Capoterra, finto zoppo con le stampelle tenta il colpo in una gioielleria

Si finge zoppo e tenta di rapinare una gioielleria a Capoterra, è caccia al ladro. Stamattina intorno alle 10.30, un uomo a volto scoperto e munito di stampelle si è fatto aprire la porta dell’esercizio commerciale “Oro Shop” in corso Gramsci. L’uomo, fingendosi claudicante, è quindi entrato all’interno del negozio e ha minacciato e aggredito un’impiegata intimandole di consegnare l’incasso della giornata. La donna ha però reagito attivando i sistemi d’allarme e il malfattore, abbandonate prontamente le stampelle, si è dato alla fuga. Sul posto sono arrivati i carabinieri che indagano sul caso. La donna ha riportato alcune contusioni giudicate guaribili in cinque giorni.

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Capoterra, Espa: “La Regione vigili sull’Anas per i lavori sulla Sulcitana”

“Per la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico bisogna dare i poteri al Commissario straordinario per le emergenze, tenendo presente che ogni alluvione semina morte e distruzione. Quindi, esige un iter spedito e senza intralci, lavorando anche su più turni per fare presto. La Regione deve pungolare l’Anas per i lavori del rifacimento dei ponti dove sfociano il Rio San Girolamo e Masoni e s’Ollastu sulla Sulcitana. Quei minuscoli ponti strozzano il corso d’acqua perché lunghi pochi metri mentre dovrebbero essere molto più vasti. Se la portata dell’acqua diventa eccezionale quei ponticelli si trasformano in tappi. Allora è urgente che il Presidente Cappellacci intervenga con l’Anas perché metta tra le priorità il deflusso del fiume verso il mare. Stiamo parlando di lavori urgenti, ne va di mezzo la vita delle persone.
Qui ogni allarme meteo semina terrore e incubi. Da queste parti le persone trascorrono notti insonni”, ha detto, il Consigliere regionale del Pd Marco Espa, intervenendo ieri sera con l’assessore regionale Angela Nonnis nel Salone parrocchiale di Frutti d’Oro dove si è discusso della messa in sicurezza del rio San Girolamo e Masoni Ollastu e degli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nell’alluvione del 22 ottobre 2008.
Questo è il secondo incontro stabilito per legge, organizzato dal movimento “Capoterra: solidarietà – pari dignità” presieduta da Carlo Carcangiu, per presentare la valutazione d’impatto ambientale. Il terzo si terrà, con molta probabilità a Poggio dei Pini.
“L’impegno della Regione su Capoterra procede senza sosta – ha aggiunto Nonnis – tenendo conto dei tempi tecnici obbligati dalla valutazione di impatto ambientale e di quelli necessari per l’acquisizione delle aree dei privati, contiamo di concludere tutti i complessi procedimenti entro l’anno. Il primo lotto dei lavori porterà dei benefici, tra i quali, il miglioramento delle condizioni di funzionalità del regime idraulico, la diminuzione del rischio di inondazione e della pericolosità nelle aree abitate. Inoltre, saranno adottate tecniche di ingegneria naturalistica finalizzate ad armonizzare al massimo l’opera con il territorio circostante”.
Se tutto procede per il verso giusto, le opere del primo intervento dovranno iniziare tra gennaio e febbraio prossimo e se si faranno più turni di lavoro non dureranno a lungo.
Intanto, giovedì alle 10 l’Assessore Nonnis, il sindaco di Capoterra Francesco Dessì inaugureranno il ponte di Pauliara, distrutto dalla furia dell’acqua nel nubifragio del 22 ottobre 2008.
Nei giorni scorsi, il Genio civile, dopo innumerevoli disguidi, ha appaltato la struttura.
“Al più presto avrà l’illuminazione,i percorsi pedonali e quanto serve a rendere sicuro l’incrocio. I lavori saranno realizzati con i 180 mila euro, avuti con il ribasso d’asta, che la Regione ha trasferito al Comune”. Ha risposto giovedì scorso il sindaco Dessì, all’interrogazione presentata dall’esponente di minoranza del Psd’Az, Franco Magi, che chiedeva: “Si rende indispensabile, per garantire la piena sicurezza degli abitanti di Pauliara, mettere in sicurezza le aree circostanti al nuovo ponte, con l’impianto di illuminazione pubblica, realizzando una viabilità pedonale di collegamento con l’ingresso di Poggio dei Pini”.

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Capoterra, resa dei conti nel Pd. Mallus: Zaccheddu si dimetta da capogruppo

“Il Pd a Capoterra non chiede nessun rimpasto nella giunta Dessì ma a volerlo è solo Marco Zaccheddu. Per questo presenti le sue dimissioni alla prossima riunione in Consiglio. Se ha problemi di qualunque natura si dimetta, non sfrutti la posizione di capogruppo del Pd per questioni personali. Tutto quello che ha detto non è condiviso. Non possiamo riconoscere come nostro portavoce chi fa uscite pubbliche cosi politicamente irresponsabili”, è la risposta di Giacomo Mallus, suo compagno di partito. L’affondo diffuso nei giorni scorsi da Zaccheddu, non è piaciuto per niente. Anzi ha anticipato i tempi della resa dei conti all’interno del più grande partito della Coalizione che sostiene il sindaco Francesco Dessì.
Pd è un partito allo sbando, il più grande Gruppo misto nello scenario politico, come diceva l’ex Governatore Renato Soru qualche giorno fa. Dopo l’affondo del Capogruppo Marco Zaccheddu che in un certo senso ha accelerato lo scenario che probabilmente sarebbe successo fra meno di un anno, magari dopo le elezioni regionali. Invece, la miccia è scoppiata in anticipo. In pochi se l’aspettavano, visto che la pace armata andava avanti da tempo. Anche se prima o poi sarebbe scaduto l’ultimatum.
Zaccheddu, ex assessore ai servizi sociali e già presidente della Comunità Montana, vuole fare fuori i tecnici dalla Giunta. “Fuori loro e dentro gli eletti”, sostiene. Indicando chiaramente di voler mandare a casa l’assessore ai Servizi sociali Walter Cocco e quello all’Urbanistica Leopoldo Marrapese.
Non mancano le schermaglia all’interno dei Democratici e giovedì in Consiglio comunale si vedranno ancora una volta le scintille. “Zaccheddu leader Pd? – chiede Mallus – dai su, non scherziamo, e dopo le dichiarazioni di ieri proprio rappresenta solo se stesso. È capogruppo perché lo abbiamo deciso nonostante sia stato eletto con meno voti. Ribadiamo pieno sostegno al sindaco e alla sua Giunta, a ai validissimi e capaci esponenti nominati dal Pd. Politicamente le sue dichiarazioni sono irresponsabili. Non si gioca con la politica. Non può permettersi di prendere iniziative a titolo personale senza averle concordate con nessuno all’interno del partito. Se sente di non godere del consenso, si dimetta”.
Una uscita così proprio alla vigilia dell’approvazione del Bilancio consuntivo e con le 114 osservazioni presentate al Puc da cittadini e associazioni ecologiste non ci voleva proprio. Già sono pochi quelli che possono votare se poi vengono spostati, i conti non tornano. Non è proprio il caso di fare la resa dei conti. Le scadenze importanti non ammettono interessi di partito. Questo è il momento dell’impasse e non delle rivoluzioni. Le bizze, magari dopo le elezioni regionali.
“Voglio inoltre far notare che il risultato elettorale ha dato precise indicazioni su quelli che sono gli equilibri nel partito – continua Mallus – I tre più votati sono Demuru, Marongiu ed io. Tutti oltre i 280 voti.
Per questo chiedo che Marco Zaccheddu si presenti dimissionario alla prossima riunione in Consiglio”. Nella foto Giacomo Mallus.

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Capoterra, il leader del Pd chiede un nuovo rimpasto nella giunta Dessì

Il Pd a Capoterra chiede un rimpasto nella giunta Dessì. “Ci sono parecchie cose da mettere apposto all’interno del Partito Democratico. Ognuno naviga a vista e fa ciò che vuole. Se continueremo così il Pd morirà. Noi ne saremo responsabili. Il Segretario sulla carta è Veronica Pinna ma non è così nei fatti.
Allora, avviamo un rinnovamento. Iniziamo ad dire con dire basta all’era dei tecnici in Giunta che impediscono agli eletti di svolgere il loro mandato”. È un fiume in piena, il Capogruppo del Pd Marco Zaccheddu, che sino a giovedì scorso, in 10 anni, non era mai mancato ad un Consiglio comunale.
Forse è un’assenza strategica per non dover alzare la mano sull’atto formale del testamento biologico oppure per la batosta che l’Amministrazione comunale ha preso nel ricorso al Tar presentato da Ninni Serreli e anche in quella occasione avrebbe dovuto approvare il debito fuori Bilancio di 2 mila e 200 euro per ripagare in parte le spese legali, su cui la Corte dei conti dovrà presto stabilire i responsabili all’interno del palazzo municipale di via Cagliari.
Non lo dice apertamente ma il dito è puntato sull’assessore tecnico ai Servizi sociali Walter Cocco e su quello all’Urbanistica Leopoldo Marrapese. Così, Zaccheddu potrebbe ritornare ai Servizi sociali e Arrais alla sua vecchia e agognata poltrona dell’ Urbanistica che occupava già con la Giunta di Efisio Baire. Mentre, Leopoldo Marrapese e Veronica Pinna entrambi del Pd potrebbero sedere in Consiglio, perché primi dei non eletti. Sembrerebbe un organigramma per equilibrare gli assetti all’interno del gruppo dei Democratici. Ma così non è. Altre spine nel fianco sono in arrivo alla Coalizione di Francesco Dessì.
“Si badi bene. Non voglio entrare in Giunta, anche se in parecchi hanno messo in giro questa voce – prosegue Zaccheddu – nell’esecutivo metteremo una squadra ricca di professionalità e competenza. Finalmente, potrò fare il Capogruppo, perché sino ad ora lo ero solo di facciata e siamo andati in ordine sparso. Insomma, chiedo che la politica riprenda il suo ruolo e gli eletti abbiano il giusto riconoscimento”.
Si avvicina il rimpasto in Giunta? A chiederlo ancora una volta è il numero uno del Pd.
Per questo motivo da oltre un anno non mette piede sulla Commissione urbanistica per contrasto con il Presidente Nuccio Arrais, suo compagno di partito. E da giovedì ha iniziato a disertare anche l’Assemblea civica, tanto che preoccupato si è affrettato anche a chiamarlo Efisio Demuru, il più votato dei Democratici.
114 osservazioni al Puc presentate dai cittadini, associazioni ecologiste e dalla Provincia di Cagliari, sono ferme in Commissione. Un Piano da portare avanti che prevede uno sviluppo urbanistico nella provinciale che da Capoterra conduce a Maddalena Spiaggia con un incremento della popolazione da qui a 10 anni di 8 mila abitanti. Si passerebbe dagli attuali 24 mila ai 32 mila nuovi residenti. È certo che ci sarà uno stop ai centri commerciali mentre lungo le coste saranno ammessi servizi legati al turismo.
I tempi stringono e i mal di pancia deicConsiglieri e delle correnti dei partiti, fanno da troppo tempo slittare le emergenze. Nella foto, Marco Zaccheddu.

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700 strumenti per raccontare la musica del mondo ad Assemini

Quaranta anni di ricerche e viaggi nei cinque Continenti per collezionare 700 strumenti musicali, sonos de canna. Tutti custoditi nel Museo della Musica, in via Ischia. Qui si potrebbero anche creare alcuni posti di lavoro se le istituzioni, ad iniziare dal Comune, prestassero maggiore attenzione. Amministrazioni distratte dal Puc e dalle emergenze dei lavori pubblici, non si sono mai occupate né di questo museo né di quello di Scienze naturali che 8 anni fa si è dovuto forzatamente traslocare alla Vetreria di Pirri. Un pezzo di cultura e di possibile sviluppo occupazionale è andato perso nel disinteresse generale.
Un tesoro nascosto che diffonde sonos de su mundu dagli innumerevoli strumenti musicali, conservati nella casa di Antonio Ghiani, in una piccola strada privata inghiottita dalla circonvallazione di Corso Africa.
In pochi conoscono lo scrigno di inestimabile valore, racchiuso tra il roboante via e vai del traffico cittadino. In quella stradina c’è una casa trasformata in museo dalla volontà santa da un uomo che fin dalla tenera età ha amato la musica. Ha conservato i più antichi strumenti musicali come cimeli non da tenere nascosti, ma da mostrare a tutti. Ha restaurato con soldi propri e successivamente ha spalancato le porte. Il visitatore appassionato o no di cultura musicale, attraverso 700 strumenti potrà percorrere la storia, la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi dei popoli del mondo.
“La musica non ha colori e confini, ha un solo obiettivo, diffondere ovunque il linguaggio dell’amore e della fratellanza. Un linguaggio universale chiaro a tutti, anche se apparentemente suonato con strumenti diversi”, spiega rigorosamente in lingua sarda, Antonio Ghiani, 67 anni. Lui ha iniziato da giovanissimo a suonare prima il clarinetto, poi la chitarra per passare a is launeddas , suo maestro Dionigi Burranca di Samatzai morto nel 1995 all’età di 82 anni.
Quattro anni fa, assieme all’Associazione Sonus de canna, ha pubblicato un manuale con tanto di Cd interattivo per insegnare l’antica arte.
Il Museo è un viaggio alla scoperta delle tradizioni popolare di tutto il mondo, ad iniziare dalla Sardegna per passare in Europa, Cina, Africa, America e negli angolo più nascosti dell’India. Qui ci sono opere di inestimabile valore che raccontano la storia della musica dei vari popoli. “Sunt traballadas cun abillenzia de maistus mannus. Hant traballau crocorigas, nuxis corrus e cannas po sonai una musica connota de totu su mundu”, continua Ghiani. Opere lavorate con abilità dei maestri artigiani dei vari Paesi, realizzate nel corso del tempo. Una noce, una canna e una zucca svuotata dai semi e lasciata seccare, se sapientemente lavorata diventava uno strumento musicale. Così facevano gli antenati: “Con i sonus de canna animavano le feste, accompagnavano le processioni religiose e la sera si fariant is ballus in praza de cresia, aundi i piciocus pregontiant sa sposa. Cussu fiat su spassiu nostu. A pustis de sa guerra, sunt arribaus is americanus e hant portau totu un atera musica e meda de cussu chi sonemus nos, s’est perdiu”. I tempi che cambiano, sono ricordati con nostalgia.
Un museo in una casa, sistemata tanto sudore e senza avere un centesimo di contributo da parte degli enti. In questo luogo di storia e di cultura di tutti i popoli del mondo si entra su prenotazione e chi vuole può lasciare un’offerta che servirà a coprire le spese oppure ad arricchire il patrimonio d’arte.
Accanto al mandolino la targa: “dono di Massimiliano Tedde” e per continuare con i doni offerti dalle scolaresche e amici che nei bazar del mondo hanno beccato su sonu de canna e hanno così continuato ad arricchire la collezione.

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