Botta e risposta al limite della rissa tra i banchi del consiglio comunale che si è tenuto mercoledì sera. La discussione è nata dall’interrogazione che i consiglieri del Polo, hanno rivolto al sindaco dell’Ulivo, Giorgio Marongiu. “Vorremo sapere il perché della sospensione dei lavori per la realizzazione della condotta fognaria che dalla località Sant’Angelo arriva in prossimità della 195 – chiede Pino Baire, portavoce della minoranza – si ricorda, che i lavori sono necessari per dare i servizi al piano che gli artigiani attendono da decenni”. L’interrogazione, si è trasformata in un boomerang per i consiglieri delle Casa delle Libertà. Perché il sindaco Marongiu ha ribadito che l’inutile opera è stata avviata lo scorso anno dalla giunta di centrodestra: “Per realizzare la rete fognaria per i piani degli insediamenti produttivi, la giunta Baire ha utilizzato i cinquecento milioni che servivano per risolvere i problemi della rete fognaria di via Teulada e delle zone limitrofe. Inoltre, far passare la rete fognaria da Sant’Angelo verso la strada provinciale sarebbe costato un terzo, anziché farla arrivare fino alla Maddalena Spiaggia. I lavori avviati non sono altro che sperpero di denaro pubblico –continua il capo dell’esecutivo– con i tre miliardi a disposizione per la zona artigianale, avremmo pagato gli espropri e realizzato l’urbanizzazione dei lotti. E già si parla di lotti destinati a restare invenduti per il prezzo esorbitante che si aggira intorno alle centocinquantamila al metro quadro che pochissimi imprenditori potrebbero spendere. Intanto il problema non di facile soluzione pare che sia destinato ad arrivare fino alla Corte dei Conti.
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Manuela Musio, tra le finaliste al Festival di Napoli 2001
Manuela Musio, 25 anni di Capoterra, cantante per passione, sarà tre le sedici finaliste al Festival di Napoli 2001. Ha superato la prova tra oltre settecento partecipanti. La carriera musicale ed artistica di Manuela inizia fin da bambina, con le numerose partecipazione allo Zecchino D’Oro. Studia musica, canto e recitazione e nel 1996 incide la sua prima musicassetta: “C’era una volta” In questi ultimi anni ha collezionato vari successi, non ultimo, la partecipazione alla selezione “Voce per Sanremo” piazzandosi tra le prime finaliste. L’artista capoterrese possiede grinta, tono musicale e un’ottima interpretazione dei brani. Le sue canzoni che toccano argomenti come il sentimento, l’amore e la poesia, hanno tutte le carte in regola per il successo nazionale che si spera arrivi con il brano “Fuori dal nido”. La manifestazione canora “Festival di Napoli” si terrà al teatro Politeama del capoluogo campano dall’8 all’11 luglio prossimo, sarà trasmesso in diretta su Rete 4 e si potrà votare con il televoto.
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XXIII Comunità montana, il piano di sviluppo socio economico
Venerdì 15 giugno si è riunito il consiglio della XXIII Comunità montana per discutere e adottare il Piano di sviluppo socio economico. Ora lo strumento passa nelle mani dei consigli comunali di Uta, Assemini, Capoterra, Sarroch e Villa San Pietro. Successivamente i singoli comuni apporteranno le dovute integrazioni e miglioramenti che entreranno a far parte a pieno titolo del Piano. “Il nostro paese soffre di un isolamento a causa della carenza delle vie di comunicazione – lamenta Ignazio Soriga, sindaco di Uta – questo penalizza fortemente il nostro territorio. Quindi cercheremo di inserire questa priorità. Inoltre, nel nostro territorio, in località “Su niu de su pilloni” sono presenti reperti di grande interesse archeologico, basti pensare alla chiesetta campestre di santa Maria che risale al XII secolo – continua il sindaco di Uta – è inoltre di primaria importanza piazzare sul mercato i nostri prodotti agricoli”. Quindi il Piano appena adottato, se troverà concreta realizzazione, diventerà la manna dal cielo per i cinque paesi che fanno parte della XXIII Comunità montana, perché lo sviluppo economico porterà necessariamente ad un incremento dell’occupazione e al miglioramento del benessere della popolazione. L’attuazione dei numerosi progetti di sviluppo richiede naturalmente ingenti investimenti di capitale che le amministrazioni comunali, dovranno chiedere all’Ue, allo Stato e alla Regione. Quindi, libera scelta ad ogni singolo comune di puntare sui fattori prioritari per il proprio territorio. “Noi punteremo sul miglioramento delle attività agricole, sulla valorizzazione della montagna come bene da tutelare e da valorizzare in senso di sviluppo e incremento dell’occupazione – sostiene Claudio Uccheddu, sindaco di Villa San Pietro – Quindi, turismo montano con l’attuazione di numerosi servizi e strutture ricettive come l’agriturismo. Migliorare la qualità della vita, significa soprattutto, migliorare l’ambiente – continua Claudio Uccheddu – questo è possibile con la raccolta differenziata e con il consorzio tra i comuni per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani”.
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Piromani scatenati
Incendiari non mollano la presa e ritornano alla carica. Ieri intorno alle 13 l’incendio è stato appiccato, da ignoti piromani, in più parti a partire dalla zona collinare in località “Sa perda de su gattu” fino a “S’enna de sa cruxi”, la collina opposta che è stata distrutta all’inizio del mese. Per più di quattro ore le decine di famiglie della zona hanno vissuto momenti di terrore e si sono riversate in strada. L’incendio in pochissimo tempo è arrivato a ridosso dell’abitazione della famiglia Spiga che rischiava sempre più di essere distrutta dalle fiamme, solo il pronto intervento dei vigili del fuoco ha evitato che accadesse una tragedia. Per domare l’incendio, che in pochissimo tempo ha letteralmente mandato in fumo oltre cinquanta ettari di macchia mediterranea, c’è voluto un ingente dispiego di uomini e mezzi: due elicotteri, quattro mezzi a terra dei vigili del fuoco, numerosi mezzi della guardia forestale oltre all’utile ausilio dei volontari della protezione civile. Per molte ore si vedevano soltanto altissime fiamme che avanzavano inesorabilmente sempre più e un densissimo fumo nero visibile da decine di chilometri. I soccorsi antincendio hanno lavorato per tutto il pomeriggio per scongiurare il peggio. Infatti, le fiamme avanzavano sempre più verso le abitazioni e le serre in vetro rischiavano di andare in frantumi. Durante la bonifica dei cinquanta ettari andati distrutti, i vigili del fuoco hanno ritrovato in più parti delle micce, questo fa presupporre che sono stati appiccati numerosi focolai in più parti della collina. Ancora una volta la guardia forestale di Capoterra ha aperto un’ inchiesta. Non sono lontani i drammatici ricordi dell’incendio dell’inizio del mese quando la collina a fianco venne incendiata e andarono distrutti ben trenta ettari di macchia mediterranea tra le più caratteristiche e suggestive della zona. Anche in quell’occasione si sono vissuti momenti di terrore, decine di case evacuate, una scuola materna ha rischiato di andare distrutta e panico tra gli ospiti della comunità protetta della Asl 8 oltre che un enorme dispiego di uomini e mezzi dei vigili del fuoco e della protezione civile. Quello è stato il primo incendio della stagione e purtroppo non l’ultimo. Intanto, le guardie forestali indagano sui numerosi incendi e stavolta il piromane che in soli due colpi ha distrutto oltre ottanta ettari di macchia mediterranea, ha le ore contante.
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Convegno all’Hydrocontrol di Poggio dei Pini
Un Seminario internazionale bilingue si è tenuto ieri mattina nella sede dell’Hydrocontrol per un confronto tra i rappresentanti dei vari Paesi Europei per il recepimento della direttiva del 1998 sulle acque potabili perché siano adeguate al progresso scientifico e tecnologico. Scopo della direttiva comunitaria è quello di salvaguardare la qualità delle risorse idriche per tutelare la salute dei cittadini. “La direttiva comunitaria sulle acque potabili tende sostanzialmente a semplificare il numero dei controlli chimico microbiologici – spiega Osvaldo Conio – dell’Amga e direttore della Genova acque – La legge introduce un’importante novità, che riguarda il “punto di prelievo” sarà effettuato direttamente all’utenza privata e cioè dal rubinetto del lavandino della cucina. Perché capita che l’acquedotto comunale distribuisca acqua potabile, ma riempie di piombo lungo il cammino a causa delle tubature. Per questo l’Unità sanitaria locale eseguirà gli esami prelevandola dai nostri rubinetti”. Quindi, in un futuro non poi tanto lontano, ciascun Paese Europeo dovrà vigilare maggiormente sulla salute delle acque destinate al consumo umano. Ogni tre anni dovrà trasmettere alla commissione europea, i dati di controllo della qualità delle risorse idriche e quelli relativi al trattamento di potabilizzazione. “L’Italia la direttiva europea è stata recepita con il Decreto legislativo numero 31 di quest’anno – continua Osvaldo Conio – Ma c’è il reale rischio che si adottino protocolli dei Paesi europei che con noi non hanno nulla in comune”. Comunque vale sempre consiglio dei nonni per stabilire la qualità dell’acqua e cioè bisogna controllare il colore, l’odore, il gusto ed infine il sapore. Vecchie regole, ma sempre valide. Al convegno internazionale sulle direttive comunitarie sulle acque potabili sono intervenuti esperti di fama europea come Gilles Neveu dell’Ufficio internazionale dell’Acqua in Francia, Markku Puupponen dell’Istituto Finlandese e Istavan Ijjas dell’Università di Budapest. Il seminario è stato guidato dal presidente dell’Hydrocontrol Roberto Passino e direttore dell’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr.