TARES, caos e proteste: file chilometriche in banche e poste

Capoterra, banche strapiene.

Le Poste prese d’assalto. Alle 11 c’erano 200 persone.

Caro bolletta: le lamentele sono arrivate sino al palazzo comunale.

In pochi oggi sono riusciti a pagar la Tares.
Banche strapiene e la fila che arrivava sino a fuori.
L’ufficio postale preso d’assalto. Alle 11 c’erano 200 persone. Impossibile restare in fila.
Caos e non sono mancate le lamentele.
La rata del saldo doveva essere pagata entro oggi e le altre il 31 marzo del prossimo anno:
“Peccato che la bolletta sia arrivata nei giorni scorsi”, ripetono in coro i cittadini che di buon’ora hanno affollato le banche con il bollettino in mano.
Ad alcuni, è arrivata oggi mentre altri non ancora. “Abbiamo paura di pagare sanzioni”, si dicono preoccupati. Gira la voce che non ci saranno multe per i ritardatari. Ma in pochi si fidano.
Poi c’è la questione rincari.
Una bella mazzata per famiglie numerose e attività commerciali. Alcuni cittadini vogliono vederci chiaro e stamane lettere alla mano hanno fatto visita all’ufficio tributi del palazzo municipale di via Cagliari.
“Non paghiamo alla cieca – lamentano – vorremo conoscere da dove è venuto fuori il totale”.
In altri paesi è già successo, imbufaliti hanno occupato parecchi Comuni e i sindaci pronti: “Andate a far sentire la vostra voce a Roma che hanno tolto l’Imu ai ricchi per far pagare la Tares a tutti”.
Intanto, la protesta sale e i comitati spontanei con calcolatrici e planimetrie della casa rifanno i calcoli.
Non si rassegnano nel versare la tredicesima in tributi.
Da queste parti, per ridurre la Tares, non resta che attendere il contributo ambientale dal 1994 ad oggi per oltre 6 milioni di euro che il Casicip dovrebbe versare nelle Casse comunali.
Il sindaco, Francesco Dessì, aveva affermato, che se andrà a buon fine il recupero del contributo ambientale, sarà possibile ridurre la Tares.
La vertenza è aperta, non resta attendere gli sviluppi.
Il mese scorso il Consiglio comunale aveva approvato la rateizzazione del temuto tributo.
I toni dello scontro si erano fatti sentire, quando si è parlato della modifica Tares: “Non condividiamo questo regolamento – aveva dichiarato, Pino Baire – perché non sono state accolte le nostre proposte, per quel che riguarda, l’esenzione alle famiglie povere. Insomma, penalizza i meno abbienti”.
Botta e risposta dall’altra parte della barricata: “Come no? – aveva ribadito Mallus – abbiamo fatto sconti a chi ha reddito Isee di 4 mila e 500 che corrisponde a circa 12 mila Irperf. Le attività saltuarie pagano per il periodo in cui usufruiscono il servizio. Abbiamo concesso il massimo”.
Aumenti in vista per bar, pizzerie e i fruttivendoli, perché secondo la tabella del Governo questi produrrebbero più rifiuti.
“È una tassa profondamente ingiusta, studiata scientificamente per colpire le categorie più deboli – aveva continuato Baire – per non parlare della pressione fiscale che aumenterà a dismisura per tutti. Molti artigiani, commercianti, ristoratori e baristi si vedranno costretti, purtroppo, a chiudere. Si prevedono aumenti del 400 per cento”.
Tanto per fare qualche calcolo: un bar di 100 metri quadri dovrà versare 1600 euro. Mentre una famiglia di due persone che vive in 100 metri quadri, lo scorso anno pagava 230 euro quest’anno 310. Se invece sono in 4 il totale arriva a 400 euro e con 6 figli a 500. Sconti a chi ha più di 6 figli e a Capoterra ce ne sono 135, purché abbiano un reddito Isee di 4 mila e 500 euro.
Insomma, si paga 60 euro a persona calcolando anche 30 centesimi in più a metro quadro della casa.

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