Da martedì rubinetti a secco a Sestu, Assemini, Uta e Capoterra

Non cessano i disagi per i rubinetti a secco, da martedì l’acqua mancherà a Sestu, Assemini, Uta e Capoterra.
Ieri stessa cosa a Santa Rosa e a Poggio. Ma c’è chi minaccia di presentare denuncia alle autorità giudiziarie, come ha scritto Ludovica Mulas al sindaco di Capoterra, Francesco Dessì, pubblicata nel Blogspot di Poggio.
Da martedì prossimo, da quanto comunica Abbanoa, l’acqua mancherà a Sestu, Assemini, Uta e Capoterra.
“Per lavori di riparazione, urgenti e inderogabili, sulla condotta idrica dell’acquedotto Campidano”, fa sapere la Società.
Fino a quando non scorrerà il prezioso liquido? Al momento non è dato saperlo. Presumibilmente sino a quanto i lavori urgenti e improrogabili, non saranno terminati.
“Per tutta la durata degli interventi le reti idriche saranno alimentate unicamente dalle scorte presenti nel serbatoi comunali”, è scritto nel comunicato. Come dire, occhio ai consumi. Razionalizzate le risorse disponibili per le urgenze. Innaffiare il giardino neanche a parlarne, perché è già vietato da varie ordinanze promulgate dai sindaci. Acqua a conta gocce da martedì, quindi.
Intanto, in questi giorni, bisogna fare i conti con una pressione che fa arrivare a stento l’acqua ai tubi e riempie i serbatoi. Perchè salga fino ai rubinetti di casa occorre la spinta dell’autoclave che però funziona a corrente, e a fine bimestre la bolletta pesa nei conti familiari.
La protesta per le fatture pazze nei mesi scorsi a Capoterra come a Uta aveva suggerito alle Giunte comunali di non aderire ad Abbanoa e di far valere il risultato del referendum popolare che aveva sancito che l’acqua è un bene di tutti e deve essere gestito dal pubblico.
Intanto, Ludovica Mulas del Cda della Cooperativa di Poggio dei Pini aveva scritto al Sindaco: “Questa sera siamo proprio all’asciutto, cosa che la rende perseguibile penalmente trattandosi di interruzione di un servizio di prima necessità come già detto.
Chiedo che si verifichi la situazione del servizio e in mancanza di guasti, si ristabilisca immediatamente l’erogazione regolare dell’acqua, perché in caso contrario provvederò a difendere i miei diritti segnalando il fatto alle autorità competenti”.
Nonostante le carte bollate pronte e le continue proteste, l’acqua continua arrivare a singhiozzo.

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Santa Gilla, una riserva naturale che crei occupazione

Lo Stagno di Santa Gilla potrebbe dar lavoro sino a 430 persone tra pescatori e tecnici, per tutelare l’ambiente e le risorse ittiche perché finalmente, si possa parlare anche in Sardegna di Economia Ittica alla pari delle altre regioni del nostro Paese. È la proposta innovativa del Consorzio Biotecnomares per lo sviluppo della pesca ed acquacoltura in Sardegna ma in particolare a Santa Gilla. I pescatori non possono da soli così arrivano loro in aiuto gli esperti biologi che possono far sfruttare cento volte tanto le risorse della laguna.
Il Consorzio c’è da tempo e stavolta anche i Comuni si muovono. Il Sindaco di Elmas Walter Piscedda, ha lanciato la proposta del Consorzio Molentargius-Santa Gilla con un vasto ecosistema per un grande rilancio, a cui hanno dato l’ok Capoterra, Assemini e Cagliari. Ma ora spetta alla città capoluogo convocare il tavolo tecnico perché dagli parole si passi ai fatti. Far diventare questa zona umida come la Laguna di Orbetello in Toscana gestita da Comuni, cooperative di pescatori supportata dall’ausilio tecnico scientifico che faccia vivere bene e pescatori.
Utilizzare l’esperienza e lo stato giuridico del Consorzio del Molentargius per smuovere dall’impasse in cui santa Santa Gilla è imprigionata da troppo tempo. Una strategia per superare l’impasse e valorizzare le risorse lagunari. Dove regna il caos con i pescatori abusivi che strappano il pane di bocca a quelli regolari, baracche in eternit. Intanto, i Sindaci non possono far altro che star a guardare perché quell’area non è di loro competenza, ma del Demanio e della Regione. Non resta loro che prendere carta e penna e scrivere agli uffici regionali all’Ambiente. Ma resta fermo in qualche scrivania di via Roma.
La Sardegna importare più del 70 per cento del pescato. “Per questo diventa essenziale riconoscere il ruolo fondamentale della ricerca scientifica applicata all’attività ittica – precisa il direttore generale del Consorzio Biotecnomares, Daniela Cacciuto, referente per Confagricoltura Sardegna per la pesca ed acquacoltura che ha presentato una serie di proposte – chiediamo l’istituzione del dipartimento dell’economia ittica così come realizzato nelle Regioni Marche-Abruzzo-Molise-Emilia Romagna e la riorganizzazione delle concessioni dei vari compendi lagunari che vedano insieme cooperative di pescatori ed enti di ricerca a partire dalle strutture con maggior degrado come di Santa Gilla, Marceddì Cabras. Urgente diventa così la Carta vocazionale per lo sviluppo della maricoltura perché evita alle imprese ittiche il costo oneroso per portare avanti lo studio di fattibilità ambientale, oggi richiesto, solo da noi, per avere una Concessione marina”.
Le leggi per la pesca in laguna, restano arcaica da queste parti, intanto avanza l’anarchia e Santa Gilla non produce quanto dovrebbe perché è in coma. Respira a fatica e i pescatori a stento riescono a tirar fuori la giornata.
“Si potrebbero creare filiere produttive che garantiscano la qualità e la specificità del prodotto sardo. E quindi, introdurre zone di tutela biologica per il ripopolamento della fauna ittica affidate a cooperative di pescatori e acquacoltori con la supervisione e direzione della struttura scientifica di ricerca”, conclude la biologa Cacciuto.
Non mancano idee e progetti per tirare su una filiera integrata del prodotto ittico attraverso la realizzazione di struttura di riproduzione, nursery e successivo allevamento e lavorazione e commercializzazione del prodotto. Bisogna trovare la volontà politica e le norme per uscire dal pantano. Una di queste potrebbe essere un Consorzio unico Santa Gilla-Molentargius per far funzionare i distretti di pesca istituiti dalla legge del 2006 per la gestione delle risorse biologiche marine.
Condurre così Santa Gilla verso l’istituzione una Riserva naturale orientata che crei occupazione, tuteli la fauna e chissà arrivi presto anche lo sviluppo turistico.

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Capoterra, approvato per un soffio il testamento biologico

Un inno alla vita, su proposta del Capogruppo Psi, Christian Ruiu, è stata l’approvazione del testamento biologico, in un Consiglio comunale spaccato in più pezzi.
Una parte della minoranza, escluso Giovanna Congiu, ha abbandonato l’Aula mentre Lucia Baire e Pino Dessì hanno votato contro.
La Coalizione di Francesco Dessì ha contatto troppi assenti e tra questi per la prima volta in 10 anni, il Capogruppo del Pd Marco Zaccheddu. 11 i presenti e come se non bastasse a complicare la situazione si è aggiunta anche l’astensione di Giuseppe Fiume dell’Udc.
Il testamento biologico è un atto simbolico, approvato con una maggioranza risicata, per parecchi mal di pancia all’interno del Pd.
L’Assemblea con una delibera nel 2012 aveva approvato il Registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento e ieri con l’approvazione del Regolamento l’ha reso operativo.
La proposta è arrivata dal Presidente della Commissione politiche Comunitarie, Ruiu e da Efisio Demuru del Pd. Una silenziosa alzata di mano che dà un segnale su quello che in seguito approverà il Parlamento e il Comitato bioetico, perché non esiste ancora in Italia una legge specifica sul testamento biologico.
“Molti Comuni stanno chiedendo la legge sui testamenti biologici, ed in attesa prendono iniziative come quello che oggi abbiamo approvato – precisa Ruiu – il cittadino potrà scrivere in un registro, nel rispetto della privacy, la propria volontà riguardo ai trattamenti sanitari che desidera accettare o rifiutare; come l’accanimento terapeutico, donazione organi, cremazione. Notificare le proprie volontà da un notaio costa migliaia di euro mentre dal nostro funzionario è gratuita. Con questo veniamo incontro ai cittadini su un argomento così delicato che da sempre ha diviso l’opinione pubblica. Capoterra è il quarto Comune in Sardegna dopo Nuoro, Cagliari e Tempio Pausania di cui Cagliari è la prima provincia italiana ad aver fatto un ufficio ad hoc di tutela dei cittadini testamentari. L’atto di notifica gratuito dei testamenti è una dimostrazione di democrazia e di grande rispetto anche per i meno abbienti e per quelle persone rimaste emarginate dalla società che non hanno eredi che potranno decidere per lui”.
Quindi, puntare sulla qualità della vita e al benessere dell’individuo. “È chiaro a tutti che l’iniziativa assume un forte valore simbolico e di stimolo verso il Parlamento, che da parecchie legislature tiene ferma ogni proposta in grado di legiferare sul tema in linea con le altre democrazie europee – lamenta Demuru – l’Italia è fortemente in dietro su questo tema e una nuova iniziativa legislativa può e deve nascere per la pressione e la promozione dell’istituzione più vicina al cittadini.
Il Regolamento sul testamento biologico, dopo gli accurati studi fatti in Commissione e con il responsabile dell’Ufficio anagrafe, è un’opportunità che diamo ai cittadini di custodire in maniera riservata le loro volontà. Vogliamo dare il proprio apporto per una battaglia di laicità e di rispetto delle volontà individuali del cittadino, non è una campagna partitica ma un passo avanti verso una maggiore e più consapevole libertà. Ognuno sarà libero di mantenere le proprie opinioni e di professare il proprio credo, ma allo stesso tempo consentiremo a chi lo vorrà, di esprimersi sul proprio fine vita e sulla qualità della propria esistenza”.
Giacomo Mallus suo compagno di partito aggiunge: “Non si può impedire di lasciar scritte le proprie volontà, soprattutto in assenza di parenti. Ciascuno di noi deve essere libero di decidere della propria vita. Con questo passo formale abbiamo voluto inneggiare alla gioia di vivere”.
Di tutt’altro avviso il leader della minoranza Lucia Baire: “Abbiamo votato contro perché si tratta di pura demagogia. Non ha nessun fondamento né giuridico né costituzionale. Io mi domando ma sono questi i problemi del paese? C’è un problema morale e di coscienza che certo questo Consiglio non può risolvere”.

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Poggio dei Pini, finalmente il nuovo ponte: giovedì l’inaugurazione

“Il ponte di Pauliara sarà inaugurato giovedì prossimo alle 10 e al più presto avrà l’illuminazione,i percorsi pedonali e quanto serve a rendere sicuro l’incrocio. I lavori saranno realizzati con i 180 mila euro, avuti con il ribasso d’asta, che la Regione ha trasferito al Comune”. Ha risposto così il sindaco Francesco Dessì, in Consiglio comunale, all’interrogazione presentata dall’esponente di minoranza del Psd’Az, Franco Magi, che chiedeva: “Si rende indispensabile, per garantire la piena sicurezza degli abitanti di Pauliara, mettere in sicurezza le aree circostanti al nuovo ponte, con l’impianto di illuminazione pubblica, realizzando una viabilità pedonale di collegamento con l’ingresso di Poggio dei Pini”. Ritorna così alla ribalta il problema sicurezza: “Sarebbe importante chiedere alla Regione una fermata dei pullman Sumb proprio al di là del ponte in modo che i residenti non siano costretti a raggiungere la strada principale – chiede Giacomo Mallus del Pd – come è importante mettere in sicurezza le fermate di Viale Europa e via Dei Genovesi a Rio San Gerolamo”.
Intanto, è stata fissata per giovedì prossimo alle 10 al termine dell’Assemblea civica, l’inaugurazione del ponte che collega la lottizzazione alla strada principale verso Santa Barbara e quindi arrivare senza percorsi tortuosi a Capoterra e alla statale 195. Distrutto dalla furia dell’acqua nel nubifragio del 22 ottobre 2008. Nei giorni scorsi, il Genio civile, che dopo innumerevoli disguidi ha appaltato la struttura e realizzata dall’impresa “Ifras” associata all’ingegner Paolo Atzeri. Successivamente data in subappalto alla società internazionale Peri.
Il ponte è passato di mano al Comune che per giovedì prossimo alle 10, alla presenza dell’Assessore regionale Angela Nonnis, lo inaugurerà. Sarà, finalmente la fine a disagi e le percorrenze tortuose dei residenti che devono arrivare alle Sulcitana o a Capoterra.

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Movimento “Capoterra: solidarietà – pari dignità“: incontro con l’Assessore regionale ai LL.PP. Angela Nonnis

Il Movimento “Capoterra: solidarietà – pari dignità“ organizza l’incontro con l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici Dott.ssa Angela Nonnis riguardante la messa in sicurezza del nostro territorio, il giorno di LUNEDÌ 8 LUGLIO 2013, alle ore 18.30, nel “Salone Bonfiglioli” presso la Parrocchia “Beata Vergine Maria Madre della Chiesa” di Frutti d’Oro.

LOCANDINA 8 LUGLIO 2013

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