Messa in sicurezza del territorio: dall’ultima alluvione son trascorsi cinque anni e le ruspe non si vedono

Capoterra, la denuncia dell’Associazione 22 ottobre: il Commissario straordinario sia sostituito con un’altra figura più attiva e veloce nelle decisioni a cui vengano affidati ampi poteri di spesa e di gestione delle procedure tecniche e amministrative per l’approvazione dei progetti.

E fa il lungo elenco dei Programmi fermi che mettono a rischio la vota dei residenti

Venerdì scorso il Consiglio comunale ha approvato un duro documento perché Parlamento e Governo rivedano la trovino fondi aggiuntivi, li tolgano da altri capitoli di Bilancio.
“Andremo a Roma per far sentire la rabbia”, aveva detto il sindaco Francesco Dessì, venerdì in aula.
Protesta, mobilitazione. I cittadini, “l’Associazione 22 ottobre”, il consigliere Regionale del Pd Marco Espa e perfino l’assessore dei Lavori Pubblici Angela Nonni hanno fatto sentire la loro voce parlando di una guerra tra poveri.
Un urlo per dire no al governo Letta che intende spostare 50 milioni già stanziati per le zone colpite dall’alluvione nel 2008 per destinarli altrove.
I milioni per la messa in sicurezza dei fiumi Masoni S’ollastu e Rio San Gerolamo rischiano, grosso. I soldi vanno altrove. Saranno dirottati in Baronia o nel Nord Sardegna in seguito dell’alluvione del 18 novembre scorso. Intanto, sono trascorsi cinque anni dal violento nubifragio che colpì Capoterra, in particolare Poggio dei Pini, Rio San Gerolamo e Frutti d’Oro, lasciando dietro di se una scia morte e distruzione. Quattro persone furono uccise dalla furia dell’acqua.
Intanto, di opere per mettere in sicurezza del rio San Girolamo e Masoni Ollastu e per gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche distrutte nel 2008. Resta tutto fermo, negli uffici regionali per la Valutazione d’impatto ambientale, dopo che l’iter di valutazione è stata illustrata ai cittadini a fine maggio in Aula consiliare e successivamente nell’oratorio di Frutti d’Oro.
Cinque anni è una eternità per popolazioni costrette a convivere con l’incubo ogni qual volta la protezione civile regionale diffonde un bollettino di allarme meteo.
“Chiediamo che il Commissario straordinario sia sostituito con un’altra figura competente nella materia, più attiva e veloce nelle decisioni a cui vengano affidati ampi poteri di spesa e di gestione delle procedure tecniche e amministrative per l’approvazione dei progetti, anche ricorrendo a delle procedure semplificate e snelle, e soprattutto gli vengano date delle deroghe alle tempistiche di appalto dei lavori – lamenta l’Associazione 22 Ottobre – denunciamo il perdurante immobilismo da parte delle amministrazioni coinvolte, ed in particolare del Commissario straordinario delegato per la realizzazione degli Interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, che poco o nulla ha fatto in questi anni per risolvere i rischi e per riportare il territorio di Capoterra in una situazione di sicurezza per l’incolumità dei cittadini.
La mancata messa in sicurezza dei territori rischia di provocare, in caso di nuovi eventi metereologici imponenti, che sempre più spesso si ripetono nella nostra regione, nuove devastazioni.
Se non vogliamo piangere altri morti alla prossima alluvione, chiediamo che tali fondi restino nella disponibilità del Commissario affinché vengano eseguiti gli interventi programmati.
Questo possibile scippo di fondi si associa infatti al grave ritardo nello stato della progettazione e della realizzazione delle opere previste per la messa in sicurezza, nonostante, già dal 2010, siano stati stanziati quasi 40 milioni di euro, i lavori del primo lotto delle arginature tra la 195 e la foce, benché il progetto esecutivo sia stato redatto e sottoposto a Via, ancora non sono iniziati.
I progetti dei due ponti di competenza Anas in corrispondenza del Rio S. Gerolamo e del Rio Masone Ollastu ancora non sono stati completati.
Il progetto del secondo lotto delle arginature del Rio San Gerolamo tra la Sulcitana e il quartiere San Gerolamo non è stato ancora completato, dopo ben due anni di lavoro dei tecnici incaricati.
Il progetto di messa in sicurezza della zona sportiva di Poggio dei Pini non esiste.
La progettazione del secondo ponte sul Rio S. Gerolamo, in coda al lago di Poggio dei Pini non è ancora stata predisposta.
La progettazione del ponte sul Rio S. Gerolamo in prossimità dell’Hydrocontrol non è mai stata avviata.
Il progetto della sistemazione dei numerosi affluenti al Rio S. Gerolamo, a monte delle due dighe, che hanno causato enormi problemi non è neppure coperto da finanziamento, sono necessari circa 9 milioni di euro.
L’unica opera compita ad oggi è il ponte per il quartiere di Pauliara, realizzato in tre anni di lavoro tra mille disavventure, ed inaugurato solo nel giugno scorso”, conclude l’Associazione.

www.hinterlandcagliari.it

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