Ladri nelle aziende agricole, Pino Baire: ripristinare la compagnia barracellare

CAPOTERRA, Pino Baire (lista civica) per far prevenzione occorre al più presto rimettere in sesto la compagnia barracellare.

Ladri nelle aziende agricole in tutto il territorio.
Rubano un po’ ciò che trovano pompe sommerse, autoclavi e attrezzatura varia e poi magari lo rivendono per pochi euro.
Ne avevamo già parlato all’inizio dell’anno e precisamente nell’articolo del 6 gennaio (link).
I campi isolati e il buio della notte fa il resto.
Il mattino non resta che fare la conta dei danni e degli strumenti spariti. Ripuliscono tutto, a volte persino il freezer.
È successo la notte di Natale nell’azienda agricola di Silvio Piscedda, in località Coccodi nel territorio di Uta.
Anche in questo caso puntuale esposto in caserma. Purtroppo capita spesso.
“La compagnia barracellare è un valido supporto a tutte le forze di polizia locale ed un efficace deterrente per eventuali atti criminosi al patrimonio privato e pubblico – ha detto ieri in Consiglio comunale Pino Baire, presentando un’interrogazione al sindaco Francesco Dessì e all’assessore alle Attività produttive Beniamino Piga – che cosa intendono fare nell’immediato per non continuare a privare il paese di un così importante servizio e, quali adeguati interventi abbia in mente per il rilancio del corpo”.
Insomma, secondo l’esponente di minoranza i barracelli in giro per le campagne del territorio farebbero prevenzione e probabilmente i furti nelle aziende diminuirebbero.
“Stiamo parlando di incapacità amministrativa e menefreghismo. In quanto in questa legislatura l’assessore è rimasto a guardare statico l’agonia di un corpo, che fino ad un anno fa, era utilissimo alla comunità. Vuole che faccia io l’assessore? – ha provocato Pino Baire – così gli insegno come si lavora proficuamente per rilanciare e far rivivere un servizio così utile e importante.
Sono comunque disponibile a collaborare, anche da subito per trovare soluzioni efficaci”.
La Compagnia barracellare fu istituita nel XVII secolo per la tutela e sicurezza patrimoniale degli agricoltori e allevatori.
Successivamente trasformata in pubblico servizio obbligatorio per ogni comune. Occupandosi nel tempo di prevenzione incendi, della criminalità diffusa e della sicurezza sul territorio.
“Questo importante servizio fu ricostituito nel 1999 dall’amministrazione dell’allora sindaco Efisio Baire, ritenendo che l’ausilio dei barracelli fosse indispensabile per il controllo di un territorio vasto e complesso come quello di Capoterra – conclude Baire – la lenta agonia della nostra Compagnia è iniziata fin dal 2008, con la Giunta Marongiu e fin da allora sono state tantissime le richieste verbali e formali per un supporto strumentale ed economico, fatte alle amministrazioni di turno, fino all’ultima del Comandante Giuseppe Marini nell’agosto del 2012 rimaste, senza risconti.
Ad ottobre di due anni fa avevo presentato un’altra interrogazione denunciando la possibilità che la Compagnia potesse cessare il servizio, chiedendo interventi urgenti per la sua salvaguardia.
In quell’occasione l’assessore Piga, aveva in risposta assicurato che il Comune non poteva prescindere dal supporto di una prestazione così importante, garantendone quindi la rivitalizzazione e sostegno da gennaio dello scorso anno. È trascorso un anno e i barracelli hanno chiuso”.

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La Caporetto della maggioranza: franchi tiratori nella riconferma dei revisori dei conti

CAPOTERRA, accordi trasversali tra i due schieramenti per la nomina dei Revisori dei conti, affondano la maggioranza Dessì.

Gigi Frau (FI) e Pino Baire (lista civica) sollevano le braccia in segno di vittoria ma parlano piuttosto di scelte condivise per rappresentare anche la minoranza.

Accordi trasversali tra i due schieramenti per la nomina dei Revisori dei conti, affondano la maggioranza di Francesco Dessì.
Da quanto è trapelato, l’accordo di coalizione che indicava la riconferma dei contabili Sirigu, Marini e Tiddia non è stato rispettato.
Almeno cinque i franchi tiratori che hanno silurato la Sirigu e alzato la mano insieme all’opposizione per piazzarci Gaia vicino allo schieramento di centrodestra.
Nel Consiglio comunale di stamattina, quello che da oltre tre anni covava sotto la cenere è stato scoperto. Dessì è ostaggio di chi dice una cosa in maggioranza e poi ne fa un’altra durante i lavori in Aula.
Silvano Corda, simpatizzante di Forza Italia e per le regionali tifa infatti per Cappellacci e del partito del sindaco che ha in tasca la tessera del Pd, avrebbe alzato la mano per piazzarci Gaia, seguito da Giuseppe Fiume dell’Udc, da Giuseppe Cabiddu eletto con Sel, dal capogruppo dei Socialisti, Christian Ruiu che ha votato scheda bianca e da qualche altro del Partito democratico.
Insomma una Caporetto.
L’ibrido centrosinistra stamattina è stato sconfitto.
Ma si sapeva. Era solo una questione di tempo che le diverse anime della coalizione prima o poi alzassero la testa per farsi riconoscere.
Questo dato politico Dessì lo conosce, bene per questo cammina come se fosse in un pantano stando bene attento dove mettere i piedi.
Un passo fuori luogo e i fragili equilibri rischiano di saltare. Anche perché in casa Pd la situazione e tutt’altro che idilliaca.
Proprio per questo la poltrona dei servizi sociali, lasciata libera da tempo da Walter Cocco è ancora vuota. Guardata a vista.
“L’egemonia del presidente dell’Assemblea, Giorgio Marongiu oggi è stata sconfitta – dichiara Cabiddu – la sua linea non è passata”.
Il presidente della commissione Bilancio, Giacomo Mallus parla di una maggioranza allo sfascio dove alcuni del centrodestra, confluiti in maggioranza stavolta l’hanno spuntata: “Siamo all’assurdo.
La coalizione fa passare tra i componenti dei Revisori il braccio destro di Cappellacci. Questo grazie a chi sta con i piedi su due staffe”.
E Ruiu ne fa una questione di principio: “Ho votato scheda bianca perché carica pubblica, debba essere frutto di bando o graduatoria di merito. Sono contrario agli incarichi politici”.
Gigi Frau (FI) e Pino Baire (lista civica) sollevano le braccia in segno di vittoria ma parlano piuttosto di scelte condivise per rappresentare anche la minoranza: “La legge prevede che un Revisore sia indicato anche dalla minoranza e così è stato.
Apposta i lavori della settimana scorsa sono saltati. Non era stato raggiunto l’accordo”.

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Commento all’articolo “Nomina scrutatori, Cabiddu: basta con il clientelismo” del 21/01/2014

“Chiediamo un elenco aggiornato degli scrutatori disoccupati e si proceda alla loro nomina esclusivamente con il metodo del sorteggio al 100 per cento – conclude, Cabiddu – la Commissione si adegui alla trasparenza che i cittadini chiedono. Chi amministra non è il padrone della città che ottiene il suo potere umiliando le persone”.
Queste testuali parole del consigliere G. Cabiddu, dovrebbero essere riprese e gridate ad alta voce da 10, 100, 1000 persone, perchè contengono la soluzione più sensata al problema, rispetto al metodo quantomeno “clientelare” per non dire altro, attualmente perseguito. Anche la norma di legge che consente la nomina “ad personam” degli scrutatori da parte dei consiglieri, è di una iniquità e faziosità incredibile. Cosa si sta aspettando a proporre una petizione locale, con sottoscrizione manuale, oppure a “lanciarne” e sottoscriverne una in modalità virtuale, a livello più ampio, tramite AVAAZ, Change.org o Firmiamo.it, per chiedere con forza a chi di dovere di modificarla?! In tempi di crisi economica, sociale e occupazionale, è assolutamente giusto che a svolgere i compiti di scrutatore non siano gli amici degli amici (i soliti noti), ma coloro che vengono sorteggiati “a rotazione”, presi dagli iscritti all’apposito Albo comunale, che risultino effettivamente disoccupati o inoccupati. “A rotazione” significa (ad esempio), che i 100 sorteggiati per una elezione, non potranno essere risorteggiati nella elezione successiva e si dovrà procedere così, fino ad esaurimento, per poi ricominciare da capo. Non ci vuole grande capacità politica per fare una cosa del genere, ma solo razionalità, applicata a buona volontà e senso della giustizia, sociale ed umana. Tutte cose, a quanto pare, che mancano interiormente a moltissimi consiglieri comunali, sia di centrodestra che di centrosinistra. Questo, oggettivamente, fa di loro dei “cattivi” politici (anche involontariamente), poiché chi non possiede qualità etiche di tal fatta, non potrà mai governare veramente bene (anche volendolo), con equità e saggezza, a vantaggio dell’intera comunità.

La Sentinella

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Gli alunni in visita al municipio: insegnante d’eccezione il sindaco Dessì

CAPOTERRA, le classi quinte a lezione dal sindaco: il Dopoguerra, la Costituzioni e gli atti vandalici gli argomenti trattati.

Un viaggio degli alunni delle classi V di Residenza del Poggio nel palazzo municipale.
Stamane, ad accoglierli il sindaco, Francesco Dessì. È stata una lezione, come si chiamava un tempo, di educazione civica.
La storia di Capoterra e la ricostruzione del Dopoguerra. Seguendo le foto dei sindaci dal 1948 ad oggi appese nella parete dell’Aula consiliare.
Numerose le domande degli alunni. Curiosità ma non sono mancate quelle che riguardano il funzionamento della giunta e del Consiglio comunale.
Marco ha chiesto: “il senso civico dei cittadini è migliorato oppure peggiorato?”
Il padrone di casa ha messo l’accento sul rispetto del bene pubblico e non sono non mancati gli esempi degli ultimi atti vandalici: “Tutto ciò che vedete, iniziando dalle porte delle vostre aule ha un costo per tutti. Se voi rovinate un arredo scolastico, il Comune devo togliere soldi dalle altre parti per riparare il danno.
Così è successo con la scritta all’ingresso del paese rovinata dai vandali.
Stessa storia per la fioriera distrutta in corso Gramsci. Si tratta di perdite subite da tutta la comunità che hanno un costo ma anche non ci fanno fare bella figura”.
Tutti in sala giunta per osservare da vicino la stanza dei bottoni e le ambite poltrone.
Infine, il primo cittadino ha consegnato agli insegnanti il libro della Costituzione.
La lezione non è terminata. Continua in classe.

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Sa perda de su gattu, sale la tensione: i residenti chiedono servizi

CAPOTERRA, Corda: dobbiamo ripristinare i diritti per quei cittadini che hanno sborsato i quattrini per i servizi ma non li hanno mai ricevuti.

Multe dei vigili per le fosse asettiche che scaricano nei terreni limitrofi.

Continue liti tra vicini per la fossa asettica che a sentire le proteste quando è piena invece di chiamare l’autospurgo, scaricherebbero nei terreni confinanti, suscitando l’ira dei vicini.
Liti, lettere di protesta ai vigili urbani che in quest’ultimo periodo sono intervenuti più volte per accertare le violazioni e hanno anche fatto ben 10 multe.
Insomma chiamare il mezzo per svuotare la fogna costa e qualcuno, a sentire le lamentele, taglierebbe le spese facendo scorrere in reflui in aperta campagna, ma considerate le abitazioni che sorgono da più parti la melma arriverebbe un po’ dovunque.
Non mancano le accese discussioni di vicinato, capita che la polizia locale non riusca a sistemare la situazioni, Così qualcuno si è rivolto all’avvocato e a breve si vedranno in tribunale per parlare dei reflui che scorrono nei terreni.
Nella zona agricola de Sa perda de su Gattu, nell’ultimo mezzo secolo sono sorte parecchie case, se ne contano un centinaio. I residenti, hanno chiesto la sanatoria e hanno pagato tutto compreso le opere di urbanizzazione.
Ma al di là del cimitero, l’arteria che collega all’ l’Hydrocontrol e a Poggio dei Pini. Si tratterebbe insomma di “Zone compromesse”, come è scritto nel Puc, fermo da tempo nelle discussioni di maggioranza. Ultimamente ha subito uno stop perché ci sarebbe allo studio la questione commerciale.
“Il Piano passerà solo se troveremo i soldi per portare i servizi nelle aree compromesse – dice perentorio Silvano Corda, della lista del sindaco – dobbiamo ripristinare i diritti per quei cittadini che hanno sborsato i quattrini per i servizi ma non li hanno mai ricevuti.
Sull’argomento le sentenze della Cassazione non mancano.
Il comune deve dare acqua, luce e fogna altrimenti resterà ancora a lungo inadempiente.
Siamo al paradosso, Sa Mitz’e Caria è zona C e a poche centinaia di metri siamo in campi agricoli. Anomalie da sistemare con il Puc”.

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