Acqua a singhiozzo, rabbia a Poggio dei Pini: “Siamo pronti alle denunce”

Ritorna l’acqua potabile a Poggio dei Pini in località Santa Barbara e nella zona Liori: le ultime analisi del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della Asl 8 di Cagliari hanno detto che i valori sono nella norma, quindi l’acqua è potabile. Intanto, continuano le proteste dei poggini e non solo, perché manca spessissimo l’acqua, oggi anche a Santa Rosa.
Troppe volte i rubinetti restano a secco e c’è chi minaccia di presentare denuncia alle autorità giudiziarie. Intanto l’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune fa sapere che oggi Abbanoa sospenderà l’erogazione idrica a Santa Rosa, Baccu Tinghinu e Poggio dei Pini fino al termine della riparazione condotta. Altri giorni di disagio per i cittadini e di vibrate proteste.
Sulla questione, a Poggio dei Pini, non cessano le polemiche dirette alla Cooperativa che non avrebbe avvisato tutti i soci del disagio.
In più, come si legge nel Blogspot di Poggio, Ludovica Mulas del Cda della Coop ieri ha scritto al Sindaco: “Questa sera per l’ennesima volta ci ritroviamo senza una goccia d’acqua; come ben sa il Comune deve garantire il servizio di prima necessità di erogazione dell’acqua 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, invece sta diventando un’abitudine, lasciare Poggio con un filo d’acqua salvo poi mandare bollette di diverse centinaia di migliaia di euro per un servizio carente, non regolare ed in alcuni periodi addirittura inaccettabile vista la non potabilità dell’acqua. E in questa sede non accenno neanche all’applicazione di supertariffe retroattive.
Nel 2012 è successo per quasi due mesi che l’erogazione non fosse sufficiente per tutta la lottizzazione e mai venne data una giustificazione. Due settimane fa la stessa cosa, non c’erano guasti di nessun genere e la pressione era bassissima. In questi giorni sta succedendo la stessa cosa e questa sera siamo proprio all’asciutto, cosa che la rende perseguibile penalmente trattandosi di interruzione di un servizio di prima necessità come già detto.
Chiedo che si verifichi la situazione del servizio e in mancanza di guasti, si ristabilisca immediatamente l’erogazione regolare dell’acqua, perché in caso contrario provvederò a difendere i miei diritti segnalando il fatto alle autorità competenti”, conclude Mulas.

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Piscina di Capoterra a ostacoli per i portatori di handicap: è rivolta

Devono lasciare l’auto lontana e poi arrivare con difficoltà, i portatori di handicap che frequentano la piscina comunale di Capoterra, in via Lombardia, lungo la strada provinciale che porta alla Comunità Montana. Non c’è segnaletica per nessuno né verticale né orizzontale, così i 500 iscritti parcheggiano un po’ dove capita. Senza contare che a due passi c’è la Residenza assistita della Asl, l’ambulatorio comunale e in certe ore del giorno non diventa facile trovare parcheggio. Quando poi arrivano le persone che hanno più difficoltà devono faticare parecchio per poter arrivare alla struttura sportiva. Ma i problema, delle strisce blu è solo la punta di un iceberg a sentir gli atleti e i genitori dei più piccoli. “L’elenco diventa lungo, in Comune sanno già tutto – dicono – per non parlare dell’odore di fogna che si sente a distanza. Più volte l’autospurgo è intervenuto ma evidentemente c’è un problema fognario da risolvere”.
Protestano gli atleti e chiedono più attenzione alla struttura per completare e sistemare le opere lasciate a metà come la recinzione al confine con il canale S’Acqua de Tomasu. “In questo modo la piscina resta aperta da un lato e da quel tratto passano per rubare il gasolio. L’inverno scorso è successo per ben 3 volte e complessivamente hanno portato via quattro mila litri di gasolio. Le prime due abbiamo fatto denuncia ai Carabinieri, la terza abbiamo lasciato perdere – racconta il Presidente della Promosport, Sesetto Cogoni – in questo periodo di crisi è già difficile tirare avanti poi se rubano il gasolio per riscaldare le vasche, è proprio impossibile. Senza parlare del disagio che provoca perché dobbiamo lasciare la piscina chiusa. Comunque, il sindaco per iscritto è stata informato più volte della varie opere da completare”.
Insomma, nella piscina di via Lombardia chiedono più attenzione al pari delle altre strutture sportive del territorio. Gli atleti tutti del posto, hanno portato a casa parecchi riconoscimento. I risultati agonistici in questi cinque anni di allenamenti, da quando è stata aperta la piscina, iniziano ad arrivare. Terzo in Sardegna nella classica stagionale, campioni regionali nella categoria Esordienti, la squadra femminile ha vinto il campionato regionale, solo per citarne alcuni.

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Capoterra, gettoni di presenza in ritardo. E i politici ora si lamentano

Il gettone di presenza ai consiglieri comunali di Capoterra è stato pagato con tre mesi di ritardo. Nei giorni scorsi i politici hanno preso quello di aprile. Il 10 luglio, salvo intoppi negli uffici del palazzo di via Cagliari, dovranno ricevere un altro trimestre. Non possono superare comunque 775 euro al mese lordi. Commissioni e lavori consiliari costano all’anno 110 mila euro. Il gettone di presenza è di 35 euro. Non bisogna dimenticare però che se un Consigliere è dipendente pubblico non va a lavoro, lo Stato paga per consentirgli l’attività politica. Ma se invece lavora nel privato, devono sborsare le casse comunali.
“Per non pesare nel Bilancio comunale , sarebbe opportuno convocare i Consiglio la sera – lancia la proposta Lucia Baire, leader di minoranza – a fine giornata siamo liberi e non si dovrebbe pagare il compenso. Probabilmente ci sarebbe maggior partecipazione dei cittadini”.
Per i ritardi nel pagamento non sono mancate le proteste. Più di un consigliere ha fatto sentire la sua voce. Ma non c’è stato nulla da fare. Ma guai a parlarne fuori dai corridoi. Tutto deve restare all’interno.
Quasi a non voler evidenziare che i rappresentanti dell’Assemblea civica anticipano benzina e telefonate per svolgere al meglio il loro compito. Senza quantificare il tempo che impiegano per studiare carte e documenti di non facile comprensione. Tutti soldi lordi, da sommare al reddito e d’estate al 730 sperando che non si superi la soglia, altrimenti arrivano le mazzate.
Dei ritardi nessuno ne vuole parlare, ma i malumori sono visibili. C’è chi lancia la battuta: “Ci lasciano per ultimi. Gli uffici antepongono altre scadenze al pagamento del nostro gettone. Dopo tanto il mandato era depositato in Ragioneria dal 6 giugno e da quella scrivania non andava avanti”. Tutti abbottonati. Barricati in un ingiustificato silenzio. È prematuro parlarne, continuano a ripetere e poi non si fa politica per lo stipendio.
Un dato è inequivocabile: le Commissioni lavorano parecchio. L’equipe economica, edilizia, culturale e soprattutto quella urbanistica, con il Puc da rivedere con oltre 110 osservazioni presentate dai cittadini a cui bisogna rispondere, prima di ripresentarlo in Aula.
Quindi, protestano in parecchi per essere lasciati per ultimi. Ma nessuno né vuole parlare apertamente. Qualcuno minaccia di presentare un’interrogazione. Ma si vedrà.
I ritardi erano dovuti, secondo le risposte ufficiali, al personale in malattia in un primo momento, successivamente a un cattivo funzionamento dei computer. Insomma nel trimestre che va da febbraio ad aprile, c’è stata più di una situazione avversa che ha impedito il nomale iter per liquidare il compenso, secondo quanto prevede il regolamento consiliare, allo scadere del trimestre.
Non resta che attendere il 10 del prossimo mese per fare sentire la protesta.

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Chiude la profumeria Limoni, licenziate in 4: la grande crisi continua

Le attività commerciali a zero scontrini sono in affanno. Soffrono un po’ tutte. Ieri ha chiuso a Capoterra la profumeria Limoni al gruppo Bergamotto, aperta 12 anni fa con il nome di profumeria Bellezza. Due anni di mobilità per le quattro dipendenti. Secondo quanto si vocifera, chiuderanno anche le profumerie di Sant’Avendrace a Cagliari e quella di Quartu. Serrande abbassate e lavoratori a casa che presto ingrosseranno le file dei disoccupati. Una di loro si è sposata il mese scorso, con tanti progetti da realizzare svaniti quando è arrivata la notizia. “Vedere giù la serranda della profumeria scoraggia. Mette tristezza”, lamenta il dirimpettaio Stefano Mullano, che con il padre Quirino, 67 anni fa inizio l’attività commerciale di elettrodomestici, nella stanzetta dell’angolino proprio di fronte al bar Cappai.
Sarà per una questione di marketing e di strategie di mercato per alcune, ma per i più c’è sofferenza. Questo non è certo una novità. Corso Gramsci, un tempo cuore commerciale di Capoterra, pian piano sta diventato la strada della desolazione. Troppi negozi chiudono, prima Matrix, poi il market, il tabacchino di Menicacci si è spostato verso Piazza Sardegna. Resistono ancora la Gioielleria Pitzalis, il panificio Medda, qualche attività gestita dai cinesi con molta tenacia. Togliere fuori mille e 600 euro d’affitto dal locale non è roda da poco. Somma a cui si aggiungono tutte le altre spese.
Insomma, troppe uscite e poche entrare, lamentano un po’ tutti, che mese dopo mese, registrano incassi da numeri relativi. A scontrini zero, appunto.
Il cliente preferisce spendere nei grandi centri commerciali, magari a caccia dell’offerta migliore e così snobba il centro storico. Intanto, alle attività commerciali alle prese con molte bollette da pagare, non resta che chiudere.

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Salasso Tares a Capoterra: “Una commissione per ridurre gli aumenti”

“La Tares sarà un salasso per tutti, da subito bisogna istituire una commissione consiliare per aprire una vertenza con la Regione e il Tecnocasic per la questione smaltimento rifiuti”. Ieri sera durante l’assemblea civica, hanno lanciato l’idea Giuseppe Cabiddu, Nuccio Arrais per la maggioranza, proposta accolta anche da Gigi Frau e Franco Magi per la minoranza. Ritorna così alla ribalta il problema tariffe smaltimento rifiuti, ripetuto in aula anche da Pino Baire, sugli sconti irrisori che pratica il Tecnocasic nonostante i disagi, per avere l’inceneritore nel territorio e a pochi chilometri dalle case.
“Non chiediamo sconti ma l’azzeramento delle tariffe – ha detto Cabiddu – dovremo pagare solo il conferimento e non lo smaltimento. Chiediamo al sindaco di aprire una trattativa con la Regione e i vertici del Tecocasic perché Capoterra è già fortemente penalizzata”.
Quindi, non solo puzza e fumi, ma anche benefici. La questione è stata ripetuta un po’ da tutti durante i lavori consiliari. Intanto, i sindaci di tutta Italia stanno preparando un ordine del giorno di protesta da inviare all’ Anci per chiedere la soppressione dei rincari. La Tares, il tributo sui rifiuti e sui servizi che è in vigore dal 1° gennaio 2013 e sostituirà la vecchia Tarsu. Aumenti del 30% in arrivo e un bel 30 centesimi in più al metro quadro della casa come fondo si solidarietà ai Comuni dopo che Letta, l’ha varato nel Patto di stabilità.
“L’abbiamo divisa in quattro rate – dice il sindaco Francesco Dessì – proprio per venire incontro alle necessità delle famiglie. Siamo consapevoli che il momento è difficile”. Quindi ora si dovrà pagare la vecchia Tarsu e a dicembre si salderà con il conguaglio. “A fine anno arriverà sicuramente la mazzata, con l’ultima rata sicuramente salata. Comunque, risulta un salasso in tutti i casi con aumenti del 30 per cento per le abitazioni e il doppio della tariffa per bar e ristoranti – dice il vicepresidente equipe Bilancio Magi del Psd’Az – ecco perché abbiamo chiesto di aprire un tavolo di trattative con il Tecnocasic in modo da non incidere ulteriormente in questo periodaccio dove è difficile arrivare a fine mese e molte attività commerciali abbassano le serrande”.
Il presidente della Commissione Giacomo Mallus aggiunge: “La tariffa cambierà in quanto è obbligo per i Comuni la copertura del 100 % dei costi della raccolta, a cui va aggiunta una maggiorazione di 30 centesimi al metro quadro della casa, direttamente e interamente allo Stato per copertura dei diversi servizi. Siamo costretti ad aumentare ulteriormente le tariffe.
Cambierà tutto perché ora i rifiuti prodotti saranno calcolati in base ai metri quadri della abitazione e al numero delle persone che ci abitano. È incredibile come che anche stavolta le Banche siano state in qualche modo favorite invece le attività produttive pagheranno interamente”.
Nei prossimi giorni si saprà chi è l’aggiudicatario dell’appalto rifiuti. Si parte da 2 milione e 500 mila euro al ribasso Iva compresa. Va aggiunto il costo dello smaltimento del secco e dell’umido pari a circa 800 mila euro. Intanto nei prossimi giorni dovrebbero arrivare anche le nuove bollette dell’acqua del 2011. Sostituiranno quelle annullate.
Slitta invece a giovedì prossimo il Consiglio sul rischio idrogeologico della nuova quattro corsie nell’intersezione con la Provinciale che da Maddalena porta a Capoterra.

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