Francesco, 14 anni, Capoterra in una App: “Presto anche le pizze online”

Una moltitudine di servizi, indirizzi e numeri utili a portata di un click. Tutte insieme in CapoterraApp, l’applicazione per Smartphone Android, ideata e realizzata da Francesco Piras che a fine mese compirà 14 anni. Ha appena terminato le scuole medie e il prossimo anno scolastico frequenterà l’Istituto Scano di informatica e telecomunicazione a Cagliari.
Un’idea geniale, per rendere la vita più semplice con vari servizi nel cellulare con tanto di numero di telefono e strade. Attività commerciali, uffici comunali, laboratorio delle analisi cliniche, medici, orari bus Arst, Baire e Sumb, hotel eventi e manifestazione.
Tutti riuniti in un una applicazione: http://goo.gl/QbUuO, l’indirizzo della sua pagina Facebook.
L’App al momento è in via sperimentale, è ancora da ultimare, migliorare e da inserire in Rete per essere scaricata dal web. Amici e conoscenti la stanno già utilizzando e dalla settimana prossima gratuitamente avrà una diffusione capillare. Sarà disponibile nello Store Play di Google, basta cercare CapoterrAPP. La strada è segnata e chissà se arriveranno sponsor: l’App potrebbe essere disponibile per i sistemi Apple come Iphone, Ipad e Ipod.
Francesco ha la passione per l’informatica, studia e acquista testi per comprendere e successivamente attuare quanto ha appreso dai libri. Ha parecchie altre idee che vuole concretizzare: “Il prossimo passo – dice – è quello di poter mettere insieme un menu per ordinare le pizze online. Sarebbe bello che Capoterra diventasse un centro importante per il LinuxDay, l’innovazione per tutti. Appuntamento che si svolge nelle principali città per conoscere, capire, condividere ed approfondire il freesoftware. Manifestazione importante per conoscere e diffondere il software libero. Da grande vorrei fare il Pentester, la professione per proteggere i sistemi da attacchi informatici da pirati. Mi piacerebbe anche fare il giornalista magari di argomenti specifici”.
Al momento, ha ricevuto il plauso dei genitori. Il padre sino a ieri non sapeva nulla. A rivelare il segreto è stata la sua ex professoressa, che ha detto al papà quale utile applicazione stesse portando avanti Francesco. Una sorpresa quasi da non crederci.
Non trascorre tutto il giorno chino sui libri di informatica, ma si diverte anche con gli amici. Pratica il Karate e indossa la cintura marrone. Disciplina sportiva che pratica sin dalla scuola materna, ma il suo hobby principale resta comunque la tecnologia in generale, ma soprattutto pc e cellulari.
“Pensavo da diversi giorni e volevo trovare un’idea originale che interessasse Capoterra – prosegue Francesco – ad un tratto l’ho trovata. È nata anche per dare una spinta alla comunità visto che gli interessi sono sempre gli stessi e ci tenevo a portare un po’ di innovazione . L’applicazione poi, potrebbe essere utile. In un’era così aperta alla tecnologia mancava una App del genere. Vorrei tanto che venisse fatta una manifestazione di informatica. Ne sarei veramente fiero perché cosi possono essere coinvolti adulti, giovani e piccini perché l’argomento interessa un po’ tutti. Magari, un giorno LinuxDay arriverà anche in paese”.

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I ragazzi della Solaire Dance di Capoterra campioni italiani del ballo

I ragazzi della scuola Solaire dance di Capoterra Campioni italiani 2013. Doppietta degli under 11, primi anche 15 e l’over 35, tra questi Michela Sanna, mamma di due figli che ha vinto la medaglia d’oro. Emozione e lacrime di gioia hanno accompagnato la solenne cerimonia della premiazione alla Fiera di Rimini. Tutti insieme sul podio dei Campioni d’Italia nella Syncro Dance.
La settimana scorsa a Rimini, vincono tutte le categorie presentate. Il viaggio per saltare il mare, guidato dai giovanissimi maestri Roberto Apruzzi e Marika Sommese di 21 anni era iniziato all’insegna della spensieratezza e della gioia. La forza dello stare insieme e far squadra uniti dalla passione per la danza. Insieme, grandi e piccini, come una famiglia.
Syncro Dance è una disciplina delle singole abilità ma diventa un gioco di squadra. Una danza artistica che ha premiato la perfetta sincronia di movimenti e le variazioni di passi su base musicale libera. Ballo che di gruppo in cui la sincro dà vita alle coreografie e produce una vera e propria scena.
Questo, la Solaire dance dei maestri Roberto Apruzzi e Marika Sommese, ha portato in scena alla fiera di Rimini e ha incantato giuria e pubblico, tornando a Capoterra come Campioni italiani 2013.

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Intrappolati sulla Sulcitana, e si torna a morire: vi siete chiesti perchè?

Intrappolati per due ore da Chia a Cagliari, sulla statale Sulcitana: code da record proprio nel giorno in cui si torna a morire. Auto in fila indiana dalle 19 alle 21, al ritorno dalle spiagge. In un pomeriggio che era cominciato alle 16 con una tragedia shock: ero lì poco dopo quel tragico impatto nel quale ha perso la vita Silvestro Lai, il bidello di Capoterra che amava il rugby. E quel drammatico scenario davanti agli occhi mi ha ricordato tutte le volte che per lavoro, facendo il cronista, sono dovuto andare sul posto per altre tragedie di questo tipo. Ricordo benissimo quella del 1999: era una notte di pioggia a novembre, perse la vita l’intera famiglia Suella sul cordolo maledetto di Sarroch, cinque persone, una sola figlia miracolosamente sopravvissuta perché non era lì, in quell’auto che finì schiacciata sotto un Tir carico di frutta. L’allora capo servizio della Nuova Sardegna mi spedì d’urgenza a Capo Blu, dove la famiglia risiedeva: ricordo quella casa spettrale e un cane che abbaiava nel giardino, in quell’attimo mi resi conto che nessuno sarebbe più tornato in quell’abitazione con le luci lasciate accese per precauzione. Ricordo cosa accadde in un’alba di sangue del primo aprile 2001: cinque giovani di Pula rientravano a casa dopo una notte in discoteca, persero la vita due ragazze di 21 e 22 anni, si chiamavano Claudia Cois e Marianna Deriu, auto contro camion. Ricordo i giapponesi schiacciati da un autobus, i turisti svizzeri investiti. Ricordo una ragazza che era dipendente del Comune di Capoterra, vittima di uno delle decine di scontri frontali: per la sua morte pianse l’intero paese.
L’elenco delle tragedie sarebbe troppo lungo e amaro: ricordo anche una diretta di Canale 5 nella strada maledetta a Frutti d’Oro, perché la Sulcitana aveva collezionato il record di morti in tre mesi, 15 persone decedute. Ricordo una cena a Cagliari con le colleghe di Mediaset che mi chiedevano: quando sarà pronta la nuova strada? Era il 2000, sono passati 13 anni. Solo adesso si è aperto con fatica il grande cantiere dell’Anas per il sogno a quattro corsie. Non sappiamo quando sarà pronta la “strada rossa” che bypasserà Macchiareddu, se la vedremo noi oppure i nostri nipoti. Ma oltre ai ritardi infiniti per un iter cominciato nel 1997 con le prime conferenze di servizi, ci sono dei paradossi. Una parte di quella strada, proprio il tratto più pericoloso di Giorgino, non è ancora neppure finanziata. Rischiamo di vedere dei lotti di asfalto realizzati a macchia di leopardo. Ricordo quando il sindaco di Sarroch Tore Mattana, in un’intervista che realizzai per l’Unione Sarda, mi disse: se i lavori non partiranno entro l’estate, consegneremo le fasce tricolori e ci dimetteremo in massa. Beh, era il 2003, dieci anni fa, le ruspe non le ha ancora viste nessuno. Eppur si muove, lo ha scritto il nostro Dario Serra due giorni fa pubblicando anche le foto del mini cantiere a Sant’Angelo.
Ma è ancora una volta la forza inaudita della cronaca a riportarci subito con gli occhi incollati alla realtà: un furgone contro una Passat, una manovra azzardata, un secondo esatto per bruciare una vita. Su una statale percorsa ogni giorno da almeno 80mila auto dove ci sono: la più grande raffineria del Mediterraneo, il Forte Village, quattro città, le nostre coste più belle, tantissimi locali. Lasciata così per decenni, con una messa in sicurezza fatta di semplici rotonde che hanno aumentato i tempi di percorrenza. In un territorio già ferito dai segni delle alluvioni. Ricordo troppe lenzuola bianche, il pianto a singhiozzo di una mamma al bivio di Picciau: era un ragazzo che amava la moto, era lì. Senza vita. Nella strada imbrogliata come una matassa dai tempi biblici della burocrazia. Ci sono nomi che resteranno scolpiti nella memoria. Come il sedicenne Agostino Monni e il suo amico Lucio Piga, uccisi dallo scontro frontale tra Sarroch e Villa San Pietro nel 2011. Certo, non è sempre solo colpa della strada, obietterà qualcuno. Però oggi ho notato che dal bivio di Capoterra a Giorgino la strada è tagliata a metà da un altro cordolo assurdo, proprio nel punto esatto dove ieri ha perso la vita Silvestro Lai, il bidello di Capoterra. A volte sarebbe il caso di tornare a protestare.

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Capoterra, Paolo Farigu dopo 30 anni fa decollare l’area artigianale

Decolla dopo 30 anni a Capoterra l’area per gli insediamenti produttivi, il Pip di Sant’Angelo: il primo artigiano ha già realizzato il basamento per il suo laboratorio di infissi in alluminio. Il suo progetto, dopo vari stop dagli uffici tecnici comunali, nei giorni scorsi ha avuto l’ok e la ruspa ha scavato per gettare le fondamenta. “Ho acquistato il terreno grazie alle agevolazioni offerte dal Comune – spiega il giovane artigiano Paolo Farigu, 37 anni che ha seguito le orme del padre. Di questi tempi guida l’attività perché non ha dipendenti – la crisi si sente ma a forza di fare sacrifici cerchiamo di andare avanti. La zona di Sant’Angelo mi dà visibilità. Mi auguro diventi una vetrina. Lì posso lavorare all’aperto ed avere un po’ di materiali di scorta come ad esempio una cassa di vetri. Invece, l’esposizione resterà in via Marconi. Per ora ho gettato le basi e prevedo di terminare il capannone nei prossimi tre anni, perché sarà il mio primo obiettivo da raggiungere”.
1100 metri quadri già urbanizzati a 20 euro al metro quadro che il giovane imprenditore, grazie alle agevolazioni, ha pagato in due anni.
Al momento il primo lotto ha avviato i lavori e si spera che gli altri lo seguiranno a breve.
Il Pip ha trent’anni di storia, un’eternità per chi aveva intenzione di avviare l’attività. Le lotte sono iniziate da decenni ma per alcuni ormai si è fatto tardi. Troppo anziani per imbarcarsi in progetti, autorizzazioni e richiesta di mutuo. Arriva prima la pensione che tutte le autorizzazioni per tirar su il laboratorio.
39 lotti realizzati e già urbanizzati, 13 venduti ma al momento solo uno ha dato avvio alla zona che rischiava di diventare una cattedrale nel deserto.
La Giunta comunale ha realizzato l’incubatore multiaziendale di imprese, costato poco meno di 400 mila euro. È un enorme capannone per affittare in un primo momento agli imprenditori che non possono fare il grande passo ed acquistare un lotto.
L’area artigianale lungo la provinciale e a pochi chilometri dalla Sulcitana si spera diventi a breve la zona degli artigiani, nel vero senso della parola. Un imprenditore è stato il pioniere su una zona che in pochi hanno scommesso potesse decollare. Nonostante la crisi Paolo Farigu, ha scommesso tutti i guadagni dei prossimi tre anni per tirar la nuova struttura e spostare così l’officina di via Marconi.
A due passi, il Centro Meccano, altra scommessa dell’Amministrazione comunale prima di Giorgio Marongiu ed ora di Francesco Dessì. Entro l’anno aprirà un centro congressi, ristoro, un luogo da vivere nelle 24 ore per persone di tutte le età, bambini inclusi perché nell’ampio spazio verde sarà allestito un attrezzato parco giochi. Per il centro Quirino Mullano, di Capoterra che opera nel campo della ristorazione, ha un grande progetto e se andrà in porto con successo, inizialmente darà lavoro almeno a 10 persone, qualificate e specializzate nei vari settori.
Considerata la crisi e la disoccupazione di questi tempi, avere un po’ di quattrini da mettere da parte per investire è già una grande scommessa.
Al momenti i due giovani imprenditori hanno lanciato la sfida e attendono che nell’area artigianale ci sia il tutto esaurito. Nella foto Paolo Farigu.

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Kitesurf, gli appassionati si difendono: “Il nostro sport non è pericoloso”

Non ci stanno gli sportivi del kitesurf ad essere accusati ingiustamente, anzi si considerano una risorsa per il turismo: “Lo sport lo pratichiamo in totale sicurezza negli 80 metri dati in concessione. L’incidente dello scorso anno a Ferragosto non è successo per colpa nostra. La signora era nella nostra area. Infatti, non è subentrata neppure l’assicurazione perché in quello spazio non sarebbe dovuta entrare – chiarisce Davide Calatri, presidente della associazione sportiva Kitezone asd che collabora con il Comune di Capoterra per gestire l’area di Maddalena spiaggia – in realtà da quando esiste il kite i problemi sono diminuiti. La regolamentazione del nostro sport è d’obbligo nel periodo estivo. Pratichiamo questo sport da 12 anni quando la spiaggia non era frequentata da molti bagnanti e non veniva neppure pulita. Siamo stati noi a chiedere che venisse resa decente e sicura. Se le regole venissero rispettate non ci sarebbero problemi né per i bagnanti né per i kiter visto che numerosi bagnanti continuano a sostare nella zona riservata al lancio”.
E Luca Martinetti, altro appassionato di kitesurf aggiunge: “Collaboriamo attivamente con il Comune per la gestione dello spazio a noi dedicato. Siamo una risorsa per il turismo. Proprio in questi giorni ci sono stati dei controlli e tutto è risultato a norma. Chi ha sbagliato andando fuori dagli spazi è stato giustamente multato. Faremo di tutto e di più per cercare di convivere nella maniera corretta con i bagnanti e per evitare che venga buttato fango su anni di lavoro e di sano spirito sportivo. La nostra associazione funge da strumento di controllo e di stabilità per tutto il litorale e porta lavoro e turismo”.
Polemiche a parte, il lido della Maddalena ormai è un’attrazione per sportivi c’è anche la vela, grazie alla posizione e di un particolare vento ne che attira numerosi. Comunque, quando c’è un forte vento diminuiscono anche i bagnanti. Una soluzione perfetta per poter accontentare tutti in diverse condizioni atmosferiche in un immenso arenile che riesce a soddisfare le varie esigenze e gli hobby.
Una zona da vivere giorno e notte con le numerose animazioni musicali dei chioschi nel litorale.
È la scommessa vinta dell’Amministrazione comunale. Il successo va avanti ormai da parecchio per un lido non solo per popolo dei vacanzieri ma meta turistica da godere anche con le colline e lo stagno di Santa Gilla.

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