La proposta: cimitero aperto tutti i giorni, il dolore non si può comandare a tempo

CAPOTERRA, il Movimento 5 Stelle stamattina ha protocollato all’ufficio del sindaco Francesco Dessì, la richiesta con tanto di firme.

Da più parti arriva la richiesta di aprire il cimitero tutti i giorni e non solo per tre volte la settimana.
Sei anni fa l’aveva chiesto Pino Porcu, con una lunga lettera: “Per dar modo ai familiari di pregare sulle tombe dei propri cari, sembra quasi che queste siano ostaggio di ridicoli regolamenti.
Il dolore non si può comandare a tempo”.
Un problema affrontato anche in altre parti, come ultimamente ad Assemini, dove l’allora il neo sindaco Mario Puddu, con una delibera decretò l’apertura dei cancelli anche nei giorni di festa.
Alcune persone anziane, quando il camposanto è chiuso restano nel muro di cinta o in prossimità del cancello e pregano i loro cari. Una tristezza che lascia di stucco chi nelle ore mattutine, passa da quelle parti.
È una abitudine consolidata, al termine della seconda messa del mattino in parecchi salgono corso Gramsci per far visita ai cari defunti.
Le richieste diventano sempre più insistenti e numerose.
Ultimamente è ritornati alla carica il gruppo 5 stelle di Capoterra che stamattina ha protocollato all’ufficio del sindaco Francesco Dessì, la richiesta con tanto di firme: “Chiediamo l’apertura del cimitero tutti i giorni per permettere a quanti vogliono onorare i propri cari di poterlo fare in un orario e un giorno consono alle proprie esigenze.
Non è pensabile che un luogo sacro e di preghiera possa essere paragonato ad un esercizio commerciale, con i giorni di chiusura”.

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Proteste bollette, Corda: propongo un “condono” e il Comune trovi i soldi dal fondo emergenza

CAPOTERRA, Corda: propongo una sorta di “condono” e l’amministrazione guardi se c’è un fondo emergenza per venire incontro ai contribuenti. In questi ultimi 15 anni abbiamo avuto tre alluvioni, l’ultima il 22 ottobre del 2008 dove le persone hanno perso tutto. Rischiamo il caos.

Cabiddu: fatture già cadute in prescrizione.

Continua la protesta nel palazzo municipale di via Cagliari. L’ufficio tributi preso d’assalto quotidianamente dai cittadini imbufaliti perché hanno ricevuto, con raccomandata, il sollecito di pagamento di acqua, Tarsu e Ici del 2008 e in qualche caso anche del ’98.
In parecchi hanno aperto la lettera e con la bolletta tra le mani hanno iniziato la protesta. In arrivo sarebbero quasi 4 mila raccomandate. La questione è piombata anche venerdì scorso in Consiglio comunale, con un’interrogazione presentata da Giuseppe Cabiddu, da sempre spina nel fianco della coalizione di Francesco Dessì.
Oggi ritorna alla carica, Silvano Corda capogruppo della lista del sindaco: “Il caos Gema e il file non chiari non devono essere pagati dai cittadini.
Nei documenti dati dall’ex agenzia di riscossione non è indicato chi ha pagato e no. Intanto i solleciti arrivano e la gente sta impazzendo.
È assurdo chiedere le ricevute di 15 anni fa.
Propongo una sorta di ‘condono’ e l’amministrazione guardi se c’è qualche fondo emergenza per venire incontro ai contribuenti.
Non resta che guardare in cassa che cosa c’è.
In questi ultimi 15 anni abbiamo avuto tre alluvioni, l’ultima il 22 ottobre del 2008 dove le persone hanno perso tutto, figuriamo se oggi riusciranno a trovare la ricevute.
Poi ci sono gli anziani non abituati a conservare tutto dentro una cartellina.
Siamo in una situazione critica e dobbiamo venirne fuori, magari con un fondo di emergenza – conclude Corda – oppure utilizzando i soldi per le povertà estreme, se è possibile accettando l’autocertificazione”.
La situazione è esplosiva, un po’ com’è successo la primavera scorsa con le bollette pazze dell’acqua, dove la giunta in seguito alle numerose proteste è stata costretta ad annullarle e inviarne altre, stando attenti a non commettere ulteriori errori.
Nell’interrogazione Cabidu parla di situazione già caduta in prescrizione: “Nonostante l’avviso che “Il presente sollecito interrompe i termini di prescrizione”, a mio parere è già prescritta.
Lo dice anche sentenza 4283/10 del 23/02/2010 della Corte di Cassazione, forse ignorata dall’Ufficio tributi.
In tutti i casi, la Suprema Corte ha fissato in cinque anni il termine prescrizionale per la riscossione di diversi tributi, fra i quali la Tarsu, contributi, quelli consortili e canoni per l’uso di suolo pubblico, per la concessione d’uso per passo carrabile ed il canone acqua – continua Cabiddu – appare lampante a tutti che l’amministrazione di questo Comune non è in grado di effettuare le più elementari operazioni di contabilità quale la riconciliazione tra quanto accertato e quanto pagato dagli cittadini e recuperate le comunicazioni a suo tempo inviate o no dalla Gema?
Si dice di oltre 3 mila e 500 raccomandate spedite ma sono risultate dei doppioni in quanto indirizzate a cittadini che avevano già provveduto o ritornate indietro a causa dell’errata compilazione dell’indirizzo”.

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La protesta: il Comune chiede le ricevute dei pagamenti di acqua, Tarsu e Ici

CAPOTERRA, lunga fila all’ufficio Tributi per dimostrare l’avvenuto pagamento.

Sale il malcontento e la protesta.

In arrivo 2800 raccomandate.

La nuova società che incasserà i tributi ma non li gestirà. Dovrà occuparsi anche della lotta all’evasione con una banca dati incrociati che prevede il controllo delle utenze dell’energia elettrica, case e terreni. Si volta pagina per dimenticare il caso Gema.

Domani alle 19 Consiglio comunale per la riconferma dei Revisori. Problemi in maggioranza, Cabiddu e Ruiu non sono d’accordo.

L’ufficio Tributi preso d’assalto da cittadini che in questi giorni hanno ricevuto la lettera raccomandata in cui il comune sollecita i pagamenti di acqua, Tarsu e Ici anche del 2008.
In tanti hanno in mano il versamento effettuato e fanno la fila per annullare il sollecito.
Disagi e tempo perso.
A questi aggiungono i cittadini che dicono di aver pagato ma non ritrovano, dopo tanti anni le ricevute. Cambio di casa e l’alluvione del 2008 hanno contribuito a far finire il bollettino chissà dove.
Le proteste in questi giorni si fanno sentire e chissà per quanto tempo ancora.
Al momento, il postino dovrà recapitare oltre 2 mila e 800 lettere dove c’è l’importo dovuto da versare entro 60 giorni.
Dopo di che passerà al recupero coattivo con tutte le spese aggiuntive che ne derivano. E non c’è prescrizione che tanga.
Insomma, secondo l’ufficio del palazzo municipale in parecchi hanno ‘evaso’. In tanti avrebbero lasciato le bollette da pagare in qualche cassetto. Non resta che rovistare per la casa e trovare la fatidica ricevuta già pagata 6 anni fa.
“Capisco i disagi ma la ricerca dei tributi non pagati va fatto – chiarisce il presidente della commissione Bilancio, Giacomo Mallus – comunque su 2800 raccomanda inviate gli errori saranno non oltre 20.
Il problema si risolve mostrando all’ufficio tributi l’avvenuto pagamento”.
Nel palazzo di via Cagliari la parola d’ordine è tolleranza zero contro l’evasione.
Proprio per questo poco prima delle feste natalizie, il Consiglio comunale, ha dato l’ok alla nuova agenzia di riscossione, perché l’affidamento, in via provvisoria, al Banco di Sardegna sta per scadere.
Si volta pagina.
Infatti, il nuovo servizio sarà una sorta di società esternalizzata perché il Comune non ha personale che possa lavorare per riscuotere i tributi. Inoltre, dovrà occuparsi anche della lotta all’evasione con una banca dati incrociati che prevede il controllo delle utenze dell’energia elettrica, case, terreni.
A tutt’oggi gli uffici non conoscono i proprietari dei numerosi terreni edificabili. Molti sono sconosciuti. Ma la sacca di evasione da queste parti non è allarmante.
È stato più volte sottolineato durante l’Assemblea dagli esponenti della coalizione di Francesco Dessì.
“La nuova società incasserà i tributi ma non li gestirà – prosegue Giacomo Mallus – si cambia totalmente mai più concessionario ma una società che presterà alcuni servizi.
I soldi dei contribuenti arrivano direttamente alle casse comunali.
In più dovrà occuparsi della lotta all’evasione con degli strumenti moderni come ad esempio una banca dati che faccia i controlli incrociati in una visone globale per individuare che non paga e per quanto”.
Tutti vogliono dimenticare il fattaccio Gema, l’ex agenzia di riscossione, i due milioni e 168 mila euro del mancato versamento nelle casse comunali e il fallimento della secolare società.
Intanto domani alle 19 ci sarà Consiglio comunale per la riconferma per altri tre anni dei Revisori dei conti.
Si preannuncia scintille. Nella coalizione Dessì, contrario Christian Ruiu del partito del sindaco e Giuseppe Cabiddu. Anche la minoranza ha già detto no.
Domani non mancheranno certo le sorprese.

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Giornata della memoria dedicata al ricordo della Shoah

In occasione della ricorrenza del 27 gennaio, Giornata della memoria dedicata al ricordo della Shoah, la Biblioteca Poggio dei Pini rende omaggio allo scrittore e poeta Primo Levi che, nel suo primo romanzo autobiografico “Se questo è un uomo”, raccontò la drammatica esperienza dei campi di concentramento.

L’appuntamento è per lunedì 27 gennaio 2014, alle 18, presso i locali della Biblioteca in piazza A. Ricchi, Poggio dei Pini – Capoterra.

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Nomina scrutatori, Cabiddu: basta con il clientelismo

CAPOTERRA, Cabiddu: siamo contrari che ogni Consigliere scelga gli scrutatori, anche se la legge lo permette.

Chi vuole il vero rinnovamento incominci con il rinunciare alla spartizione degli scrutatori. Facciamo un elenco aggiornato dei disoccupati e si prenda da quella graduatoria.

“In questi giorni, in municipio, c’è la processione per chiedere di far parte della stretta ricerchia degli scrutatori – denuncia il Consigliere comunale Giuseppe Cabiddu, da sempre nella spina nel fianco della coalizione di Francesco Dessì – da anni chiediamo l’inversione di marcia.
Siamo contrari che ogni Consigliere scelga i suoi quattro scrutatori, anche se la legge lo permette.
Stiamo parlando della questione morale. A più riprese, anche nelle scorse elezioni abbiamo chiesto che gli scrutatori nei seggi elettorali fossero sorteggiati tra i disoccupati”.
Medesima scena era successa ad Assemini, proprio per questo Fortza Paris aveva promosso una raccolta di firme e presentato all’ufficio protocollo del via Monti.
Per la tornata elettorale del 16 febbraio, la giunta grillina di Mario Puddu, ha cambiato rotta, dando precedenza agli studenti e ai disoccupati che abbiano un basso reddito Isee.
Da queste parti, nonostante le proteste dei cittadini che lamentano di vedere nei seggi i soliti che per lo più è come se avessero scritto nel petto lo sponsor che ce li l’ha messi.
“Dobbiamo al più presto voltare pagina – insiste Cabiddu – io non ho nominato i miei quattro scrutatori. Facciano ciò che vogliono. Spartiscano.
La situazione deve cambiare, anche se bisogna dire che è tutto legale. Ma non certo trasparente e moralmente accettabile.
Gli scrutatori diventano di proprietà dei Consiglieri. Ciascuno si nomina i suoi. Una sorta di spartizione, per non aggiungere altro.
Chi vuole il vero rinnovamento incominci con rinunciare alla spartizione degli scrutatori.
Facciamo un elenco aggiornato dei disoccupati e si prenda da quella graduatoria”.
Partiti, qualche volta divisi. Ma non certo in questo caso.
Spartizione bipartisan. Concordi, ancora una volta sulla strada da seguire per consolidare lo status quo. C’è l’ok della legge.
Domani mattina la Commissione elettorale nominerà gli scrutatori dei seggi.
Quattro o cinque per ogni Consigliere comunale. Una sorta di persone di fiducia.
La legge che permette questa prassi clientelare è inneggiata e portata come una bandiera.
Diventa il paravento per trovare la giustificazione a non voler fare diversamente.
“Chiediamo un elenco aggiornato degli scrutatori disoccupati e si proceda alla loro nomina esclusivamente con il metodo del sorteggio al 100 per cento – conclude, Cabiddu – la Commissione si adegui alla trasparenza che i cittadini chiedono. Chi amministra non è il padrone della città che ottiene il suo potere umiliando le persone”.

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