XXIII Comunità montana, il piano di sviluppo socio economico

Venerdì 15 giugno si è riunito il consiglio della XXIII Comunità montana per discutere e adottare il Piano di sviluppo socio economico. Ora lo strumento passa nelle mani dei consigli comunali di Uta, Assemini, Capoterra, Sarroch e Villa San Pietro. Successivamente i singoli comuni apporteranno le dovute integrazioni e miglioramenti che entreranno a far parte a pieno titolo del Piano. “Il nostro paese soffre di un isolamento a causa della carenza delle vie di comunicazione – lamenta Ignazio Soriga, sindaco di Uta – questo penalizza fortemente il nostro territorio. Quindi cercheremo di inserire questa priorità. Inoltre, nel nostro territorio, in località “Su niu de su pilloni” sono presenti reperti di grande interesse archeologico, basti pensare alla chiesetta campestre di santa Maria che risale al XII secolo – continua il sindaco di Uta – è inoltre di primaria importanza piazzare sul mercato i nostri prodotti agricoli”. Quindi il Piano appena adottato, se troverà concreta realizzazione, diventerà la manna dal cielo per i cinque paesi che fanno parte della XXIII Comunità montana, perché lo sviluppo economico porterà necessariamente ad un incremento dell’occupazione e al miglioramento del benessere della popolazione. L’attuazione dei numerosi progetti di sviluppo richiede naturalmente ingenti investimenti di capitale che le amministrazioni comunali, dovranno chiedere all’Ue, allo Stato e alla Regione. Quindi, libera scelta ad ogni singolo comune di puntare sui fattori prioritari per il proprio territorio. “Noi punteremo sul miglioramento delle attività agricole, sulla valorizzazione della montagna come bene da tutelare e da valorizzare in senso di sviluppo e incremento dell’occupazione – sostiene Claudio Uccheddu, sindaco di Villa San Pietro – Quindi, turismo montano con l’attuazione di numerosi servizi e strutture ricettive come l’agriturismo. Migliorare la qualità della vita, significa soprattutto, migliorare l’ambiente – continua Claudio Uccheddu – questo è possibile con la raccolta differenziata e con il consorzio tra i comuni per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani”.

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