Seminario su Mediazione familiare e comunitaria dal titolo SO-STARE MEDI(T)ANDO SUL CONFLITTO

Per GIOVEDI 16 maggio dalle 15.00 alle 18.00 presso la Biblioteca Comunale a Capoterra, l’Amministrazione Comunale di Capoterra, in collaborazione con le Cooperative Passaparola (ludoteca e CAS Capoterra) e CTR (SET Capoterra), ha organizzato un seminario dal titolo SO-STARE MEDI(T)ANDO SUL CONFLITTO.

Il Comune di Capoterra, da qualche anno, ha avviato una serie di interventi educativi integrati rivolti ai minori e alle famiglie, al fine di rispondere ai bisogni del territorio.
Tra questi, dal 2011 vi è lo Sportello di Mediazione. Attraverso questo strumento di soluzione pacifica del conflitto e con la competenza di un professionista, viene offerto a tutta la comunità di Capoterra uno spazio imparziale neutrale e in cui viene tutelata la riservatezza.
Uno spazio in cui le persone vengono aiutate a superare il momento difficile di relazioni bloccate e attraverso il quale si può imparare ad ascoltarsi e riaprire serenamente i canali della comunicazione interrotti dal conflitto.
Il Seminario ha l’intento di far conoscere alla città di Capoterra quanto è stato finora fatto con la mediazione per ribadirne le potenzialità a favore di quanti si trovano a dover gestire inevitabili conflitti: tra coniugi, tra genitori e figli, tra insegnanti e alunni, tra colleghi di lavoro, tra datore di lavoro e dipendente, tra vicini di casa……
Il conflitto è infatti un elemento costitutivo dell’interazione umana perché la differenza di opinioni, desideri e interessi è necessaria.
Tuttavia si può gestirlo con strumenti costruttivi. Tra questi riveste un ruolo significativo la mediazione che per molti versi riprende pratiche di antiche tradizioni.
Il servizio di mediazione, presupponendo che i soggetti conoscano i propri diritti, il valore del conflitto e la differenza tra soluzioni in linea con l’equivalenza, è uno strumento educativo che fa del conflitto occasione per imparare a gestirlo.

Dopo i saluti del sindaco Francesco Dessì e dell’Assessore alle politiche Sociali Walter Cocco, interverranno
Pier Gavino Sechi, Avvocato, insegnante e formatore in materie giuridiche;
Michelina Masia, Professore associato in Sociologia del diritto presso il Dipartimento di Diritto Pubblico e Studi Sociali della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari. Da diversi anni porta avanti da un punto di vista sociologico lo studio dei sistemi alternativi di risoluzione del conflitto, mediazione e conciliazione;
Daniela Ardau Mediatrice Familiare e Comunitaria. Da oltre 10 anni è mediatrice presso molteplici servizi socio-educativi in Sardegna, tra cui quello di Capoterra gestito dalla Passaparola.

Incontriamoci nel conflitto – Invito.pdf

Immagini collegate:

Capoterra 2000, convocazioni importanti in casa gialloblù

Soddisfazioni in casa gialloblù, il Tecnico della nazionale Under 21 di Calcio a 5 Raoult Albani, ha convocato Giorgio Fanutza – Classe 1994, atleta del Capoterra 2000 al raduno che si svolgerà a Roma dal 12 al 14 maggio. Evento a cui parteciperanno 20 atleti provenienti dalle Regioni del Centro Sud. Occasione per il nostro atleta per potersi misurare con i coetanei delle altre regioni.

Giorgio, cosa ne pensi di questa convocazione?
“In tre anni di calcio a 5 ho fatto tanti sacrifici che mi hanno poi dato tante soddisfazioni come diventare capitano dell’ Under, l’esordio in prima squadra e il primo gol. Sicuramente la convocazione nella nazionale di Under 21 è stata una sorpresa.”

Quest’anno com’è andato?
“Con l’Under 18 abbiamo disputato un ottimo campionato, nonostante la sconfitta della finale regionale, ad un minuto dalla fine.”

Vuoi ringraziare qualcuno?
“Assolutamente si, ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me: il Presidente Mariano Marras, tutta la società del Capoterra 2000, i miei compagni di squadra e i mister.”

Importanti convocazioni anche per altri due ragazzi del Capoterra 2000: Vatavu Octavian e Pinna Davide che parteciperanno alla rappresentativa Regionale nella categoria Under 16.
Il presidente Mariano Marras: “sicuramente soddisfatto per queste convocazioni, il lavoro della società inizia a dare i suoi frutti. L’esempio di Giorgio è un modello da seguire per tutti, sicuramente altri modelli avuti con noi e poi allontanati non sono sicuramente consoni allo stile della nostra società. Buona fortuna ragazzi.”

Camilla Accalai

Immagini collegate:

Un trenino turistico a Santa Gilla: a Capoterra nasce il parco religioso

È tutto pronto per fare nascere il parco religioso con i percorsi turistici che vanno dallo stagno di Santa Gilla alla Torre saracena di Su Loi, dal sentiero del sicomoro di Poggio per salire sino alle chiesette campestri di Santa Barbara e Gerolamo. Un trenino turistico su gomme porterà i visitatori in un tour tra storia, laguna e mare percorrerà tutto il territorio di Capoterra e le sue innumerevoli bellezze sino al parco della Comunità montana, la Casa Melis, e presto sarà inserito anche il centro storico con la casa natale in via Azuni di Sergio Atzeni. Sarà un percorso turistico e religioso oltre che ambientale anche perché a breve aprirà il Centro di educazione ambientale a Casa Spadaccino a Su Loi. La biologa del Consorzio For Mentis ha comunque già iniziato ad organizzare ogni domenica le escursioni nello stagno di Santa Gilla. In ogni sito sono stati realizzati i cartelli informativi. “All’orizzonte posti di lavoro e la valorizzazione del patrimonio architettonico, storico, ambientale del territorio. I lavori di ristrutturazione si sono conclusi lo scorso anno ed ora non resta che avviare il percorso incominciando con l’inaugurazione della Torre a Su Loi”, ha detto il sindaco Francesco Dessì alla presenza dei consiglieri della coalizione, riuniti martedì scorso per l’incontro di maggioranza. 2 milioni e 200 mila euro arrivati dall’Unione europea con i Fondi dei Piani operativi regionali del 2000-2006 richiesti dalla Giunta di Giorgio Marongiu e dall’Assessore ai Lavori pubblici, Efisio Demuru. Una bel po’ di quattrini per la realizzazione del Parco Torre Ulivi, escluso il recupero della torre per il quale è stato chiesto un altro contributo, sistemazione del sagrato chiesetta di Su Loi con realizzazione di un parco attorno. E ancora: a Poggio dei Pini edificazione dell’oratorio e del sentiero sicomoro e infine, la sistemazione delle strade e del sagrato delle chiese campestri di Santa Barbara e San Gerolamo. Tutto è pronto, non resta che fissare la data per il taglio del nastro. Il presidente della Commissione Bilancio e Risorse spiega: “È stato fatto un ottimo intervento di valorizzazione. I percorsi turistici religiosi porteranno sicuramente nuovi posti di lavoro e servizi per il territorio, come già è stato fatto con la gestione di Casa Spadaccino”. L’ex assessore Demuru aggiunge: “Il finanziamento ci ha consentito di valorizzare i percorsi di Santa Barbara, dell’area di Su Loi e della Torre aragonese. L’utilizzo delle risorse storiche oltre a rendere migliore la città di Capoterra può consentire di generare uno sviluppo anche economico. È necessario anche chiedere ulteriori risorse per mettere in sicurezza la Torre e renderla ancora più fruibile per i visitatori. Nel 2008 abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione e l’abbiamo rinnovato negli anni successivi con un progetto preliminare già predisposto”. Un tour che dirotterà il flusso dei visitatori e dei turisti anche da queste parti, abituati da sempre a percorrere la Sulcitana sino a Nora e Chia. Fra non molto si fermeranno perché qui ci sarà un percorso attrattivo che pochi appassionati di storia e ambiente vorranno lasciarsi sfuggire, senza trascurare il mare con la valorizzazione del Lido della Maddalena che negli ultimi anni ha subito continui miglioramenti diventando un’ottima spiaggia con tante attività sportive, e quest’estate si aggiungerà anche la vela.

dario.serra@castedduonline.it

www.castedduonline.it

Immagini collegate:

Studenti africani aggrediti: uno finisce in ospedale, denunciati i bulli

Tre studenti africani aggrediti e minacciati a Capoterra: bullismo misto a razzismo. Uno di loro finisce in ospedale e rischia la vita, scatta la denuncia ai carabinieri in una storia inquietante. Avevano terrore di andare a scuola. Perché tutte le volte che passavano in piazza Verde a Capoterra, tre studenti, due di origini tunisine ed una del Senegal, ma ormai cittadini italiani, venivano aggrediti dai bulli loro coetanei. Tutti frequentano la scuola media Costantino Nivola. Bullismo misto a razzismo. Vivacità eccessiva che sfocia in molestie con lancio di pezzi di pane e acqua accompagnati da frasi come: “Mangiate morti di fame e lavatevi”. I bulli tiravano i capelli a una delle tre. Per forza Stefano, lo chiamiamo con un nome di fantasia, ne prendeva le difese. E ancora frasi di disprezzo e parolacce. Uscire di casa per Stefano e le sue due amiche era diventato un incubo. Vissuto in silenzio perché minacciati di non parlarne con nessuno, altrimenti sarebbe scattata la vendetta ancora più grave. Stefano tutte le volte interveniva per difendere le amiche dalle angherie dei bulli e tutte le volte scoppiava di rabbia perché impotente di fronte a tanta prepotenza. Lunedì 29 aprile non ce l’ha fatta più, all’ultima ora di lezione è crollato. Collassato. E nonostante i docenti cercassero di rianimarlo, non si riprendeva. Diventava sempre più freddo e cianotico. Il personale della scuola allerta il 118 e i genitori. Arriva l’ambulanza, senza il medico a bordo. La situazione è grave. Non si tratta di un semplice svenimento. Più tardi arriva la medicalizzata e viene trasportato a sirene spiegate all’ospedale Macciotta di Cagliari. I sanitari riescono a rianimarlo e resterà ricoverato per circa dieci giorni. Sincope, c’è scritto nel foglio di dimissione dell’ospedale. Nel frattempo, all’interno dell’edificio scolastico scoppia il finimondo e parecchio spavento per tutti. I genitori sono ancora sotto shock: “Vedevo mio figlio steso sul pavimento e mi sembrava morto, aveva le mani fredde e non reagiva quando gli parlavo – racconta in lacrime la madre – ci dicevano che non si salvava, che se ne stava andando. Mio marito è crollato, è diabetico, i medici hanno dovuto assistere anche lui. Piangevamo disperati implorando Dio di aiutarlo. Si è sentito male intorno alle 13 ed è stato trasportato all’ospedale alle 14.40. Un’ora e mezzo buttato nel pavimento di un’aula scolastica. Fortunatamente è andata bene. Ora è a casa ma deve proseguire la cura. Troppa rabbia si è tenuto dentro senza lamentarsi e parlarne con noi perché più volte minacciato. Pochi giorni prima di sentirsi male non ce l’ha fatta più e ne ha parlato in casa. Mio marito, senza farsi notare li accompagnava a scuola. Ha beccato i bulli mentre insultavano mio figlio. Hanno capito che c’era il genitore e sono scappati. Un sabato mattina, sono intervenuta io con una di loro. Ma con tono spavaldo e con la sigaretta in bocca, mi ha preso a parolacce. Sono dovuta andare via. Dal giorno sono scattate le ritorsioni nei confronti di mio figlio e delle due amiche, perché a loro dire era uno spione che si nascondeva dietro mamma e papà. Lui a soffrire in silenzio perché solo e impotente di fronte ad un gruppo scalmanato e minaccioso. Abbiamo cercato di parlarci, di contattare le famiglie, è stato tutto inutile. Gli insegnanti, su questioni che capitano fuori dalla scuola pare che non possano intervenire. Così, non ci restava che subire. Una mattina non ce l’ha fatta più ed è crollato ”. La clinica pediatrica di Cagliari ha fatto partire una denuncia al tribunale dei minori e i genitori l’hanno presentata alla caserma dei carabinieri di via Bologna. Pare che siano intervenuti anche i servizi sociali del Comune e un bulletto dello scalmanato gruppo è stato anche trasferito da un plesso scolastico ad un altro. “Noi abbiamo perdonato – continua la mamma – ma siamo amareggiati perché nessuno dei loro genitori si è presentato a chiedere scusa e questo ci fa soffrire. Dobbiamo vivere come fratelli, aiutarci e stimarci perché anche se nati o vissuti in altri Paesi siamo tutti figli dello stesso Padre celeste. Mi auguro che Dio illumini i ragazzi che hanno fatto tanto male a mio figlio, alle sue amiche e si rendano conto in modo che non facciano vivere le pene dell’inferno più a nessuno. Noi siamo originari della Tunisia, ma viviamo a Capoterra da più di vent’anni. I miei figli sono nati qui e siamo cittadini italiani. Ci troviamo bene, siamo integrati. Fortunatamente, questi fattacci sono isolati”. Nella foto, l’intervento dell’ambulanza nella scuola di Capoterra.

dario.serra@castedduonline.it

www.castedduonline.it

Immagini collegate: