumenti idonei per pretendere atteggiamenti virtuosi da parte delle società produttive stanziate sul loro territorio.

Intervento del Prof. Augusto Montisci – Facoltà di Ingegneria – Università di Cagliari

E’ stato un intervento di carattere tecnico che, però, ha avuto degli spunti di invito nei confronti dei cittadini a non abbassare mai la guardia rispetto alle tematiche del presente Convegno. Ha invitato i comitati civici e i movimenti dei cittadini a non giocare mai di rimessa ma di anticipo perché, altrimenti, i politici, con la loro solita abitudine, decidono all’interno delle stanze del potere senza consultarsi con la popolazione.
Nel corso della sua relazione, con l’ausilio di slides, interessantissima anche se particolarmente tecnica, il Prof. Montisci ha illustrato le caratteristiche degli inceneritori e/o termovalorizzatori, facendo conoscere ai presenti gli aspetti positivi e (perlopiù) negativi di tali impianti. Ha, infatti, spiegato:
· Quali rifiuti si inceneriscono e perché;
· Le tecnologie di incenerimento;
· Cosa entra e cosa esce dagli impianti;
· Le tecnologie per l’abbattimento delle emissioni;
· Gli impianti di incenerimento presenti in Italia;
· La normativa (Direttiva Europea 2000/76/EC);
· L’incentivazione.

Intervento del Dott. Nicola Culeddu – Ricercatore CNR – Sassari
Risalendo alle origini dello sviluppo industriale del nostro Paese, ha illustrato:
· le norme che fino agli anni ’60 regolavano le produzioni industriali (praticamente nessuna);
· le leggi che vietano certi comportamenti non virtuosi da parte degli industriali;
· la prima legge antinquinamento del 1976 (anche se la normativa organica è datata 1986);
· ora che la normativa è stretta che cosa succede?

Anche il Dott. Culeddu ha rivolto un caldo invito alla popolazione affinché si attivasse per pretendere dalla pubblica amministrazione tutte le iniziative possibili per la salvaguardia della propria salute.

Intervento del Dott. Massimiliano Deidda – Biologo responsabile del Centro Servizi “Ambiente Sardegna”.
Il relatore, con l’aiuto di slides, ha illustrato l’inquinamento della catena alimentare.
Gli argomenti trattati son o stati i seguenti:
· L’inquinamento nella catena alimentare
· Il ciclo alimentare di un prodotto
· La produzione primaria
· Il trasporto (e l’eventuale macellazione)
· Lo stoccaggio ( e l’eventuale trasformazione)
· La vendita
· Il consumo

Ha prestato particolare attenzione nell’illustrazione dell’inquinamento iniziale di un prodotto (terreno non appropriato alla coltivazione, alimentazione di animali con prodotti tossici per l’uomo ecc.) ed ha informato i presenti sulle principali fonti di inquinamento:
· Mineraria;
· Petrolifera;
· Chimica;
· Trasporti;
· Meccanica e siderurgia.

Il previsto collegamento con il Dott. Vincenzo Migaleddu – SMIRG “Medici per l’ambiente” che sarebbe dovuto intervenire sul tema:
COMBUSTIONI ED EMISSIONI E RISCHI PER LA SALUTE,
non è stata possibile a causa di un precario collegamento telefonico tramite Internet.

Si è dato, quindi, spazio agli interventi e domande dei presenti che hanno interessato i seguenti argomenti:
· Perché la Regione Sardegna ha modificato la legge per il trattamento dei rifiuti? E’ stato proposto un referendum che non ha raggiunto il quorum. Sarebbe utile, per la salute di tutti, attivarsi per proporlo nuovamente.
· Il documento sull’inquinamento del nostro territorio è, a dir poco, sconvolgente. E’ necessario che i cittadini siano vigili e debbano esigere atteggiamenti di rigore da parte della pubblica amministrazione per la salvaguardia del nostro ecosistema. Ma, allo stesso tempo, non si possono pretendere buoni amministratori se, poi, non siamo in grado di essere buoni cittadini.
· Dovrebbe essere interesse di tutti partecipare a riunioni come la presente per poter conoscere i problemi e comportarci di conseguenza. E’ grave che ad un pubblico dibattito, proposto dai cittadini, non sia presente nessun amministratore comunale, quasi che le tematiche trattate siano estranee ai loro doveri istituzionali. Anche se la presente situazione ha messo le basi per un allargamento dell’interesse da parte di molti cittadini presenti, è necessario che tutti ci si muova per accordarci su azioni, anche minime, che possano tendere al miglioramento dell’attuale situazione.
· Dall’esame delle sentenze emesse dalla Corte di Cassazione si può vedere che, a proposito delle esalazioni degli impianti di decompostaggio, ha dato ragione sia ai cittadini che ai gestori degli impianti. In quest’ultimo caso è stato determinante il parere favorevole degli amministratori comunali interessati.
A quest’ultimo quesito risponde il Prof. Montisci, che asserisce quanto segue:
Non è vero che la puzza creata dal decompostaggio della frazione umida non sia dannosa perché proviene dalla decomposizione di sostanze organiche. Nessuno, infatti, ci può assicurare che tale puzza non venga, di fatto, utilizzata, per mascherare altri materiali che vengono trattati con il compost. In ogni caso il presente impianto di Macchiareddu non sarebbe dovuto entrare in funzione perché non dotato di idonei filtri per abbattere le emissioni che vengono quotidianamente lamentate dalla popolazione.
· Una cittadina di Decimomannu denuncia che nel suo Comune si fanno cose impensabili nelle discariche dichiarate di “materiali non inquinanti”. Se così fosse non ci sarebbe tutta un’attività di occultazione di dati per non rendere edotti i cittadini di cosa viene realmente smaltito nel loro territorio.
· Un cittadino presente interviene per dire che, fin dagli anni ’60, nei rapporti degli Stati Uniti d’America, la Sardegna veniva definita come “una portaerei dentro una portaerei”, a significare che, se la situazione nella penisola era particolare, a maggior ragione era quella della Sardegna, caratterizzata da un territorio scarsamente popolato e, pertanto, idoneo a certe pratiche poco rispettose della salvaguardia dell’ambiente.
· Cosa c’è di vero dietro la centrale a biomasse di Villasor? E’ vero che sono meno inquinanti delle centrali tradizionali?
A questo quesito risponde Roberto Copparoni che invita tutti ad una maggiore attenzione (ed informazione) perché l’energia “pulita”che ci vogliono proporre spesso può rivelarsi “un pacco”. Bisogna ricordarsi che l’energia prodotta viene acquistata ad un prezzo più alto di quella tradizionale (circa 3 volte tanto) e sulla bolletta elettrica ci fanno pagare il contributo per la costruzione di tali impianti.
· Infine, qualcuno chiede cosa possono fare i cittadini per difendersi, considerato che anche le amministrazioni pubbliche, spesso, tacciono la verità e non mettono a disposizione i dati che potrebbero allarmare la popolazione.
Viene risposto che, se i cittadini dovessero muoversi in maniera organica per ottenere delle risposte e degli atteggiamenti più consoni da parte delle industrie e della pubblica amministrazione, i presenti relatori saranno a disposizione per dare consigli su come comportarsi per la difesa dell’ambiente e, quindi, della salute.

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