Auto a noleggio, è scontro politico a Capoterra: guerra sulle licenze

Le sette licenze per auto noleggio con conducente di autoveicoli fino a nove posti, compreso il conducente, le così dette NCC da assegnare e il regolamento da scrivere è l’argomento che fa discutere dentro e fuori la maggioranza di Francesco Dessì.
Sarà nuovamente discusso giovedì alle 8.30 e già si preannuncia un consiglio all’insegna delle polemiche e dei malumori. Tra coloro che vogliono un regolamento teso a favorire chi possiede altre licenze. Altri, invece vorrebbero dar spazio ai nuovi in cerca di occupazione. “Dovremo impedire che la compravendita delle licenze perché su 17 che il Comune ne ha date, qui ne sono rimaste molto poche – protesta Giuseppe Cabiddu – le altre sono finite nell’hinterland. Inoltre, metteremo nero su bianco in modo che chiunque vuole venderle o cederle rimanga nel nostro paese e che lo decidano entro 6 mesi, non dopo due anni”.
Già la settimana scorsa il Consiglio era saltato perche l’opposizione con Pino Baire e Gianfranco Littarru avevo fatto notare al Presidente dell’Assemblea, Giorgio Marongiu, la convocazione illegittima. Una decisione che stava bene un po’ a tutti, considerato il punto all’ordine del giorno, tutt’altro che semplice.
A buttare acqua sul fuoco ci pensa l’Assessore alle attività produttive Beniamino Piga che taglia corto: “Non penalizzeremo nessuno. Tuteleremo chi ha già le autorizzazioni e vuole ampliare la propria azienda e nello stesso tempo daremo spazio a coloro che vogliono iniziare l’attività. Carbonia ha 14 licenze, Capoterra attualmente ne ha 17 e la Regione ci ha concesso di darne altre sette, perché il turismo è cresciuto del 38 per cento. Qui costa meno rispetto ad altre parti e il paese è baricentrico rispetto all’aeroporto, la città, il mare, la laguna e la montagna. Sta diventando una meta ambita e valorizzata. Senza considerare lo sport velico che fa accorrere sportivi da più parti grazie alla particolarità del vento”.
Giovedì, si ritorna in Aula per approvare il regolamento del servizio di noleggio con conducente di autoveicoli fino a nove posti, compreso il conducente.
Ma l’argomento da discutere prima è la lingua sarda. L’adozione della norma campidanese contenuta nel testo arregulas po ortografia, fonetica, morfologia e fueddariu de sa lingua sarda.

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Stop alla strada per il parco di Gutturu Mannu: un nuovo colpo al turismo

Si ferma a Capoterra l’appalto per la realizzazione della Circonvallazione che dalla strada Provinciale passa per Via Trento, nei dintorni del campo da rugby e va verso l’oasi del Wwf e il Parco regionale di Gutturu Mannu. Un’arteria fondamentale per la creazione di un network di percorsi per incentivare il turismo montano, allungare la stagione turistica e quindi finalmente potenziare il collegamento con le zone costiere di Sarroch, Pula e Domus de Maria. “La viabilità per lo sviluppo del Parco è un grave problema da risolvere”, lamenta l’Assessore provinciale all’Ambiente, Ignazio Tolu.
Protesta più volte ripetuta dai sindaci del territorio e in prima linea dall’assessore al turismo di Pula, Angelo Tolu: “È necessario unire le risorse costiere con quelle montane ma c’è parecchia strada da percorrere”.
La strada di collegamento che dalla costa porta all’entroterra, rimarrà sterrata ancora per un bel po’.
“È tutto bloccato per il Patto di stabilità – chiarisce l’ex sindaco di Capoterra, Giorgio Marongiu e ora in Provincia, nella Commissione Lavori pubblici – sono fermi anche i 160 milioni di euro che abbiamo in Cassa e non possiamo spendere. La situazione è inverosimile. Ci sono i fondi ma non possiamo far nulla. Anche per la Circonvallazione sono pronti un milione e 200 mila euro. È solo da appaltare. Ma non possiamo proseguire l’iter di aggiudicazione. Eppure quella parte della viabilità che dal mare porta al Wwf e al Parco di Gutturu Mannu è fondamentale per lo sviluppo turistico del sud Sardegna”.
Proprio mercoledì alle 10 a San Pantaleo, ci sarà un incontro con i 16 sindaci del territorio e l’assessore Tolu, per discutere della futura gestione del Parco e del Bio monitoraggio, dell’Università di Cagliari.

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Sant’Efisio, abbraccio a Capoterra: “Ti preghiamo, dai lavoro ai giovani”

Accoglienza festosa e un applauso di fedeli, ieri alle 17 per l’arrivo del simulacro di Sant’Efisio da Cagliari accompagnato dalla Guardiania e Confraternite. Nessuno è voluto mancare per offrire un atto di devozione e preghiere, manifestato in più occasioni.
“Ti invochiamo per i giovani perché trovino il lavoro e la propria vocazione. Sii modello per tanti che cercano il senso alla propria vita”, ha chiesto Luca Piano durante la solenne celebrazione in chiesa. La medesima preghiera recitata da numerose persone che poco prima avevano assistito alla vestizione della statua del martire guerriero, in casa Piano, all’ingresso del paese.
Una processione lungo la via Cagliari, interrotta dai fedeli che offrivano al Santo martire doni, fiori e continui applausi. Ad accoglierlo, il parroco don Sandro Zucca, il sindaco Francesco Dessì, il maresciallo dei carabinieri Carlo Porru, il comandante dei vigili urbani Giorgio Lecca, la Confraternita di Su Loi, i gruppi Folk, le numerose associazioni del territorio e la melodia delle launeddas.
Al termine del solenne rito eucaristico celebrato da don Zucca, il simulacro è stato portato fuori dalla chiesa parrocchiale a lui dedicata, per l’omaggiato di una cascata di fuochi di artifici e la festa ha continuato in piazza. Ancora un giorno di devozione e di pellegrinaggio, con funzioni religiose e visita alla statua del martire.
Stasera alle 18.30 la messa e al termine processione per via Diaz per riaccompagnare il simulacro all’ingresso del paese, dove ieri, era stato accolto. Rientro a casa Piano per la svestizione e l’ultimo momento di preghiera prima che la statua del martire di Nora ritorni nella sua chiesetta di Stampace a Cagliari.
Don Sandro e Lucia Baire, che nel 2008 aveva organizzato anche l’arrivo di papa Benedetto XVI, si son dati parecchio da fare perché il simulacro arrivasse a Capoterra. E faranno di tutto perché l’avvenimento diventi una tradizione.
La statua si sposta da Stampace solo per il primo maggio. Ancora una volta ha fatto un’eccezione. “Questa visita è stato importante per la nostra comunità – ha detto Baire – è un avvenimento che dovrà ripetersi nel tempo, diventi una tradizione e non l’eccezione”.

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Poggio dei Pini, il cda si spacca sul cemento: “Qui il verde è deturpato”

Terremoto nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Poggio dei Pini: Paolo Pintor ha presentato le sue dimissioni al tavolo del presidente Emilio Sanna e ha inviato una lettera con le motivazioni a tutti ai 15 membri. Da quanto è trapelato, non vorrebbe vedere tentennamenti all’interno della maggioranza, sull’espansione di ulteriori 100 lotti e vorrebbe che acqua, luce e altri servizi restino in mano alla coop.
Attualmente Poggio è una sorta di pseudo Comune. Su questo punto si è già pronunciato il Tar e l’Amministrazione di Francesco Dessì ha fatto ricorso al Consiglio di Stato che i primi del prossimo mese dovrebbe dire la sua.
Un Cda spaccato in due parti uguali, 7 della maggioranza e 7 della minoranza, all’indomani delle dimissioni di Pintor, si annuncia già la resa dei conti. Intanto, da qualche settimana vige l’impasse. Non si esclude neppure che si ritorni alle urne, ad un anno appena dalle ultime elezioni del 24 maggio dello scorso anno.
All’origine dei dissapori, non solo il futuro sviluppo dei 100 lotti e quindi altro cemento nelle colline di Poggio, su cui punta la maggioranza che Pintor ha abbandonata. Ma anche il rispetto del referendum che chiede uno stop di tre anni alla cementificazione. Il Cda presieduto da Sanna ne prende atto ma, intanto vorrebbe estendere la nuova lottizzazione.
Il referendum dice chiaramente che la Coop deve lasciare le cose come stanno. Magari più in là si vedrà.
Gli abitanti parlano non solo di costi che lievitano, ma soprattutto denunciano: “Il deturpamento del verde, l’aumento della densità abitativa, l’impatto sulla risorsa idrica che già oggi dà segnali preoccupanti. Perché siamo venuti a Poggio per vivere nel verde, non nel cemento”.
Il “Comitato noi per Poggio”, che ha promosso la consultazione popolare, sulle questioni aperte non demorde ed è intenzionato a tenere in scacco il Cda: “Poggio è divisa a metà – spiega Giuseppe Monni, portavoce del Comitato – da una parte c’è chi vuole che tutto vada come da 40 anni a questa parte e la lottizzazione rimanga uno pseudo Comune. L’altra parte invece, chiede che la situazione cambi, che i servizi siano gestiti dal palazzo municipale e che la volontà dei residenti sia rispettato. Nel Consiglio di Amministrazione, ora c’è un pareggio e ci auguriamo che la situazione prenda una svolta”.

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